E’ notizia di oggi che la Giunta Regionale presieduta da Roberto Cota in collaborazione con l’assessore William Casoni vuole dare un freno alle aperture di nuovi iper e supermercati in Piemonte.
Una sospensione che varrà nel futuro - a breve sarà preparata una legge di programmazione ad hoc - e che nell’immediato porta ad un’attenta verifica di otto domande di ampliamento e/o costruzione sparse in tutto il Piemonte. Due richieste sono legate a licenze per alimentari e le altre 6 per l’extra alimentare.
Otto i comuni interessati: Rivalta, Orbassano e Moncalieri in provincia di Torino. E poi Alba, Valdengo e Quaregna nel biellese; Crescentino e Vercelli città.
E’ importante il segnale politico che la giunta vuole lanciare: «Abbiamo ritenuto estremamente importante - spiega ancora l’assessore Casoni - inviare da subito un segnale chiaro del cambio di rotta e di una maggiore attenzione della nuova Amministrazione nei confronti del commercio».
Casoni è anche intervenuto tempestivamente per cercare una soluzione per i commercianti ambulanti che si vedono penalizzati dall’applicazione della legge Bolkestein e contro la quale avevano manifestato nelle scorse settimane.
Casoni: «L’eccessiva proliferazione di grandi centri commerciali negli ultimi anni ha segnato con profonda negatività il piccolo commercio e la vita sociale dei centri storici in tutto il Piemonte, dalle grandi località fino nei più piccoli paesi delle nostre provincie».
Il piccolo commercio di via è molto importante per la vita delle città, ma non solo, sono un presidio involontario che aiuta molto anche la lotta alla piccola criminalità in quanto la gente esce a far compere a piedi, le insegne luminose danno sicurezza in quanto illuminano scorci di marciapiedi molte volte in penombra se non al buio. Difficilmente vengono svolti traffici illeciti dove sono aperti negozi “regolari”, mentre ora appena fa buio ci troviamo difronte a quartieri dove sembra vigere il coprifuoco.
Senza contare che, a dispetto di quanto affermato dai soliti esponenti di coop e federdistribuzione, se ci fossero meno supermercati ritornerebbero le piccole attività familiari con un maggior numero di addetti e porterebbe quindi anche a una riduzione della disoccupazione, in quanto tante persone sarebbero interessate ad avviare un proprio negozietto.
A parte la comodità di parcheggio anche i prezzi in questi centri non sono proprio così interessanti se analizzati attentamente.
Speriamo in una riqualificazione di tutto l’assetto del commercio nella regione, dopo che la giunta Bresso aveva concesso di tutto e di più condannando il piccolo commercio, tradizionale, alla sparizione lasciando il via libera ad attività dalle cui insegne non sai nemmeno di cosa si occupino.
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