giovedì 3 febbraio 2011

Basilica di Superga , Torino

Dal 1997 tutto il complesso della Basilica di Superga, comprese le tombe dei reali sabaudi, è tutelato dall'Unesco, che lo ha iscritto fra i beni considerati "Patrimonio dell'Umanità".

Uno dei punti più alti e panoramici della collina di Torino , il colle di Superga a 669 metri di altitudine, fu scelto dal Duca Vittorio Amedeo II di Savoia per farvi erigere una chiesa, affinché fosse visibile da tutta la città e fosse visivamente collegata e allineata, lungo l'asse della "Strada di Rivoli" (ora Corso Francia), con il Palazzo Reale di Torino e con il Castello di Rivoli, destinato, secondo i progetti (mai completati) a divenire la reggia esterna alla capitale.

Secondo la tradizione Vittorio Amedeo II volle far costruire questa imponente chiesa per adempiere al voto fatto il 2 settembre 1706 durante il famosissimo assedio di Torino da parte delle truppe francesi, che avevano già conquistato tutto il Piemonte e che si preparavano a scagliare l'attacco finale alla capitale del Ducato Sabaudo.

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Al termine della guerra, vinta dai Piemontesi, il duca, che nel frattempo aveva acquisito il titolo di re a seguito del Trattato di Utrecht del 1713, chiamò a Torino uno dei massimi architetti europei dell'epoca, il messinese Filippo Juvarra, al quale commissionò la costruzione di una enorme basilica, in segno di ringraziamento verso la Madonna, alla quale il duca aveva chiesto aiuto per vincere sui Francesi. Al di là delle motivazioni religiose, è chiaro che la scelta di una posizione preminente a dominio sulla città e su gran parte del Piemonte per erigervi la basilica di Casa Savoia  contribuiva a sottolineare esplicitamente l'affermazione della dignità regale e del simbolismo dinastico.

In origine sul colle di Superga esisteva già una cappella, che fu abbattuta nel 1715 per spianare la sommità della collina, abbassandola di 40 metri, e farvi costruire una nuova enorme chiesa con annesso convento. I lavori per il nuovo edificio religioso iniziarono nel 1717 e si conclusero nel 1731, quando la basilica fu inaugurata dal re Carlo Emanuele III, il successore di Vittorio Amedeo II. Nell'architettura della basilica Filippo Juvarra rielaborò con qualità ed estro le proprie fonti (dai modelli romani a Fischer von Erlach, realizzando non un semplice santuario, bensì una sorta di "tempio regio", con carattere di emblema dinastico.

La chiesa, dedicata alla natività di Maria, è caratterizzata da una slanciata cupola ottagonale alta 65 metri (ma la croce sulla lanterna si trova a 75 metri di altezza dal suolo), ai cui lati sorgono due eleganti campanili gemelli alti 60 metri, e da un alto e profondo pronao in marmo di Gassino a otto colonne corinzie.

L'interno, concepito come un vasto e luminosissimo invaso, è solenne ed a pianta circolare ed è sormontato dalla cupola a doppia volta, sorretta da otto colonne e illuminata da otto finestroni. All'interno si aprono due cappelle principali e quattro secondarie, che custodiscono importanti opere di Claudio Francesco Beaumont, Sebastiano Ricci, Bernardino Cametti, Agostino Cornacchini e Giovan Battista Bernero. La più importante delle cappelle è la Cappella del Voto, alla quale si accede dal breve corridoio a sinistra dell'altare maggiore, nella quale è collocata una statua seicentesca in legno dipinto che raffigura la Madonna e che ricorda il luogo esatto in cui Vittorio Amedeo II avrebbe fatto il voto alla Vergine in occasione dell'assedio di Torino del 1706 (quello in cui si consumò l'eroico sacrificio di Pietro Micca). Si pensa che tale statua della Madonna sia la stessa donata alla preesistente parrocchia di Superga dal Comune di Torino nel 1624.

imageUna scala di 137 gradini conduce alla balconata all'esterno della cupola, da cui si gode di una vista impareggiabile su tutta la città di Torino e, se il cielo è particolarmente limpido, su gran parte del Piemonte e su tutto l'arco delle Alpi Occidentali, dalla Liguria alla Lombardia.

Alle spalle della chiesa si estende un ampio monastero con chiostro, eretto sempre su disegno dello Juvarra, che in origine ospitava la Congregazione dei sacerdoti Regolari, istituita da Vittorio Amedeo II nel 1730, ai quali il re affidò la formazione dell'alto clero. Di quest'epoca rimangono scaffalature settecentesche e parte della biblioteca. La congregazione fu soppressa al tempo della Rivoluzione Francese, ma il monastero è ancora oggi utilizzato dal clero.

Nei sotterranei del complesso barocco fu costruito un grande mausoleo a più vani, che ospita i sepolcri di 58 membri di Casa Savoia, fra cui tutti i re da Vittorio Amedeo II a Carlo Alberto, le regine e tutti i principi dal Settecento in poi (con il trasferimento della capitale a Roma, i sovrani successivi a Carlo Alberto furono sepolti nel Pantheon).

La cappella all'interno delle Tombe Reali, già prevista dallo Juvarra, fu sistemata definitivamente dal 1773 al 1778 per opera di Francesco Martinez e Carlo Amedeo Rana. Nella cappella centrale delle Tombe Reali (che si trova sotto la basilica), con pianta a croce e rivestita di marmi e stucchi dorati, si trova la tomba di Carlo Alberto. Agli angoli smussati di questa cappella si trovano le statue della Fede, della Carità, della Speranza e del Genio delle Arti, opere di Ignazio e Filippo Collino (1778).

In cappelle laterali si trovano le tombe dei re Vittorio Amedeo II (opera di Francesco Martinez), di Carlo Emanuele III, di Vittorio Amedeo III (opera di Filippo Collino), di Vittorio Emanuele I. Nella cripta delle regine è notevole il monumento a Maria Adelaide d'Austria, di Pietro Della Vedova, cui si deve pure il monumento a Maria Vittoria duchessa d'Aosta. Fra le altre regine sono qui sepolte anche Maria Teresa di Lorena, Maria Clotilde di Savoia e Maria Pia regina del Portogallo.
La Basilica di Superga, una delle opere più importanti e imponenti dello Juvarra, costituisce uno dei simboli che caratterizzano la città di Torino ed è una delle mete turistiche più frequentate dai visitatori sia italiani sia stranieri.


Nel retro del complesso barocco di Superga si trova una lapide con croce marmorea che ricorda la tragedia della squadra di calcio del Grande Torino , per cinque anni consecutivi Campione d'Italia, qui annientata il 4 maggio 1949, quando l'aereo che la riportava a casa dopo una partita a Lisbona si schiantò per il maltempo contro il muraglione del complesso architettonico di Superga, causando la morte di tutti i 31 passeggeri (calciatori, allenatori, giornalisti ed equipaggio). Per ricordare l'evento è stato qui realizzato nel 2002 un piccolo museo sulla squadra del Grande Torino, aperto tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.30.

Informazioni:

Informazioni: 0118980083; orari di apertura: apr-ott 9-12 e 15-18, nov-mar 9-12 e 15-17. Ingresso: gratuito alla basilica, a pagamento alla balconata panoramica della cupola ed alle tombe reali.

     Mirò

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