A 58 anni dalla chiusura delle “Case Chiuse” o altrimenti dette “Casino” voluta dalla Legge Merlin che porta il nome della deputata che ha avuto questa assurda idea, si apre a Prarolo, comune vicino a Vercelli , una mostra dedicata a questo mondo da sempre rimpianto.
La mostra si chiama infatti “a me mi piace un casino!” Questo il titolo della mostra, aperta dal 1° Maggio al 31 Luglio presso La Cittadella di Prarolo e organizzata dalla Galleria Crazy Art oggetto della rassegna sono i casini, non quelli eufemistici, ma proprio quelli veri, i noti bordelli o meglio le accreditate case di tolleranza che la Legge Merlin del 1958 fece chiudere per stroncare, secondo lei …, “lo sfruttamento della prostituzione altrui”.
Alla Cittadella è stata riallestita da Giancarlo Ramponi una vera e propria casa chiusa, all’ingresso da cui si accede dopo aver debitamente suonato il campanello, ecco una doppia entrata di “maison” del piacere, il nome francese solleticava pruriginosamente, facendo sognare nostrani Moulin Rouge.
La prima entrata, quella per militari e popolani, è secca e spoglia per uno svelto atto essenziale. La seconda è quella di un bordello abbiente: qui il color rosso di cortine e sofà, la carte da parati di porpora damascata, le pesanti cornici dorate e le luci, quasi sempre paralumi a forma di corpo femminile amenamente discinto (vari sono quelli in mostra), facevano luccicare il luogo di peccato e piacere.
Il tariffario era esposto in un punto ben visibile. C’erano prezzi per i dieci minuti (10 lire), la mezz’ora (25 lire) e l’ora (50 lire). Dopo aver orgogliosamente mostrato la merce, la maïtresse distribuiva alla quindicina (le ragazze che venivano cambiate ogni quindici giorni) le marchette, ossia i gettoni di varie forme che si ritrovano in mostra raccolti in una teca, testimonianza del pagamento e del tipo di prestazione voluta dal cliente.
Si prosegue nelle camere fra letti e piumini, e un ambaradan di oggetti raccolti dalla stessa Crazy Art, vera e propria catalogatrice dei cimeli storici degli arredi delle case chiuse e quelli della collezione storica di Antonio Belletti, amateur-raccoglitore e rappresentante della Goliardia.
Un bel bronzetto di una ragazza pudicamente sdraiata con i seni che occhieggiano allusivi, una vetrata art decò, tante fotografie di fanciulle che, ammiccanti o languide, mostrano le loro grazie. Tutte impalpabilmente offuscate dal tempo in un flou di “candore”.
Ecco poi lo stanzino per il voyeur che poteva assistere nascosto dietro un finto specchio; la sala ginecologica, dove le signorine venivano periodicamente visitate. Più sontuosa di tutte è la sala in stile dannunziano, per esteti dal portafogli rigonfio.
A Prarolo vi sarà anche una mostra fotografica da titolo “Casino è….” di Gigliola di Piazza, l’esposizione sarà aperta tutti i giorni , tranne il lunedì: Martedì 14:00/19:00, Mercoledì, Giovedì, Venerdì 10:00/19:00, Sabato e Domenica 10:00/20:00.
Speriamo che che questa mostra serva anche a far prendere in considerazione la riapertura di questi locali che porterebbero ad un drastico ridimensionamento della prostituzione per la strada, una maggiore igiene e sicurezza di evitare il diffondersi di malattie e perchè no, se venisse legalizzata, un’introito per lo stato. Nel 2010 è anacronistico pensare che chiuse le case di tolleranza finisca anche la prostituzione, con buona pace anche per il clero, che ancora una volta nasconde la testa sotto la sabbia evitando di accettare realtà scomode.
Info: www.prarolo.com
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