martedì 17 agosto 2010

La Superga – scarpe da tennis e stivali made in Torino

La Superga, chi non ha mai avuto, parlo almeno a chi vive o viveva a Torino, un paio di scarpe da ginnastica Superga alzi la mano, bene ne vedo ben poche.

Parlo delle mitiche Superga di tela bianca (le mitiche 2750) con  bordi inferiori, la punta e la suola in gomma, io la suola me la ricordo rossa ma sicuro sicuro non sono. Ebbene penso siano state le prime scarpe sportive ad essere state abbinate ad alti indumenti non propriamente sportivi.

Altro prodotto che da sempre è sinonimo di Superga sono gli stivali in gomma verdi, quelli per andare per bulè, andare a coltivare l’orto o la vigna, anche in questo caso un paio c’era in ogni famiglia .

Dal 7 ottobre 2011i nello spazio delle Ogr con la mostra «Happy birthday, baby», pronta a celebrare il primo centenario del marchio torinese, voluto nel 1911 da Walter Martiny, la mostra, aperta sino al 20 ottobre, fianco a fianco al progetto museale «Fare gli italiani» realizzato per il 150 anni dell’Unità d’Italia.

LA STORIA

Il 3 ottobre 1913 viene siglato a Torino l'atto di costituzione della "Superga FRIGT", di proprietà della famiglia Martini. La fabbrica fa parte del complesso della FRIGT (Fabbriche Riunite Industria Gomma Torino), ed esegue lavorazioni di tipo calzaturiero, alle quali accompagna la fabbricazione di camere d'aria per biciclette e di altro materiale in gomma.

L'azienda lancia sul mercato la produzione di stivali in gomma: verdi e impermeabili all’acqua, diventeranno lo strumento di lavoro per le mondine nelle risaie.

Il primo stabilimento è situato in via Verolengo 28, sulle sponde della Dora, tra Borgo Vittoria e Madonna di Campagna. Dopo il 1918, vi trovano impiego circa 800-900 lavoratrici, pagate a cottimo per garantire la produzione di circa mille stivali al giorno.

 image

Le operaie sono addette allo spostamento di tomaie bollenti dal nastro trasportatore ai carrelli, lavorando otto-nove ore al giorno. La disciplina è ferrea, tanto che nel 1936 la ditta viene premiata dal regime come "azienda di comprensione fascista".

Tra le due guerre viene costruito un nuovo stabilimento in via Orvieto, riconvertito per produrre copertoni destinati alle camionette dell'esercito a servizio dei nazisti, e al tempo stesso obiettivo di pesanti incursioni aree.

I bombardamenti colpiscono più volte i laboratori destinati alla preparazione dei modelli, la stivaleria, la produzione di pantofole; anche in Superga gli scioperi del 1944 bloccano la produzione bellica.

Nel clima di fermento industriale della ricostruzione, nel 1949 gli amministratori dell’azienda torinese prevedono rimodernamenti per gli impianti e un piano di rilancio per mantenere operose le maestranze.

Nel 1951 Superga passa sotto il controllo della Pirelli, che assicura i finanziamenti necessari per potenziare la produzione e la commercializzazione delle calzature.

Nel frattempo da azienda leader nello stivale, Superga ha avviato un proficuo business nel

image

segmento del tempo libero. Il modello 2750, brevettato nel 1925, con tomaia in gomma, diventa il prodotto simbolo, rappresentando la calzatura italiana per il tennis.

Per far fronte a una concorrenza già agguerrita, i Pirelli si lanciano nella diversificazione del prodotto, e contemporaneamente sono ideate anche la scarpa da calcio e quella da

Per ridurre il costo del lavoro, si investe nel Mezzogiorno. Nel 1963 viene inaugurato a Triggiano, vicino a Bari, uno stabilimento per la produzione di pantofole, che occuperà fino a mille lavoratrici. Dopo pochi anni, la nuova fabbrica è riconvertita in stivaleria, beneficiando, tra il '65 e il '75, della domanda per l'export.

Il 1969 e '70 sono anni record: tra Torino e Triggiano vengono prodotte 11 milioni di paia di scarpe l'anno, oltre il 30% destinate al mercato estero.

Gli anni '70 impongono cambiamenti strutturali e riorganizzativi. Il calo degli addetti nel settore agricolo e gli alti costi di produzione fanno segnare, nel 1975, il primo bilancio passivo dell'azienda. Lo smantellamento dello stabilimento di via Orvieto, con 1.140 posti di lavoro, segna un momento di grande tensione.

 image

I programmi del management si rivelano in un primo momento vincenti. L'azienda avvia una politica di sponsorizzazioni sportive: nel calcio, con il Torino di Pulici e Sala; nel tennis, con Adriano Panatta; e nel pugilato, con Nino Benvenuti. Tra il 1979 e il 1982 Superga punta su Mestre, piazza affermata di pallacanestro.

Nel 1980 il bilancio si chiude con un utile di poco inferiore ai 500 milioni di lire, ma la ripresa non decolla. La produzione è progressivamente spostata in Asia, fino alla chiusura nel 1987 dello stabilimento di Triggiano e, pochi anni dopo, della piccola unità produttiva rimasta a Torino.

Nel 1992 Superga viene acquistata dalla Sopaf, guidata da Franco Bosisio, autore del successo della Swatch. Si adottano nuove strategie: artisti che rivoluzionano il design della scarpa, lancio di una collezione di abbigliamento, ingresso in altri business, lancio di negozi in franchising in Francia, Spagna, Germania.

image

Nel 1997 Sopaf vende la storica sede di via Verolengo, e nel 2002 cede Superga a Formula Sport Group. Due anni più tardi, la società di Renato Benasedo entra in crisi e il marchio Superga viene acquisito dalla torinese BasicNet.

Con Marco Boglione, Superga recupera progressivamente status e, nel 2006, ricomincia a crescere, facendo appello alla quasi centennale storia di una azienda che ha prodotto le "people shoes of Italy".

Fonte: Storia e cultura dell’industria

     Mirò

Nessun commento:

Posta un commento