Che cazzata gli spot in dialetto della RAI per far pagare il canone agli Italiani in occasione dei 150 dell’unità d’Italia. Tutti parlano di dialetto, ma che altrettanto tutti si mettano bene in testa che il Piemontese deve essere una lingua e non un dialetto e va tutelata come tutte le lingue minoritarie e non ridicolizzata.
I Piemontesi sono la seconda minoranza linguistica d’Europa, se consideriamo anche la Catalunia, ma per i Catalani la storia è ben differente, anche per questo non ci stufiamo di richiedere l’insegnamento obbligatorio del Piemontese nelle scuole.
Il messaggio pubblicitario in questione è un’offesa a una intera Regione e al suo popolo, pertanto la RAI intervenga come fa in molte altre occasioni e tolga di mezzo questi spot, prenda i provvedimenti del caso e chieda scusa ai residenti delle Regioni coinvolte.
Mi associo alle dichiarazioni dell’ On. Allasia che così commenta questa iniziativa:
<< L'integrazione dei popoli passa anche da una conoscenza delle proprie radici e delle lingue locali": questo il commento dell'on. Stefano Allasia, deputato della Lega Nord e segretario provinciale del Carroccio a Torino, sui tanto discussi spot pubblicitari Rai che denigrano i dialetti.
"Nell'ottica dei nuovi spot – sottolinea Allasia -, cadenze ed espressioni dialettali dovrebbero dunque sparire e lasciare il posto ad una dizione degna dell'Accademia della Crusca. Ma ciò non avviene. Per chi è piemontese come me, diventa difficile, ad esempio, riuscire a comprendere ciò che offre la televisione pubblica, perché ormai in Rai non si sentono altro che romanesco e napoletano. La televisione di Stato dovrebbe offrire un servizio a tutti i cittadini".
"Sarà mia cura presentare un'interrogazione per chiedere al Governo il ritiro di questi spot – conclude Allasia -, che offendono la reale situazione del Paese. I dialetti e le lingue locali sono un valore aggiunto, un patrimonio che ha contribuito a rendere ricco e grande tutto il Paese e che quindi va tutelato".>>
Mirò
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