Camillo Cavour a Palazzo Lascaris dal 24 febbraio al 19 marzo 2011
Una mostra, dedicata a Camillo Benso che è stata inaugurata nel gennaio 2010 a Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Napolitano, è diventata itinerante e ricalca l’impostazione del museo cavouriano di Santena (Torino) realizzata per “Italia61”.
La storia di Palazzo Lascaris, attuale sede del Consiglio regionale del Piemonte, è legata alla famiglia Benso di Cavour che ne fu proprietaria per oltre quarant’anni. Nelle sale auliche del palazzo è infatti esposto un suo ritratto, opera di Luigi Fognola del 1868, ispirato al famoso quadro eseguito da Francesco Hayez nel 1864, custodito a Brera.
La biografia di Camillo Benso Conte di Cavour
Camillo Benso conte di Cavour, conosciamo uno degli artefici dell’Unità d’Italia. Uno dei principali protagonisti di questo 2011 dedicato appunto ai 150 anni dell’unificazione.
Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, nobile dei Marchesi di Cavour, Conte di Cellarengo e di Isolabella, noto semplicemente come Conte di Cavour o Cavour nasce il 10 agosto 1810 a Torino , allora capoluogo d'un dipartimento dell'impero napoleonico.
Secondogenito del marchese Michele e della ginevrina Adele di Sellon, Cavour da giovane è ufficiale dell'esercito. Lascia nel 1831 la vita militare e per quattro anni viaggia in Europa, studiando particolarmente gli effetti della rivoluzione industriale in Gran Bretagna, Francia e Svizzera e assumendo i princìpi economici, sociali e politici del sistema liberale britannico.
Rientrato in Piemonte nel 1835 si occupa soprattutto di agricoltura e si interessa di economie e della diffusione di scuole ed asili. Grazie alla sua attività commerciale e bancaria Cavour diviene uno degli uomini più ricchi del Piemonte.
La fondazione nel dicembre 1847 del quotidiano "Il Risorgimento" segna l'avvio del suo impegno politico: solo una profonda ristrutturazione delle istituzioni politiche piemontesi e la creazione di uno Stato territorialmente ampio e unito in Italia avrebbero, secondo Cavour, reso possibile il processo di sviluppo e crescita economico-sociale da lui promosso con le iniziative degli anni precedenti.
Nel 1850, essendosi messo in evidenza nella difesa delle leggi Siccardi (promosse per diminuire i privilegi riconosciuti al clero, prevedevano l'abolizione del tribunale ecclesiastico, del diritto d'asilo nelle chiese e nei conventi, la riduzione del numero delle festività religiose e il divieto per le corporazioni ecclesiastiche di acquistare beni, ricevere eredità o donazioni senza ricevere il consenso del Governo) Cavour viene chiamato a far parte del gabinetto D'Azeglio come ministro dell'agricoltura, del commercio e della marina. Successivamente viene nominato ministro delle Finanze. Con tale carica assume ben presto una posizione di primo piano, fino a diventare presidente del Consiglio il 4 novembre 1852.
Prima della nomina Cavour aveva già in mente un programma politico ben chiaro e definito ed era deciso a realizzarlo, pur non ignorando le difficoltà che avrebbe dovuto superare. L'ostacolo principale gli derivava dal fatto di non godere la simpatia dei settori estremi del Parlamento, in quanto la sinistra non credeva alle sue intenzioni riformatrici, mentre per le Destre egli era addirittura un pericoloso giacobino, un rivoluzionario demolitore di tradizioni ormai secolari. In politica interna mira innanzitutto a fare del Piemonte uno Stato costituzionale, ispirato ad un liberismo misurato e progressivo, nel quale è la libertà a costituire la premessa di ogni iniziativa. Convinto com'era che i progressi economici sono estremamente importanti per la vita politica di un paese, Cavour si dedica ad un radicale rinnovamento dell'economia piemontese.
L'agricoltura viene valorizzata e modernizzata grazie ad un sempre più diffuso uso dei concimi chimici e ad una vasta opera di canalizzazione destinata ad eliminare le frequenti carestie, dovute a mancanza d'acqua per l'irrigazione, e a facilitare il trasporto dei prodotti agricoli; l'industria viene rinnovata ed irrobustita attraverso la creazione di nuove fabbriche e il potenziamento di quelle già esistenti specialmente nel settore tessile; fonda un commercio basato sul libero scambio interno ed estero: agevolato da una serie di trattati con Francia, Belgio e Olanda (1851-1858) subisce un forte aumento.
Inoltre Cavour provvede a rinnovare il sistema fiscale, basandolo non solo sulle imposte indirette ma anche su quelle dirette, che colpiscono soprattutto i grandi redditi; provvede inoltre al potenziamento delle banche con l'istituzione di una "Banca Nazionale" per la concessione di prestiti ad interesse non molto elevato.
Il progressivo consolidamento politico, economico e militare, spinge Cavour verso un'audace politica estera, capace di far uscire il Piemonte dall'isolamento. In un primo momento egli non crede opportuno distaccarsi dal vecchio programma di Carlo Alberto tendente all'allontanamento dell'Austria dal Lombardo-Veneto e alla conseguente unificazione dell'Italia settentrionale sotto la monarchia sabauda, tuttavia in seguito avverte la possibilità di allargare in senso nazionale la sua politica, aderendo al programma unitario di Giuseppe Mazzini, sia pure su basi monarchiche e liberali. Il primo passo da fare era quello di imporre il problema italiano all'attenzione europea e a ciò Cavour mira con tutto il suo ingegno: Il 21 luglio 1858 incontra Napoleone III a Plombières dove vengono gettate le basi di un'alleanza contro l'Austria.
Il trattato ufficiale stabiliva che: la Francia sarebbe intervenuta a fianco del Piemonte, solo se l'Austria lo avesse aggredito; in caso di vittoria si sarebbero formati in Italia quattro Stati riuniti in una sola confederazione posta sotto la presidenza onoraria del Papa ma dominata sostanzialmente dal Piemonte: uno nell'Italia settentrionale con l'annessione al regno di Sardegna del Lombardo-Veneto, dei ducati di Parma e Modena e della restante parte dell'Emilia; uno nell'Italia centrale, comprendente la Toscana, le Marche e l'Umbria; un terzo nell'Italia meridionale corrispondente al Regno delle Due Sicilie; un quarto, infine, formato dallo Stato Pontificio con Roma e dintorni. In compenso dell'aiuto prestato dalla Francia il Piemonte avrebbe ceduto a Napoleone III il Ducato di Savoia e la Contea di Nizza.
Appare evidente che un simile trattato non teneva assolutamente conto delle aspirazioni unitarie della maggior parte della popolazione italiana, esso mirava unicamente ad eliminare il predominio austriaco dalla penisola.
La II guerra d'indipendenza permette l'acquisizione della Lombardia, ma l'estendersi del movimento democratico-nazionale suscita nei francesi il timore della creazione di uno Stato Italiano unitario troppo forte: l'armistizio di Villafranca provoca il temporaneo congelamento dei moti e la decisione di Cavour di allontanarsi dalla guida del governo.
Ritornato alla presidenza del Consiglio Cavour riesce comunque ad utilizzare a proprio vantaggio la momentanea freddezza nei rapporti con la Francia, quando di fronte alla Spedizione dei Mille e alla liberazione dell'Italia meridionale poté ordinare la contemporanea invasione dello Stato Pontificio. L'abilità diplomatica di Cavour nel mantenere il consenso delle potenze europee e la fedeltà di Giuseppe Garibaldi al motto "Italia e Vittorio Emanuele II " portano così alla proclamazione del Regno d'Italia, il giorno 17 marzo 1861.
Il 6 giugno 1861, a meno di tre mesi dalla proclamazione del Regno d'Italia, Cavour moriva a Torino nel palazzo di famiglia. La sua fine suscitò immenso cordoglio, anche perché del tutto inattesa, ed ai funerali vi fu straordinaria partecipazione.
Secondo l'amico Michelangelo Castelli le ultime parole del conte furono: "L'Italia è fatta - tutto è salvo", così come le intese al capezzale Luigi Carlo Farini.
Cavour è stato ricordato in molti modi. Due città italiane hanno aggiunto il suo nome a quello originario: Grinzane Cavour, di cui Camillo Benso fu sindaco, e Sogliano Cavour per celebrare la ritrovata unità nazionale. Gli sono state dedicate numerose vie e piazze e numerose statue. Nel 2010 è stata coniata una moneta da 2 euro commemorativa che lo raffigura. La tomba di Cavour si trova a Santena posta nella cripta sotto la cappella di famiglia e dichiarata monumento nazionale nel 1911.
La nave da battaglia Conte di Cavour e la portaerei Cavour (CVH-550) sono state così battezzate in suo onore.
A Cavour è dedicato un tipo di caramella di liquirizia aromatizzata alla violetta: le cosiddette sénateurs.
Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia
e Ministro degli esteri
Durata mandato
23 marzo 1861 – 6 giugno 1861
Monarca
Vittorio Emanuele II
Predecessore
fondazione del Regno
Successore
Bettino Ricasoli
Presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna
Durata mandato
4 novembre 1852 – 19 luglio 1859
Monarca
Vittorio Emanuele II
Predecessore
Massimo d'Azeglio
Successore
Alfonso Ferrero La Marmora
Durata mandato
21 gennaio 1860 – 23 marzo 1861
Predecessore
Alfonso Ferrero La Marmora
Successore
fondazione del Regno d’Italia
Ministro dell'agricoltura e del commercio del Regno di Sardegna
Durata mandato
11 ottobre 1850 – 11 maggio 1852
Presidente
Massimo D'Azeglio
Predecessore
Pietro di Santarosa
Ministro delle finanze
del Regno di Sardegna
Durata mandato
19 aprile 1851 – 11 maggio 1852
Presidente
Massimo D'Azeglio
Predecessore
Giovanni Nigra
Successore
Luigi Cibrario
Partito politico
Destra storica, Connubio, Unione Liberale.
Onorificenze
Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia
Medaglia d'Argento ai Benemeriti della Liberazione di Roma 1849-1870 (postuma)
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié (Impero Ottomano)
Mirò
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