No alla caccia
Approfitto di due notizie che tengono banco oggi sui giornali la prima il referendum che voleva dare in Svizzera un difensore d’ufficio agli animali. Svizzera che ha già una legislazione molto favorevole agli animali comparata con quella Italiana o delle altre nazioni Europee ma non solo. Il referendum non è passato perchè l’Unione Democratica di Centro ha dato uno stop alle spese per gli animali che comunque sono già considerevoli.
«Certo, in Svizzera c’è già una legge, ma protegge solo i vertebrati, gli unici a cui è riconosciuta una certa sensibilità» osserva Antoine Goetschel, classe 1959, vegetariano, amante dei cuccioli di ogni specie pur senza possederne alcuno.
E’ comunque riuscito a far condannare un pescatore uno sfortunato trentaquattrenne di Horgen, di piccolo villaggio vicino a Zurigo, finito in tribunale per aver pescato un portentoso luccio da dieci chili. Non che s’aspettasse d’entrare nella leggenda accanto al vecchio e il mare di Hemingway, ma addirittura un processo. Roba da vero fantambientalismo se ad aspettarlo al varco non avesse trovato Antoine Goetschel, il paladino di serpenti, criceti, cavalli, l’unico avvocato al mondo ufficialmente specializzato in diritto degli animali. Quando ha scoperto che il gigantesco pesce s’era dibattuto almeno dieci minuti prima di arrendersi all’amo assassino, Goetschel ha impugnato la legge contro la crudeltà sostenendo che l’uomo avrebbe dovuto tagliare subito la lenza per evitare al luccio di soffrire. Ha perso la causa, ma non la grinta.
Di persone come questa ce ne vorrebbero tante in ogni nazione che si definisce civile.
La seconda notizia anche questa molto molto importante ma che viene fatta passare quasi sotto silenzio è la seguente:
Uno degli ultimi sondaggi Ipsos ha trattato un argomento che infiamma gli animi sotto campagna elettorale in modo trasversale a partiti e ideologie: la caccia. Enpa, Lav, Legambiente, Lipu, Wwf hanno, attraverso l’Ipsos, chiesto agli italiani delle tredici regioni chiamate al voto, cosa pensano dell’attività venatoria e se avrebbero votato un candidato favorevole alla caccia. I risultati faranno infuriare i cacciatori: quattro su dieci cambierebbero voto.
E ancora: solo un terzo degli italiani è favorevole o «neutrale» nei confronti della caccia, a prescindere dallo schieramento politico. E di questi, meno di uno su dieci è «assolutamente favorevole». Le associazioni venatorie da mesi protestano, dicono che la legge italiana non è al passo con quella europea e preparano per martedì una manifestazione di protesta a sostegno anche del decreto passato in Senato, il vituperato (dagli animalisti) articolo 43 che amplierebbe i tempi di caccia. A quel decreto è contrario l’81% degli italiani e favorevole solo il dieci, il resto non se ne occupa.
Su quanto approvato dal Senato solo il 3% degli elettori Pdl è d’accordo con il proprio partito e ritiene le regole odierne troppo rigide, ma nella stessa area politica per quasi la metà (47%) «la caccia è un’inutile crudeltà che andrebbe vietata». Questo valore va sommato al 28% che vorrebbe regole più rigide e, solo per questo caso sommato anche al 20% che ritiene la legge attuale equilibrata. Siamo quasi alla totalità: 95%. La parte più interessante però arriva alla dichiarazione di voto: «Due terzi si dichiarano “contrari” o “totalmente contrari” - spiegano le associazioni - se i candidati proponessero regole a favore della caccia (66% fra gli elettori di centrodestra e 75% di centrosinistra). E se il candidato che si vuole votare proponesse interventi a favore della caccia cambierebbero voto: il 34% nel centrodestra e il 43% nel centrosinistra».
Insomma una débâcle per i cacciatori che in queste ultime settimane si stanno impegnando per fare accettare le loro posizioni, sentendosi discriminati. Federfauna scrive di «razzismo verde» mentre Sergio Berlato deputato Pdl al parlamento europeo e sostenitore della caccia dichiara ai giornali: «Facciamo lobby con agricoltori e chi si occupa di animali».
«Le opinioni degli italiani sulla caccia - concludono Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf Italia - non lascia spazio a dubbi: i contrari sono una maggioranza schiacciante e trasversale di cui i partiti e i gruppi politici dovrebbero prendere atto»
Personalmente sono fra questi, non voterei mai e poi mai un cacciatore, anzi invito i cacciatori o chi maltratta gli animali a non frequentare questo Blog. Di assassini (così considero i cacciatori) fra i miei lettori non ne sento la mancanza.
Ricordando le parole, che condivido in pieno, di un mio carissimo amico Andy …che dice:
Non sono un non violento, ma se per fermare la violenza sugli animali occorre la violenza, posso diventare violento.
Quindi a tutte persone che sono stufe di sopportare i soprusi, impuniti, sugli animali, scrivetemi e cerchiamo insieme di far sentire la nostra voce. Prima che passi la nuova legge sulla caccia, già approvata dal Senato e prima che sia approvata dalla Camera, inviate mail di protesta. (E’ urgente).
A presto con le prime iniziative.
Mirò
Fonte: La Stampa.it
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