31 agosto 2010, data storica per l’enogastronomia Piemontese e per tutto il Made in Italy , infatti al numero 200 della Quinta Strada, dove si incrocia con la Broadway, ha aperto il nuovo Eataly New York. Annunciato al Rockfeller Center, Midtown,
Dopo due anni di ritardi, dovuti principalmente alla crisi economica che ha colpito l’intero pianeta, Oscar Farinetti, l’ideatore e anima di Eataly, con alcuni importanti soci statunitensi è riuscito nell’impresa di portare la sua creatura non solo a New York ma in una zone e in palazzo fra i più importanti della città, il centro è stato aperto infatti tra la 23esima e la 24esima strada e occupa un intero isolato. E’ un edificio storico, di fine Ottocento, alto 15 piani: si affaccia sulla Madison Square e guarda il Flatiron Building, il famoso grattacielo a forma di ferro da stiro costruito pochi anni dopo, ed è stato ristrutturato da poco.
Al motto «Cuciniamo ciò che vendiamo e vendiamo ciò che cuciniamo». Eataly New York è stato inaugurato dal sindaco Michael Bloomberg, presente il gotha dell’imprenditoria enogastronomica italiana, che ha tagliato un nastro simbolicamente realizzato in pasta per inaugurare lo sterminato megastore del gusto "tricolore" ideato dall’industriale piemontese Oscar Farinetti nel cuore della Grande Mela.
I numeri sono da capogiro investimento da 25 milioni di dollari per 6.000 metri quadrati di pizze e paste cucinate alla perfezione, carni trattate come se fossero sushi, ostriche e verdure fritte, una birreria - ristorante di 650 metri quadrati sul tetto del Toy Building e poi , il caffè all’italiana, la libreria, l’enoteca, la pasticceria etc…e con la possibilità di far conoscere altre tipicità Piemontesi come la carne di Razza Piemontese che è stata portata dal veterinario della Granda Carni, Sergio Capaldo, nel Montana, attraverso l’inseminazione artificiale. Non sarà il Fassone di Carrù, ma sicuramente i pascoli americani sono ricchi e salubri quanto quelli italiani. “Dobbiamo consumare meno carne – dice Capaldo – , ma di alta qualità. Speriamo di poter portare l’abitudine al vitello tonnato e alla cruda al coltello che riusciamo a dare ai nostri clienti in Italia”.
All’interno ci saranno sei diversi ristoranti. Saranno monotematici, come a Torino: pasta, pizza, carne, verdura, pesce e uno dedicato soltanto a dessert e frutta, una novità. C’é inoltre un angolo caffè della Lavazza, un angolo cioccolato Venchi, la pasticceria di Luca Montersino e la birra di Teo Musso, oltre a un piccolo birrificio americano”, saranno 300 le persone impegnate che lavoreranno a turni sette giorni su sette.
Tra i soci americani c’è il gruppo “B&B”: Lidia Bastianich (che è una grande chef italiana con propri ristoranti fin dagli Anni Cinquanta negli Usa, notissima al pubblico americano per libri e trasmissioni tv), e Mario Batali, che è socio con il figlio di Lidia, Joe Bastianich. Insieme rappresentano un potenza di decine di ristoranti di alta qualità in tutti gli Stati Uniti. Inoltre si sono uniti all’impresa due finanzieri newyorkesi, giovani ed entusiasti conoscitori dell’Italia: Alex e Adam Saper.
Sicuramente una mostra unica per il prodotto Piemontese e Italiano di qualità e la dimostrazione che se i progetti sono validi e c’é la volontà di tutti si possono fare e fare bene, con ampia soddisfazione per tutte le categorie interessate.
Mi piacerebbe un mattino alzarmi e andare a sorseggiare il caffè da Eataly a New York, ma la vedo dura e il mio barista di fiducia difficilmente perderà un cliente….
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