lunedì 8 marzo 2010

Pallone elastico (Pallapugno)

La pallapugno pur essendo giocata in quasi tutto il Nord Italia, almeno per quanto riguarda il Piemonte è redicato nelle zone della Langa  , Monferrato   e Alessandrino. Gioco poco conosciuto ma che vale la pena parlarne per i mille aneddoti che si porta dietro e quel senso del passato che a molti Piemontesi come me affascina ancora molto.

Il pallone elastico, chiamato pallapugno ufficialmente dal 2001 e definito balon (pronuncia "balùn") in lingua piemontese e lingua ligure, è uno sport di squadra sferistico giocato con una palla su un terreno di gioco privo di rete.

STORIA

Il gioco della pallapugno (già pallone elastico), rappresenta l'evoluzione subalpina del cosiddetto bracciale piccolo o piemontese poiché l'attrezzo di gioco, il bracciale, pesa 1 kg contro i 2 di quello utilizzato nel bracciale grande o toscano. Questa specialità è storicamente radicata nel basso Piemonte e nella Liguria di ponente dove è praticata a livello professionistico.

Tra Ottocento e Novecento il pallone elastico attraversò una crisi che portò alla sua quasi totale scomparsa, con l'eccezione di alcune province del Piemonte (Torino , Asti e Cuneo) e della Liguria (Savona e Imperia).

Il pallone elastico è da sempre un emblema della cultura contadina e del folklore piemontese: è stato narrato da scrittori come Edmondo de Amicis, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Giovanni Arpino.

Nella seconda metà del secolo scorso in California emigrati italiani organizzarono un campionato di tale gioco che si disputò per un certo periodo di anni.

REGOLAMENTO

Il gioco si svolge tra due squadre di quattro giocatori, chiamate quadrette: un battitore, una spalla, due terzini. Il campo di gioco in terra battuta, detto sferisterio, ha una lunghezza di 90 metri e una larghezza dai 16 ai 18 metri, fiancheggiato, ma non sempre, su uno dei lati lunghi da un muro di appoggio e al di sopra di esso da una rete; la palla è di gomma, del diametro di 10,5 cm e della massa di 190 g.

I punti si contano come nel tennis: quindici, trenta, quaranta, gioco. La partita consiste di 11 giochi.

Il battitore, che è in genere il giocatore atleticamente più forte, può prendere una rincorsa di circa 12 metri fuori dal campo prima di colpire la palla al volo effettuando la battuta che, per essere considerata valida, deve superare la metà del campo e rimbalzare all'interno delle due linee laterali. La squadra in ricezione può colpire la palla al volo o dopo il primo rimbalzo (come nel tennis), con il pugno (protetto da bende, cuoio e liste di gomma) o, nei colpi ravvicinati, con la mano aperta, talvolta protetta da un guanto. In ogni caso si può usare una sola mano per volta. Tutti i contatti della palla con parti del corpo diverse dall'avambraccio sono considerati falli.

Lo scopo è quello di mandare la palla il più possibile vicino alla linea di fondo campo avversario o, ancora meglio, oltre la stessa. In quest'ultimo caso si fa un "fuori campo" (o, in piemontese, "intra" e, in ligure, "cillo"), il colpo più spettacolare, che frutta direttamente un quindici. Se il giocatore, invece, manda la palla direttamente oltre il muro d'appoggio o al di là della linea laterale, fa un fallo e la squadra avversaria guadagna un quindici.

Se non si commettono falli o fuoricampo, il gioco continua finché una delle due squadre, non riuscendo più a colpire il pallone al volo o al primo salto (cioè quando è valido), lo ferma (o lo manda avanti) con una qualunque parte del corpo dopo che ha rimbalzato più di una volta per terra: in questi casi la palla non è più giocabile e può essere fermata indifferentemente con le mani o i piedi. Nel punto di arresto l'arbitro segna una caccia mediante un'apposita bandierina. La caccia può anche essere segnata quando la palla, dopo aver rimbalzato almeno una volta in campo, esce lateralmente: in questo caso viene posizionata nel punto di uscita dal bordo del campo.

Dopo aver segnato un massimo di quattro cacce, le squadre si scambiano il campo. A questo punto inizia la seconda fase del gioco e le due squadre si disputano la conquista delle cacce che sono appena state segnate dall'arbitro.

Per conquistare una caccia, la quadretta deve fermare la palla in modo valido avendo alle proprie spalle il punto in cui è stata segnata la caccia, definito dalla bandierina corrispondente. Si fanno punti quando il pallone valido va oltre la linea di fondo campo avversaria, quando si conquista una caccia, quando l'avversario commette fallo: ognuna di queste situazioni vale un quindici.

Le partite possono durare da poco più di un'ora a parecchie ore, quando le squadre in campo sono molto equilibrate.

Le categorie, a partire dalle giovanili, sono queste: Promozionali, Pulcini, Esordienti, Allievi, Juniores, Under 23; serie: C2, C1, B, A Nelle categorie giovanili il match ha durata in giochi inferiore, ed un pallone più leggero che va dai 120 ai 160 grammi di peso.

Molto affine alla pallapugno è la "pantalera" che si gioca nelle piazze o nei cortili, in cui però la battuta si compie non con un pugno ma lanciando la palla (da 160 grammi e gonfiato a 6,5 atmosfere) su un asse appositamente inclinato e dotato di liste oblique che rendono irregolare il rimbalzo del pallone (in origine la palla veniva lanciata sui tetti); in questa specialità destrezza e intuizione prevalgono spesso sulla potenza muscolare. Nella pantalera viene accentuata la differenziazione di un campo di gioco dall'altro (già tipica della pallapugno), visto che spesso elementi architettonici (grondaie, porte, scalini ecc.) o irregolarità del fondo rendono imprevedibile il rimbalzo del pallone.

COMPETIZIONI

Il campionato italiano si svolge regolarmente dal 1912. Dal 1983 si svolge la coppa Italia.
A livello giovanile viene praticata la disciplina propedeutica della pallapugno leggera, che viene giocata in tutta Italia, speciamente nelle scuole.
Si disputa periodicamente il campionato mondiale di sport sferistici e il campionato mondiale di sport sferistici 2004 si svolse in Italia con le quattro specialità: pallapugno, gioco internazionale (una miscellanea delle discipline europee), frontón e llargues.

Dalla stagione 2003-2004 la Federazione Italiana Pallone Elastico ha cambiato la propria ragione sociale in Federazione Italiana Pallapugno.

Oggi le società tesserate sono circa 100 e i giocatori circa 20.000.

I CAMPIONI

Tra i campioni del passato spiccano Augusto Manzo (8 titoli italiani), Franco Balestra, Massimo Berruti, Donato Feliciano, Felice Bertola (12 titoli italiani) e Riccardo Aicardi.

Nel 2006 campione d'Italia è Roberto Corino di Corneliano d'Alba, che ha conquistato il suo secondo titolo italiano al termine di un'emozionante finale con il ligure Alberto Sciorella, conclusasi a favore della squadra dell'atleta piemontese dopo tre partite. Corino ha riportato quindi il tricolore alla società di Alba (Italia) e allo storico sferisterio Alessandro Mermet, il quale è considerato un'icona di questo sport.

               Mirò

Fonte: Wikipedia

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