mercoledì 3 marzo 2010

Museo Egizio di Torino, il più importante in Europa

Il Museo delle Antichità Egizie di Torino , meglio conosciuto semplicemente come Museo egizio, è considerato, per il valore dei reperti, il più importante del mondo dopo quello del Cairo, nonché il più importante d'Italia e d'Europa seguito da quello di Firenze .
Ha sede nello storico Palazzo dell'Accademia delle Scienze, sede dell'omonima Accademia, che ospita anche la Galleria Sabauda, eretto nel XVII secolo dall'architetto Guarino Guarini.
Nel 2006 è stato visitato da 554.911 persone, con un aumento del 93,8% rispetto al 2005.
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Il museo è stato fondato nel 1824 da Carlo Felice, che acquistò la Collezione Drovetti, composta dai ritrovamenti di Bernardino Drovetti, console francese in Egitto. Fu in seguito ampliato con i reperti provenienti dagli scavi di Ernesto Schiaparelli proveniente da Barbania.
Nel museo sono presenti circa 30mila pezzi che coprono il periodo dal paleolitico all'epoca copta. I più importanti sono:
  • la tomba intatta di Kha e Merit
  • il tempio rupestre di Ellesija
  • il Canone Reale, conosciuto come Papiro di Torino, una delle più importanti fonti sulla sequenza dei sovrani egizi
  • a Mensa isiaca, che i Savoia ottengono dai Gonzaga nel XVII secolo
  • la tela dipinta di Gebelein
  • rilievi di Djoser
  • le statue delle dee Iside e Sekhmet e quella di Ramesse II scoperte da Vitaliano Donati nel tempio della dea Mut a Karnak
  • il Papiro delle miniere d'oro
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Il 6 ottobre 2004 è stato firmato un accordo trentennale tra la Fondazione Museo delle antichità egizie e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per conferire i beni del museo alla Fondazione, presieduta dallo scrittore Alain Elkann e di cui fanno parte la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, la Città di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT.

In tal modo il Museo egizio verrà gestito dalle istituzioni locali e godrà dei finanziamenti delle fondazioni bancarie, godendo al tempo stesso di ampia autonomia gestionale.
Nel 2008 il raggruppamento Isolarchitetti vince la gara internazionale per scegliere i progettisti del nuovo museo con un progetto firmato insieme a Dante Ferretti.
Il Museo Egizio di Torino secondo dopo quello Egiziano del Cairo è sicuramente tra i musei più famosi e visitata d’Italia. Vediamo la Storia del museo e di uno dei suoi pezzi più famosi il “Papiro di Torino” detto anche Canone Reale.
IL PAPIRO DI TORINO

l Papiro di Torino, detto anche Canone Reale, è un papiro risalente almeno alla XVII dinastia egizia o, forse, al regno di Ramesse II (1290 a.C. – 1224 a.C.), scritto in ieratico, che riporta, oltre ad una introduzione sui re semidivini del Periodo Predinastico dell'Egitto, l'elenco dei sovrani dall'unificazione dell'Alto e Basso Egitto fino al momento della compilazione, insieme al numero dei loro anni di regno.
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È conservato presso il Museo egizio di Torino, dove è giunto come parte della Collezione Drovetti.

Storia

Il papiro, attualmente composto da più di 160 frammenti, venne appunto trovato da Bernardino Drovetti nella necropoli di Tebe, e sembra fosse praticamente intatto e completo, ma subì notevoli danni durante il trasporto; ora si presenta in modo estremamente frammentario ed incompleto. Lungo m 1,7 ed alto m 0,41, presenta iscrizioni sia sul verso che sul recto.
I primi tentativi di ricostruzione e lettura del papiro sono dovuti a Jean François Champollion ed a Gustavus Seyffarth, mentre l'attuale sistemazione è opera di Alan Gardiner. Rimangono ancora alcuni piccoli frammenti di cui non è stato possibile trovare la collocazione.

Struttura del testo

Il verso era diviso in un numero imprecisato di colonne di testo, di cui attualmente se ne conservano 11, essendo andati del tutto persi sia l'inizio che la fine del documento.
Ogni colonna è suddivisa in un numero variabile di righe, da 25 a 30, ed ogni riga riporta il nome di un sovrano, scritto nel cartiglio, preceduto dalla formula nesut-biti, Re dell'Alto e Basso Egitto (letteralmente Colui che regna sul giunco e sull'ape) e seguito dalla durata del regno.
Le righe sono, in alcuni casi, raccolte in gruppi che hanno al loro termine delle somme di anni. Tali raggruppamenti concordano, grossomodo, con la divisione in dinastie introdotta da Manetone in epoca ellenistica.

Suddivisione del testo

All'inizio il testo riporta un elenco di divinità e di re mitici.

  1. 1.x - 1.21: Ptah e la grande enneade

  2. 1.22 - 2.3 : Horo e la piccola enneade

  3. 2.4 - 2.8 : gli spiriti

  4. 2.9/10 : re del mito

  5. 2.11 - 3.26/27 : dalla I alla V dinastia

  6. 4.1 - 4.14/17 : dalla VI alla VIII dinastia

  7. 4.18 - 5.10 : IX e XI dinastia

  8. 5.11 - 5.18 : XI dinastia

  9. 5.19 - 6.3 : XII dinastia

  10. 6.4 - 10.12/13 :XIII e XIV dinastia

  11. 10.14 - 10.21 : XV dinastia (Hyksos)

  12. 10.22, 10.30 (?) : un gruppo di re non identificati

  13. 11.1 (?) - 11.15 : probabilmente un gruppo di sovrani tebani contemporanei alla XVI dinastia Hyksos
Sul verso sono riportati testi di minor importanza, liste di nomi e di istituzioni e loro tassazioni.

Perché fu scritto?

Ciò che non è assolutamente chiara è l'origine di questo documento: ossia se si tratti della copia, realizzata come esercizio da una scriba, di un documento ufficiale; o se si tratti solamente di un elenco redatto da qualcuno che aveva accesso a documenti conservati presso un tempio.
Ciò che rende il Canone Reale differente da altre liste di sovrani (vedi, ad esempio, quelle di Abydos e Saqqara) è la mancanza di uno scopo celebrativo dei propri antenati, caratteristica comune a tutte le altre liste che conosciamo; nel Canone Reale sono ricordati sovrani di scarsa importanza ed altri considerati "usurpatori", e quindi ufficialmente condannati alla damnatio memoriae.
Per chi fosse interessato a visitarlo:
Indirizzo
Via Accademia delle Scienze 6, 10123 Torino
Telefono
+39 011-5617776  - +39 011-4406903
Fax: 011-5623157 - 011-5069814
Posta elettronica: info@museitorino.it

Sito: http://www.museoegizio.it


     Mirò

Fonte: Wikipedia

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