Mi piace lo spirito della Regione Piemonte riguardante i dati pubblici, ovvero <se i dati sono pubblici vanno pubblicati>, questa nuova filosofia,“Open data mette il Piemonte all’avanguardia tra le Regioni italiane nel rapporto che semplifica la vita del cittadino che vuole accedere ai dati dell’amministrazione regionale. Semplice come dirlo, facile da fare”: Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico e all’Innovazione, non nasconde una certa soddisfazione nel raccontare un risultato conseguito che, seppur semplice nella sua essenza, è estremamente importante nella società attuale.
“Il 30 novembre - prosegue Giordano - abbiamo approvato in Giunta le linee guida per il riutilizzo del nostro patrimonio informativo sulla base di due elementari principi: il diritto ai dati, ovvero i dati pubblici sono di tutti e tutti posso utilizzarli; il principio di open by default, cioè la disponibilità online è la regola e non, come spesso accade, l’eccezione. Poi è necessaria un’altra componente che è il sito internet dati.piemonte.it, senza il quale non ci sarebbe un accesso facilitato”.
Accesso e riutilizzo sono due cose diverse, in quanto il primo è riconosciuto comunemente (o quasi) e sancito dal "diritto all'accesso", il secondo invece è tutto ancora da definire e la Regione Piemonte, prima in Italia e non solo, lo ha fatto; i dati pubblici sono un giacimento di valore, molti sono già in formato digitale e possono essere resi accessibili facilmente (o almeno al costo "marginale" di distribuzione che per beni digitale è tendente a zero); il riutilizzo dei dati pubblici dovrebbe essere un diritto perché sono stati prodotti dalla PA con contributi pubblici e dunque sono di tutti; il riutilizzo deve essere sempre possibile, salvo motivate eccezioni, secondo il modello licenze standard, costo marginale/zero, formati standard leggibili automaticamente, dati grezzi e non servizi; la possibilità di utilizzare i dati pubblici permette la nascita di un nuovo mercato di applicazioni e servizi (es. applicazioni per iPhone, social network, in ambito ambientale, ecc.) e favorisce lo sviluppo dei mercati esistenti (es. certificazione stato patrimoniale); rendere disponibili i dati pubblici rappresenta un vantaggio competitivo per i territori perché mette in evidenza i loro asset; la possibilità di utilizzare i dati pubblici permette di incrementare la trasparenza, l’efficienza ed efficacia degli organismi pubblici, nonché la partecipazione e la collaborazione tra pubblico e privato; i dati sono parte della “infrastruttura della conoscenza” di una nazione o un territorio, che è necessario sviluppare per recuperare competitività e favorire la crescita futura; la “liberazione dei dati” è un contributo attivo della PA al sistema, un supporto alla competitività in un momento di crisi internazionale.
Per inciso, il modello Open Data sembra stia subendo una maggiore diffusione proprio ora, in quanto sono necessari strumenti che aiutino a razionalizzare la spesa e migliorare la gestione della cosa pubblica; rendere disponibili i dati pubblici è solo il primo passo di una nuova concezione di relazione tra stato/cittadini/imprese, un percorso che inizia dai dati per arrivare alle organizzazioni e alle persone.
Il sito web è stato sviluppato come una piattaforma aperta. Pubblicato in versione beta, cresce e migliora grazie all’interazione con gli utenti. I dati disponibili sono in formati standard che permettono di utilizzarli in modo semplice e automatico. Gli utenti possono fare richieste specifiche, dire la loro e partecipare allo sviluppo. Nel giro di pochi mesi il sito si è popolato di 45 dataset, scaricati più di 2.300 volte. Sono state sviluppate spontaneamente le prime applicazioni e con il crescere del catalogo se ne attendono di nuove. Nei prossimi mesi saranno rilasciati nuovi dati come quelli geografici, ambientali, relativi alle imprese; saranno promossi concorsi per le applicazioni più utili e sarà lanciata una nuova versione della piattaforma. In sintesi uno strumento di lavoro, online per tutti.
Mirò
Fonte: Regione Piemonte
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