La Bialetti, storico marchio Piemontese legato principalmente ad un prodotto, la caffettiera “Moka” chiude. L’omino con i baffi si traferisce in un paese dell’est….alla faccia dei lavoratori e del made in Italy.
Bialetti Industrie chiude lo stabilimento produttivo di Omegna, nei luoghi dove Alfonso Bialetti fondò il gruppo omonimo, per spostarsi nell'Est Europa.
Il nuovo modello di business integrato, Italia-estero, scelto dal gruppo, spiega un comunicato, consente però «di mantenere nel territorio del Verbano-Cusio-Ossola alcune parti ad alto valore aggiunto del processo produttivo attraverso fornitori strategici che già da tempo collaborano con la società». La fase di Ricerca e Sviluppo, lo studio del design e la definizione degli standard di qualità resteranno in capo a Bialetti e saranno centralizzati presso lo stabilimento di Coccaglio a Brescia.
«Il perdurare della crisi congiunturale del mercato di riferimento e la crescita dei produttori dei Paesi low-cost, che hanno comportato un sensibile calo dei volumi del business delle caffettiere (-26% nell'ultimo biennio), hanno reso il modello produttivo utilizzato da Bialetti in passato per le caffettiere non più competitivo, né sostenibile, a causa dell'alta incidenza dei costi fissi e indiretti» spiega l'azienda in una nota.
Bialetti ha avviato una procedura di mobilità per chiusura del sito, che coinvolgerà i circa 120 lavoratori tra impiegati ed operai.
In poche parole finchè c’è stato da mungere, da sfruttare il marchio Made in Italy tutto bene, infatti ancora oggi nel sito della Bialetti si legge nella home page……
“ Crediamo nelle nostre risorse e nel saper fare specifico del nostro territorio, nella tradizione di un paese unico quale l’ Italia, ricco di valori, di cultura e bellezze irripetibili.
Da questi principi nascono tutti i nostri prodotti “
Ora il mio pensiero è che aldilà di tutto quanto i soci possano dire il motivo per cui gli imprenditori delocalizzano è per aumentare il loro profitto, abbattendo i costi di produzione, sfruttando luoghi e lavoratori a basso costo, a beneficio di utili e margini di ricavo più corposi .
Il risultato di queste strategie si traduce in ulteriore crescita del debito pubblico (minori aziende italiane = meno gettito fiscale), disoccupazione in aumento significa minor capacità di spesa delle famiglie italiane a vantaggio di quelle dei paesi emergenti e degli imprenditori traditori.
Un’amico che opera in Ungheria mi ha dato questi dati: costi energetici -35%, costo del lavoro - 60%, logistica, infrastrutture e servizi alle imprese superiori al livello italiano ,maestranze altamente qualificate, facilitazioni e burocrazia quasi assente.
A questo punto passo la parola al Ministro Tremonti e ai suoi collaboratori perchè una soluzione va trovata.
Personalmente non comprerò più prodotti della hoding Bialetti e spero proprio che non continuino a mettere il tricolore sulle confezioni dei prodotti sarebbe una beffa oltre il danno.
Nessun commento:
Posta un commento