martedì 20 luglio 2010

Step, Sip, Stipel, gli antenati di Telecom Italia

Step, Sip, Stipel, gli antenati di Telecom Italia

Logo della Stipel (Società telefonica interregionale piemontese e lombarda). Anni '20. Archivio Storico Telecom Italia, Torino (TO). [pdf]

Il 10 giugno 1924 viene costituita a Torino la Step (Società telefonica piemontese) da un gruppo di soci guidato dall'ingegner Vittorio Zangelmi, imprenditore piemontese già attivo nel settore telefonico del Nord Italia. La società nasce per partecipare al bando di gara, indetto dal governo Mussolini nel settembre 1924, per la concessione dell'esercizio del servizio telefonico ai privati, attraverso la riorganizzazione dell'intero sistema telefonico e la suddivisione del territorio nazionale in cinque grandi zone.

All' ASST, azienda di Stato, è riservata la gestione delle principali linee interurbane. La Step si aggiudica la 1a zona, comprendenti il Piemonte e la Lombardia, la più importante per impianti, numero di abbonati e potenzialità di sviluppo.

Nel 1925, subito dopo la stipula della convenzione con lo Stato, la Step si trasforma in Stipel (Società telefonica interregionale piemontese e lombarda), con un capitale iniziale di 100 milioni di lire, di cui 75 immessi dalla Sip (Società idroelettrica Piemonte), sostenuta dalla Banca commerciale italiana e guidata dall’ingegner Gian Giacomo Ponti.
Il Palazzo dei telefoni, prima sede Stipel. Torino, 1925. Archivio Storico Telecom Italia, Torino (TO). [pdf].

La società, stabilisce la sua sede a Torino in via Confienza nel "Palazzo dei telefoni". Gli impianti ceduti dallo Stato comprendono 102 reti urbane con 43.037 abbonati, 720 uffici e 8.745 Km di circuiti interurbani, mentre la fornitura di nuovi impianti è garantita da accordi con la Siemens di Milano.

Stipel avvia subito un intenso programma di investimenti infrastrutturali per lo sviluppo della rete piemontese e lombarda e per la costruzione di numerose nuove centrali telefoniche in diverse città.

Tra le iniziative intraprese la più ambiziosa è la costruzione del più lungo cavo telefonico sotterraneo esistente in Italia, il Torino-Milano-Laghi, più noto come Cavo Ponti, terminata nel 1929. Si trattava di 700 km lungo tre linee principali a partire dal nodo di Milano: la prima segue la linea dell'Autostrada Milano-Laghi e si congiunge alla rete svizzera; la seconda raggiunge Torino attraverso Novara e Vercelli con diramazioni per Alessandria, Casale e Biella; la terza si muove verso Brescia e il Lago di Garda, con diramazioni per Bergamo, Cremona e Piacenza.

Dal 1926 la Sip elettrica affida la conduzione della società telefonica a Ponti nominandolo Direttore Generale.

Sotto la sua guida, la Stipel, prima fra le concessionarie italiane, si preoccupa di avviare un'intensa attività di comunicazione verso l'esterno, attraverso l'istituzione dell'Ufficio "Utenza-Propaganda-Sviluppo", diretto da Andrea Viglongo, giornalista ed ex militante politico nel gruppo torinese "Ordine nuovo" di Antonio Gramsci. Accanto alla costruzione delle infrastrutture per l'ammodernamento della rete telefonica, è infatti necessario creare una più ampia domanda.

Oltre a convincere dei vantaggi che la disponibilità di un collegamento telefonico può portare all'azienda e alla famiglia, suggerendo ed esemplificando gli usi possibili, la comunicazione pubblica serve a spiegare la complessità del sistema telefonico, in discredito presso l'opinione pubblica per i frequenti malfunzionamenti.

Dal 1927 parte della propaganda promuove l'uso di "nuovi" servizi telefonici  per avere accesso, ad esempio, a notizie sportive, finanziarie, informazioni teatrali e cinematografiche. Il primo servizio di chiamata taxi è inaugurato a Milano nell'estate del 1927 e a Torino l'anno successivo.

Al 1928 risale il brevetto del Duplex, che permette di collegare alla centrale, con una sola linea, due apparecchi installati nello stesso fabbricato. Chi lo utilizza ha uno sconto del 34% sulla tariffa intera, che è di 500 lire in città con meno di 10.000 abbonati, e di 575 lire in città che superano questa soglia d’utenza. Secondo le statistiche del periodo, il tempo medio impiegato in conversazioni domestiche al telefono non supera i 45 minuti al giorno.
Promozione del sistema Duplex, pubblicità del Gruppo Stet. Primi anni '40. Archivio Storico Telecom Italia, Torino (TO). [pdf]Anche se gli abbonati della Stipel sono quasi raddoppiati rispetto al 1925, passando da 43.307 a 77.744, il telefono continua ad essere un bene di lusso, che pochi si possono permettere, nonostante le tariffe siano di gran lunga inferiori a quelle degli altri paesi europei e degli Stati Uniti.

Dopo la crisi del '29 la Sip elettrica, che controlla anche la Telve e la Timo (il 60% del sistema telefonico italiano), è coinvolta nel crollo della Italgas e della Banca commerciale. Per la sorte di queste società si rivela decisivo l'intervento dello Stato mediante l'Iri (Istituto per la Ricostruzione Industriale), fondato per rilevare tutte le partecipazioni industriali delle grandi banche in crisi.

In questo contesto, dove svolge un ruolo determinante la Sofindit guidata da Guglielmo Reiss Romoli, il 21 ottobre del 1933 viene fondata a Torino la Stet  (Società torinese esercizi telefonici), la prima finanziaria del settore delle telecomunicazioni dell'Iri.

Compito della Stet è controllare e coordinare dal punto di vista tecnico-amministrativo tre delle cinque società telefoniche concessionarie, tra cui, appunto, la Stipel. Il prestito obbligazionario di 400 milioni di lire, pari al capitale Stet, è offerto al pubblico come azionariato; al termine delle conversioni, il 42% del capitale risulta essere di azionisti privati.

La formula Iri-Stet rappresenta un originale modello di società con capitale misto pubblico-privato, il settore telefonico, per più della metà controllato dalla Stet, è quindi gestito attraverso un sistema "intermedio" tra il pubblico e il privato.

Penalizzata dalla grande crisi, l'attività di costruzione e promozione riprende vigore solo a partire dalla seconda metà degli anni Trenta, quando cominciano ad essere utilizzati i cavi coassiali per i collegamenti. Negli anni successivi entrano in funzione i primi ponti radio.

Nei primi anni di guerra, come tutta la produzione industriale, cresce significativamente anche il comparto telefonico, ma con la fine del 1942 la situazione muta radicalmente. Impedire o ostacolare in tutti i modi le comunicazioni in campo avversario fa parte delle più tradizionali strategie di guerra. Costanti sono i tentativi, spesso riusciti, di distruzione delle centrali telefoniche, prima da parte dei bombardamenti alleati, poi, dopo l'8 settembre del 1943, anche per opera dei tedeschi in ritirata.

Finita la guerra, il numero di abbonati scende complessivamente da 346.733 nel 1942 a 269.772 nel 1945. Reiss Romoli è direttore generale dal 1946 al 1961: anni fondamentali per la ricostruzione del sistema telefonico italiano e per il suo sviluppo successivo.

I primi anni del dopoguerra sono impiegati per sanare le ferite lasciate dal conflitto: parte della rete è ridotta in condizioni tali da richiedere rilevanti investimenti mentre la ricostruzione delle città provoca continui lavori per lo spostamento dei cavi telefonici. Le reti secondarie di Torino, Milano e di altri centri minori delle due regioni sono interamente da rifare.

A livello nazionale nel 1952 si raggiunge un obiettivo significativo: tutti i comuni italiani risultano collegati alla rete telefonica nazionale.

Copertina della rivista aziendale: Selezionando notiziario Stipel, esercitazione pratica durante il corso per allievi guardiafili, 1960. Archivio Storico Telecom Italia, Torino (TO). [pdf]Importante in quegli anni è anche l'impegno per la formazione del personale che segna un valore non solo per il progresso dell'azienda ma anche, più in generale, per la modernizzazione del Paese.

Alla fine degli anni Cinquanta, assolto o meno l'obbligo di istruzione, l'80% dei giovani con più di 14 anni non frequenta nessuna scuola. Tra il 1950 e il 1960 oltre 6 mila allievi partecipano ai 178 corsi istituiti dalla Scuola aziendale Stipel presso la Direzione Generale di Torino. Ben 61 corsi sono dedicati ad allieve e allievi telefonisti, con circa 1800 partecipanti.

Dal 1954 al 1963 gli abbonati al telefono passano da un milione e mezzo (di cui 931 mila privati) a circa 4 milioni.

All'inizio degli anni Sessanta, nell'Italia del "boom" economico, la diffusione del telefono colorato è interpretato come spia di quei mutamenti di gusto e di costume che si vanno affermando in una società in cui il "consumismo" prende forma.

Il processo di unificazione del sistema telefonico nazionale, con la fusione per incorporazione delle cinque concessionarie Stipel, Telve, Timo, Teti e Set nella Sip elettrica, porta nel 1964 alla nascita della nuova Sip (Società per l’esercizio telefonico), con sede in via Bertola a Torino.

Alla nascita, la nuova Sip conta, su tutto il territorio nazionale, 4.220.000 abbonati e 5.530.000 apparecchi telefonici in servizio; i Ptp (Posti telefonici pubblici) esistenti sono complessivamente 27.644.

Il centro studi per l'attività di ricerca e sperimentazione, denominato in origine Csel (Centro studi e laboratori), nasce ufficialmente a Torino nel 1961 presso la Stipel con l'obiettivo di essere il punto di riferimento tecnico di tutte le società telefoniche del Gruppo Stet, sulla base di un progetto messo a punto, già dal 1955, dall'ingegner Giovanni Oglietti, Direttore Generale Stipel, e da Reiss Romoli.

Con la nascita della Sip telefonica il Centro studi confluisce interamente nella Stet e cambia denominazione in Cselt (Centro studi e laboratori telecomunicazioni).

Il nuovo assetto societario comporta un ampliamento di strutture e laboratori e l'adozione di apparecchiature all'avanguardia, tanto da far diventare Cselt uno dei poli di sperimentazione e ricerca più importanti a livello internazionale. Nel contempo viene progettata una nuova sede torinese (inaugurata nel 1966) nella via intitolata a Reiss Romoli, scomparso nel 1961.

Di grande importanza saranno le ricerche condotte da Cselt, sin dall'inizio degli anni Settanta, sulla conduzione della luce attraverso i cavi in fibra ottica. Cselt, confluito in Telecom Italia, è oggi parte di TILab.

Il traguardo dellateleselezione integrale, raggiunto il 31 ottobre 1970, è non solo il risultato di un successo tecnologico e organizzativo, che pone Sip e Stet all'avanguardia in Europa, ma soprattutto un importante contributo al superamento degli squilibri del Paese.

Da quella data gli oltre 6 milioni di abbonati italiani, compresi gli abitanti di piccole località, sono in grado di collegarsi tra loro automaticamente. Attraverso iltelefono, le tante Italie, distanti economicamente e geograficamente, segnate dalla mobilità dal Sud al Nord e dalle campagne alle città, possono accorciare qualche distanza: il telefono permette di mantenere, riannodare o meglio annodare i legami d'affetto o di affari.

Campagna pubblicitaria SIP: Il telefono sulla tua strada. Anni '80. Archivio Storico Telecom Italia, Torino (TO). [pdf]

Gli anni Settanta vedono il boom delle cabine telefoniche, box prefabbricati in materiale metallico, con ante e pareti in vetro trasparente, che diventano elementi consueti nel paesaggio italiano. Nel 1971 se ne contano 2.500; alla fine del decennio raggiungono quota 33.000. Il telefono ha conquistato la strada.

L'ingresso dell'elettronica nel sistema delle telecomunicazioni costituisce un altro passaggio fondamentale, consentendo l'installazione di nuove centrali numeriche e ponendo le basi per l'avvio dell'era digitale

Negli anni Ottanta la comunicazione pubblicitaria Sip si concentra sull’offerta di servizi e prodotti inediti quali il  facsimile (o fax), il servizio di telefax, la segreteria telefonica, il teledrin (o cercapersone), la rete fonia-dati, la teleconferenza, il videotel.

Fax e segreteria telefonica sono all’origine delle significative novità nella comunicazione interpersonale. Premiati da una rapida affermazione, anticipano una risposta a bisogni o aspirazioni destinati a essere meglio soddisfatti in anni successivi da altri mezzi, come il cellulare e Internet.

Fax

Aprono anche al futuro successo di questi media, offrendo la possibilità di trasmettere istantaneamente anche lunghi documenti scritti e di non perdere messaggi, a prescindere dal luogo in cui ci si trova.

A metà degli anni Ottanta il processo di diffusione del telefono nelle case italiane si compie. Con una media di 30,4 abbonati ogni 100 abitanti, la maggioranza delle famiglie italiane, al Nord come al Sud, è finalmente collegata alla rete telefonica.

Nel 1988 la Sip avvia un massiccio piano di investimenti denominato "Piano Europa", destinato a portare le telecomunicazioni italiane a livello dei maggiori paesi europei. Sono stanziati 44.000 miliardi in quattro anni con l’obiettivo di allineare i servizi agli standard europei di efficienza e qualità (fra cui la riduzione del tempo di attesa per l'accesso al servizio a poche settimane e maggiore diffusione dei nuovi apparecchi a scheda per la telefonia pubblica).

Nel 1990, grazie alle nuove centrali a tecnologia numerica, sono attivati il servizio di avviso di chiamata, il trasferimento di chiamata, la conversazione a tre, la telelettura del contatore, e in Italia diventa operativo il Servizio Radiomobile TACS (Total Access Communication System) a 900 Mhz.

Nell'ultimo decennio del Novecento una vera e propria rivoluzione nel settore delle telecomunicazioni investe l'Italia come la maggior parte dei paesi europei. In seguito alle decisioni liberiste assunte in sede comunitaria, che fissano al 1° gennaio 1998 l'apertura del mercato alla concorrenza, scompaiono dal settore i monopoli e le aziende controllate dallo Stato.

Nel 1992, in adesione alla normativa europea che prevede la separazione delle funzioni di regolazione dalle strutture operative, l'ASST è soppressa e le sue attività acquisite dalla società Iritel.

Gettone telefonico Il 30 giugno 1994, il CdA dell'IRI approva il "Piano di riassetto delle telecomunicazioni" nel quadro delle disposizioni contenute nella legge del 29 gennaio 1992 e dei criteri generali fissati dal CIPE, che prevede la fusione delle cinque società del Gruppo Iri-Stet impegnate nel settore telefonico (Sip, Iritel, Italcable, Telespazio e SIRM) e la nascita di una nuova società con la denominazione sociale di Telecom Italia. L'atto di fusione viene firmato il 27 luglio a Torino nelle sale di Palazzo Vallesa.

Con un atto di scissione parziale da Telecom Italia, il 28 giugno 1995 nasce TIM - Telecom Italia Mobile Spa, per la realizzazione, la gestione e lo sviluppo dei sistemi di telefonia mobile(radiomobile GSM, radiomobile TACS, radiomobile di avviso personale, evoluzione tecnologica del GSM).

Nell'ottobre 1996 TIM lancia sul mercato la "TIM card", la prima carta telefonica prepagata e ricaricabile per la rete GSM. L'innovazione segna l'inizio di una straordinaria e inaspettata diffusione commerciale della telefonia mobile che coinvolge larghe fasce giovanili.

Il 3 marzo 1997, dalla fusione di Telecom on line e Video on line nasce TIN (Telecom Italia Net), con l'intento di racchiudere in un unico marchio la globalità dell'offerta di Telecom Italia per l'accesso a Internet per la clientela residenziale e piccoli affari. TIN offre l'accesso mediante la rete ISDN o la tradizionale rete telefonica.

Primi telefoni portatili Il 18 luglio 1997 il Consiglio dei Ministri firma il Decreto per la definitiva privatizzazione di Telecom Italia (incorporata nella Stet). Nasce così la prima "public company" italiana, la nuova Telecom Italia Spa, una società per azioni ad azionariato diffuso.

L'anno successivo il settore delle telecomunicazioni italiane è liberalizzato e aperto alla concorrenza.

Nel febbraio 1999 l’Olivetti diRoberto Colaninno lancia un’OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) sul capitale Telecom Italia che si conclude conesito positivo. Il 28 luglio 2001, Olimpia Spa - società posseduta da Pirelli Spa, Edizione Finance International SA (Gruppo Benetton), Intesa Bci e UniCredito Italiano Spa - acquista circa il 27,7% del capitale ordinario Olivetti (detentrice di circa il 55% di Telecom Italia).

Il nuovo management del Gruppo Telecom Italia è diretto da Marco Tronchetti Provera.

L'attuale marchio di Telecom Italia a tre onde rosse dopo l'ultimo restyling del febbraio 2003. [pdf]

Con la nuova presidenza la sede legale, che fino al2000 risiede in via Bertola 34 a Torino, viene spostata in piazza Affari 2 a Milano. Il 25 ottobre 2007 Olimpia viene ceduta alla società Telco.
Il CdA attualmente in carica è stato nominato dall'assemblea del 14 aprile 2008 per i tre esercizi successivi, vale a dire fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2010. Nella riunione del 15 aprile 2008, il CdA ha confermato rispettivamente nelle cariche di Presidente e Amministratore Delegato, Gabriele Galateridi Genola e Franco Bernabè.

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