mercoledì 1 dicembre 2010

Storia del sindacato in Piemonte 7/9 – Dal miracolo economico all’autunno caldo

Dal miracolo economico all'autunno caldo

L'emarginazione del sindacato e del conflitto sociale non sempre richiede l'impegno di energie di risorse come nel caso Fiat. Alla Ferrero di Alba, ad esempio, una selezione attenta delle assunzioni e una gestione dei rapporti di tipo paternalistico sono sufficienti a garantire per lungo tempo la docilità delle maestranze.

Dati questi precedenti, la decisione dei lavoratori albesi di aderire allo sciopero aziendale proclamato alla fine del 1959 - e poi di partecipare in gran numero alla elezione della prima commissione interna - può essere presa a simbolo della ripresa operaia che si manifesta nelle fabbriche alla fine degli anni Cinquanta.

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La ripresa delle agitazioni negli anni Sessanta, propiziata anche dal declino delle coalizioni politiche ostili alla sinistra, si alimenta delle aspirazioni a lungo represse della vecchia generazione operaia e di quelle avanzate dalle nuove leve, richiamate nei grandi centri del Nord dalle crescenti occasioni di occupazione (in un decennio la popolazione torinese cresce del 42%).

 

Le aspettative di questi gruppi trovano sostegno in una iniziativa sindacale che, grazie al "nuovo corso" della Cgil e al miglioramento dei rapporti tra le confederazioni, imbocca con decisione la strada del decentramento e agisce attraverso vertenze aziendali che hanno per oggetto la negoziazione dei tempi di lavoro, degli organici, dei premi e degli incentivi salariali.

I successi della contrattazione articolata, tuttavia, non si traducono automaticamente in un aumento delle adesioni o in un rafforzamento della presenza sindacale nei luoghi di lavoro (nel 1960 gli iscritti alla Cgil in Piemonte sono meno della metà di quelli del 1953).
Paradossalmente, dove essa vantava una lunga tradizione, il sindacato è spesso costretto a ingaggiare dure battaglie difensive, come quella contro i licenziamenti nel biellese conosciuta come "l’estate calda del 1961".

Quasi a sorpresa, i lavoratori Fiat tornano a scioperare nel giugno 1962.

Convegno dei metallurgici torinesi. Torino, 1964. Fondazione Istituto Piemontese A. Gramsci, Torino [pdf]

L'occasione è tra le più tradizionali (il rinnovo del contratto nazionale di lavoro) ma inconsueti sono i protagonisti, in buona parte giovani operai provenienti dalle regioni meridionali. Alla loro inesperienza sono state addebitate la spontaneità e la violenza dell'agitazione, culminata negli incidenti di piazza Statuto.

Superata la recessione del 1964, nella seconda metà del decennio lo sviluppo economico riprende con vigore e, con esso, si riaccendono le tensioni sociali. L'aumento della domanda di lavoro – particolarmente forte nell'area torinese- innesca nuovi flussi migratori i cui componenti stentano a integrarsi in un ambiente carente di strutture e servizi e mal si adattano alle regole del lavoro industriale.

L'assunzione alla Fiat, che per molti di essi costituisce il coronamento di un tirocinio cominciato nell'edilizia e proseguito nelle piccole " boite" dell'indotto, significa quasi sempre fare ingresso in un ambiente rumoroso e nocivo per svolgervi un lavoro monotono e mal

Comunicazione della Fiat ai dipendenti che non hanno partecipato allo sciopero. 1952. Fondazione Istituto Piemontese A. Gramsci, Torino [pdf]

retribuito. Il malessere serpeggiante nelle officine non può essere ignorato ma, mentre il sindacato è ancora troppo debole per imbastire su di esso una efficace iniziativa rivendicativa, il management aziendale ritiene di poterlo assorbire facendo ricorso alle pratiche di controllo e alle misure disciplinari sperimentate con successo negli anni Cinquanta.

Le illusioni dei dirigenti svaniscono di fronte alla massiccia adesione dei lavoratori Fiat agli scioperi per il rinnovo contrattuale del 1969. Con "l'autunno caldo" si chiude la stagione del declino sindacale e si apre il più lungo ciclo di lotte sociali registrato nei paesi industrializzati dell'Occidente.

        Mirò

Fonte: Storia e Cultura dell’Industria

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