venerdì 23 luglio 2010

Camillo Olivetti & Adriano Olivetti, fondatori della Olivetti & C. di Ivrea

Camillo e Adriano Olivetti sono stati i Fondatori della storica fabbrica OlivettI  & C. , che tutti noi conosciamo e tutti noi abbiamo usato almeno una volta uno dei loro prodotti, che per tanti anni sono statti tecnologicamente innovativi e all’avanguardia.

Camillo Olivetti

Camillo Olivetti nasce ad Ivrea (TO) il 13 agosto 1868 in un'agiata famiglia della borghesia ebraica torinese. Dopo una severa formazione si iscrive al Politecnico seguendo brillantemente i corsi di Galileo Ferraris, scopritore del campo magnetico

Nel 1891 si laurea in ingegneria e compie un soggiorno a Londra durante il quale lavora anche in una fabbrica. Aderisce inoltre alle idee socialiste e sviluppa specifici interessi per il federalismo, le autonomie locali e le riforme istituzionali democratiche. Nel 1893 segue Ferraris in Americae vi si stabilisce per due anni in qualità di assistente di elettrotecnica alla Stanford University della California

Un'immagine di Camillo Olivetti, il fondatore della Olivetti di Ivrea (TO). Tratta da: www.istitutoolivetti.it

Al suo ritorno in Italia decide di intraprendere un cammino imprenditoriale autonomo. Nel 1896, con i due amici Dino Gatta e Michele Ferrero, costituisce ad Ivrea una fabbrica di strumenti di misura elettrici, la C. G. S, così chiamata dalle iniziali che sottintendono i nomi delle principali unità di misura: centimetro, grammo, secondo.

Nel 1904 l'azienda si trasferisce a Milano; tre anni dopo Camillo Olivetti ne lascia la direzione a Gatta e rientra ad Ivrea per impiantarvi una fabbrica per la realizzazione di macchine per scrivere: la "Ing. Camillo Olivetti e C." nasce il 29 ottobre 1908. Insieme a Domenico Burzio incomincia a studiare, a disegnare, a fucinare i pezzi del suo primo modello di macchina per scrivere, ispirandosi ai modelli che aveva potuto vedere durante il suo viaggio americano. La Olivetti M1 viene realizzata nel 1909 e presentata all'Esposizione Internazionale di Torino del 1911.

Camillo Olivetti con alcuni dipendenti in occasione dell’Esposizione Internazionale di Torino. 1911. Associazione Archivio Storico Olivetti, Ivrea (TO) [pdf]


I primi anni Dieci segnano una grande espansione per l'Olivetti che apre filiali a Milano, Genova, Roma e Napoli. L'ingegner Camillo decide di non delegare la vendita a concessionari, ma di attuare un'organizzazione di distribuzione ed assistenza diretta, di cui lui stesso è il principale animatore; si reca infatti personalmente dai vari clienti e spesso si sostituisce al meccanico incaricato delle riparazioni.

Nel 1914, alla vigilia della conflitto mondiale, Olivetti decide di attuare una riduzione della fabbricazione delle macchine da scrivere per dirigersi verso una produzione bellica realizzando parti di fucili, valvole per dirigibili, spolette, magneti per motori dell'aviazione. Negli anni Venti è impegnato in un'attività di rafforzamento delle

La macchina per scrivere M1 progettata da Camillo Olivetti, il primo modello di macchina per scrivere italiana. 1911. Associazione Archivio Storico Olivetti, Ivrea (TO) [pdf]

capacità produttive aziendali; crea una fonderia (1922), le Officine Meccaniche Olivetti - fondate nel 1926 per la produzione di macchine utensili - e dà impulso al primo nucleo di ricerca e sviluppo.

All'inizio degli anni Trenta si impegna per potenziare la struttura distributiva all'estero e, consolidata la presenza aziendale sul mercato, lascia la presidenza al figlio primogenito Adriano (1938).

Continua però a seguirne le attività e gli sviluppi sia in campo produttivo, conservando all'interno delle Officine la sua vena di sperimentatore e di inventore, che in campo amministrativo e commerciale. Si dedica inoltre al continuo miglioramento dei servizi sociali per i dipendenti costruendo case, mense, asili e centri estivi.

Di profonda fede socialista, e amico personale di Filippo Turati, Olivetti finanzia prima dell'avvento del regime fascista la diffusione di periodici di dibattito politico, contribuendovi personalmente con alcuni testi.

Durante la seconda guerra mondiale scrive e pubblica clandestinamente un opuscolo che propone radicali riforme in ambito sociale, economico-finanziario ed industriale. In seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 deve abbandonare la propria casa di Ivrea per rifugiarsi nel biellese, dove muore il 4 dicembre dello stesso anno.

Adriano Olivetti

Urbanista, editore, scrittore, uomo di cultura, Adriano Olivettiè soprattutto un industriale che crede nell'impresa come vero motore dello sviluppo economico e sociale.

Nasce a Ivrea l'11 aprile del 1901. La vocazione per il mondo dell'industria la eredita dal padre Camillo. Negli anni della formazione, Adriano è molto attento al dibattito sociale e politico; frequenta ambienti liberali e riformisti, collabora alle riviste "L'azione riformista" e "Tempi nuovi" ed entra in contatto con Piero Gobetti e Carlo Rosselli.



Dopo la laurea in Chimica industriale conseguita al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia l'apprendistato nell'azienda paterna come operaio.

L'anno seguente, compie un viaggio di studi negli Stati Uniti.

Al ritorno, propone vari progetti per modernizzare l'attività della Olivetti. La nuova organizzazione fa aumentare in maniera significativa la produttività della fabbrica e le vendite dei prodotti. Nel 1932 diventa Direttore Generale dell'azienda, di cui diventerà Presidente nel 1938.

In quegli anni Adriano ripone molta attenzione al rapporto fra impresa e territorio: partecipa agli studi per un piano regolatore della Valle d'Aosta (1937), collabora con l'Istituto Nazionale di Urbanistica e nel 1948 ne diventa membro del Consiglio Direttivo. Nel 1949 fa "rinascere" la rivista"Urbanistica" e due anni più tardi collabora con il comune di Ivrea per avviare un nuovo piano regolatore.

Alla fine della II guerra mondiale l'attività diAdriano Olivetti come editore, scrittore e uomo di cultura si intensifica.

Durante l'esilio in Svizzera (1944-1945) completa la stesura del libro "L'ordine politico delle comunità", pubblicato alla fine del 1945. Vi sono espresse le idee alla base del Movimento Comunità, che fonda nel 1947, per istituire nuovi equilibri politici, sociali, economici tra i poteri centrali e le autonomie locali.

Un particolare del primo numero della rivista Comunità, edita dalle Edizioni di Comunità e uscita per la prima colta nel marzo del 1946. Tratta da: www.storiaolivetti.it

La rivista "Comunità"inizia le pubblicazioni nel 1946. Per tradurre le idee comunitarie in realizzazioni concrete, nel 1955 fonda l'IRUR - Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale del Canavese - con l'obiettivo di combattere la disoccupazione.

L'anno seguente il Movimento Comunità si presenta alle elezioni comunali e Adriano Olivetti viene eletto sindaco di Ivrea.

Sul piano aziendale, Adriano guida la Olivetti verso gli obiettivi dell'eccellenza tecnologica, dell'innovazione e dell'apertura verso i mercati internazionali, dedicando particolare cura anche al design industriale e al miglioramento dellecondizioni di vita dei dipendenti.

Nel 1956 l'Olivetti riduce l'orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, a parità di salario. Si costruiscono quartieri per i dipendenti, nuove sedi per i servizi sociali, la biblioteca, la mensa. A realizzare queste opere sono chiamati grandi architetti: Figini, Pollini, Zanuso, Vittoria, Gardella, Fiocchi, Cosenza, ecc.

Manifesto pubblicitario della macchina da calcolo Tetractys, prodotta da Olivetti con meccanica progettata da Natale Capellaro e design di Marcello Nizzoli, a partire dal 1956, e della macchina per scrivere portatile Lettera 22, progettata da Giuseppe Beccio e disegnata da Marcello Nizzoli. Museo della pubblicità - Castello di Rivoli, Rivoli (TO)

Anche nel design industriale Adriano Olivetti sceglie collaboratori di grandissimo valore, come Marcello Nizzoli ed Ettore Sottsass. Grande cura viene dedicata anche allagrafica e alla pubblicità e la Olivetti diviene un punto di riferimento mondiale per il design industriale.

Il successo di Adriano Olivetti ottiene il riconoscimento della National Management Association di New York che nel 1957 gli assegna un premio per "l'azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale".

Adriano Olivetti muore improvvisamente il 27 febbraio 1960 durante un viaggio in treno da Milano a Losanna, lasciando un'azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all'estero.

 

Fonte: Storia e Cultura dell’industria

Nessun commento:

Posta un commento