martedì 2 marzo 2010

Mole Antonelliana, il simbolo di Torino

La Mole Antonelliana  è uno dei simboli di Torino  e del Piemonte detta Mole, questo è il nome vero per noi Torinesi la troviamo, incredibile ma vero, anche sulle monetine da 2 centesimi di euro.

La Mole Antonelliana è il monumento simbolo della città di Torino. Situata nel centro storico di Torino, a ridosso del quartiere Vanchiglia, prende il nome dall'architetto che la costruì, Alessandro Antonelli. Raggiunge un'altezza di 167,5 metri ed è, attualmente, l'edificio più alto d'Italia e l'edificio in muratura più alto d'Europa.
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Struttura 

La massiccia parte inferiore è costruita in muratura ed è a base quadrata; sopra di essa si innalza una cupola. Il guscio della cupola, che ne rappresenta anche lo schema strutturale, è formato da due muri sottili (12 cm di spessore) separati tra di loro da una distanza di 2 metri. All'ingresso della struttura vi è un pronao a colonne, mentre al di sopra della cupola vi sono un piano aggiuntivo colonnato (il cosiddetto "Tempietto") e una guglia rinforzata internamente in acciaio assai sviluppata in altezza.
Il cosiddetto "Tempietto" (a circa metà altezza, a quota 85,24 m) è raggiungibile mediante un ascensore che risale al centro la cupola della Mole, dando ai visitatori una panoramica interna a 360 gradi.

L’ascensore Panoramico
Il primo ascensore all'interno della Mole fu costruito nel 1964. Nel 1987 fu costruito un secondo impianto che fu attivo fino al 1996, quando la Mole venne ripensata come sede permanente del Museo Nazionale del Cinema. L'attuale ascensore panoramico, gestito dalla GTT ed entrato in funzione nel luglio del 2000, è dotato di pareti laterali totalmente trasparenti in cristallo di sicurezza ed è sollevato mediante 4 funi in acciaio che scorrono su delle guide le quali garantiscono l'assenza di oscillazioni durante la risalita. La corsa della cabina si compie in circa 1 minuto, alla velocità di 5 km/h (1,5 m/s).

Storia

La costruzione della Mole iniziò nel 1863, nel luogo dove sorgeva uno dei bastioni costituenti le mura della città poi demolite per ordine di Napoleone Bonaparte ad inizio '800.
Originariamente doveva essere una sinagoga: infatti era appena stata concessa da Carlo Alberto la libertà ufficiale di culto alle religioni non cattoliche e la comunità ebraica voleva costruire un tempio con annessa una scuola.

La scelta di Antonelli come architetto si rivelò infelice per la comunità ebraica, perché propose una serie di modifiche che avrebbero innalzato la costruzione a 113 metri, ben oltre i 47 metri originari per la cupola. Tali modifiche, l'allungamento dei tempi di costruzione e i maggiori costi, risultarono sgraditi alla comunità ebraica che nel 1869, per mancanza di fondi, fece terminare i lavori con un tetto provvisorio.

Nel 1873 venne alla fine fatto uno scambio con la città di Torino, che diede loro un altro terreno per costruire l'attuale sinagoga e si prese in carico la Mole da terminare, che sarebbe stata dedicata al re Vittorio Emanuele II.

Antonelli riprese la costruzione, con una serie di modifiche in corso d'opera che portarono l'altezza complessiva a 146, 163,35 e infine 167,5 metri (con l'aggiunta in cima della statua del "genio alato" alta 4 m), facendola diventare l'edificio in muratura più alto d'Europa e del mondo fino al 23 maggio 1953, quando la guglia originaria crollò.

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Questo titolo passò quindi ad un'altra opera antonelliana, la cupola della Basilica di San Gaudenzio a Novara.
Antonelli lavorò alla Mole fino alla morte: era diventata leggendaria quella sorta di rudimentale ascensore azionato da una carrucola che portava il quasi novantenne architetto a diverse decine di metri d'altezza per verificare personalmente lo stato dei lavori. Antonelli non vide però il completamento della costruzione: la Mole fu infatti inaugurata nel 1889, ad un anno dalla sua morte, come sede del Museo del Risorgimento.

Fu però portata a termine dal figlio Costanzo coadiuvato fino all'anno 1900 dall'allievo del padre Crescentino Caselli, mentre l'architetto Annibale Rigotti decorò gli interni tra il 1905 e il 1908.
La Mole fu, tra l'altro, una delle prime costruzioni a venire illuminata mediante piccole fiammelle di gas cittadino sul finire del XIX secolo.
Anni recenti e il Museo Nazionale del Cinema
Una volta trasferito il Museo del Risorgimento a Palazzo Carignano, tra gli anni sessanta e gli anni novanta la Mole è stata usata prevalentemente come "balcone sulla città" (grazie al già citato ascensore), oltre che per mostre estemporanee. L'interesse della città sembrò diminuire in assenza di una collocazione definitiva per la struttura.

La Mole Antonelliana e le alpi

Dopo 4 anni (1996-2000) di chiusura per ristrutturazione, necessari a rinnovare l'ascensore e ad eliminare parte degli archi di supporto in cemento, la Mole è diventata sede permanente del Museo nazionale del Cinema, che ospita macchine ottiche pre-cinematografiche (lanterne magiche), pezzi provenienti dai set dei primi film italiani ed altri cimeli, in un allestimento suggestivo.
Dal 1998, in occasione della ridefinizione dell'illuminazione esterna e della nascita della manifestazione "Luci d'Artista", sul fianco della cupola si può vedere un'installazione di Mario Merz, Il volo dei numeri, con l'inizio della successione di Fibonacci che s'innalza verso il cielo.
Traversìe
La Mole Antonelliana non ha mai avuto vita felice.
L'opera ha infatti subito sofferto di problemi strutturali, data la dimensione areale relativamente ridotta della base e il notevole peso che doveva supportare. Il terreno su cui sorge era, come detto, luogo di uno dei bastioni costituenti le mura della città: demolite tali mura per ordine di Napoleone Bonaparte ad inizio '800, è possibile che il terreno non fosse ancora completamente riassestato quando si costruì la Mole.
Durante la sua costruzione, il terremoto del 23 febbraio 1887 fece emergere proprio questa problematica e perciò costrinse a modificare il progetto per consentire al terreno di completare senza danni il processo di consolidamento sotto carico.

Queste modifiche, decise dall'Antonelli stesso, consistevano in un intelligente sistema di catene di contenimento, tiranti in ferro e intreccio di archi in mattoni; si trattava in pratica di un significativo rinforzo strutturale ottenuto con accorgimenti tecnici che pesavano molto poco, gravando in modo trascurabile sulla struttura.

La statua del "genio alato" collocato sulla punta del monumento venne abbattuto da un fulmine durante il nubifragio dell'11 agosto 1904, rimanendo prodigiosamente in bilico sul terrazzino sottostante nonostante le sue tre tonnellate; fu poi sostituito da una stella a cinque punte di più di quattro metri di diametro ad opera dell'ing Ernesto Ghiotti,ingegnere capo dei LL.PP. del Comune di Torino. La statua del genio si può ancora vedere all'interno della Mole, e viene regolarmente scambiato per quella di un angelo.

Il 23 maggio 1953 alle ore 19,25 un altro violentissimo nubifragio, accompagnato da una tromba d'aria, fece precipitare ben 47 metri della guglia nel piccolo giardino della RAI sottostante e ancora prodigiosamente senza provocare danni alle persone; fu poi ricostruita e conclusa il 31 gennaio del 1961 non più in muratura ma con una struttura interna metallica rivestita di pietra.

Durante i lavori di consolidamento si era deciso di stabilizzarne l'interno con enormi archi di cemento, che però snaturavano completamente l'interno dando uno sgradevole senso di claustrofobia; tra l'altro si erano levate anche voci critiche, che temevano che la troppa rigidità data alla struttura con questa cementificazione risultasse addirittura dannosa, riducendone la possibilità di oscillazioni elastiche, ed avendo secondo alcuni influito sul crollo della guglia nel 1953, a causa della modifica delle risposte dinamiche alle sollecitazioni esterne subite dalla costruzione.

Influenza culturale

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   La Mole Antonelliana raffigurata sulla moneta da due centesimi
  • La Mole Antonelliana è raffigurata sul verso della moneta da 2 centesimi di euro coniata dalla Repubblica Italiana, ed è stata ripresa nel logo dei XX Giochi olimpici invernali 2006, che mostra la sagoma della Mole stilizzata con cristalli di ghiaccio bianchi e azzurri, neve e cielo, che formano una rete, simbolo dello spirito olimpico (un altro simbolo, più classico e meno stilizzato, è stato presentato durante la candidatura). Sempre in occasione delle Olimpiadi invernali fu coniato un 2 euro commemorativo, sul cui sfondo del verso compare la Mole.
  • All'interno della Mole Antonelliana è stata girata gran parte del film Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, nel quale la Mole è una simbolica co-protagonista. Un disegno della Mole Antonelliana compare nella sigla di chiusura del lungometraggio di Hayao Miyazaki Porco Rosso.
     Mirò

Fonte: Wikipedia

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