Il Museo dell’Automobile “Carlo Biscaretti di Ruffia” di Torino riaprirà il 20 Marzo 2011 completamente rinnovato.
Il Museo dell’Automobile, di Torino è custode di una collezione unica in Europa e ha intrapreso nel 2005 una ristrutturazione radicale. Il progetto è stato affidato all’Architetto Cino Zucchi, Recchi Engineering srl e Proger spa, mentre il noto lo scenografo François Confino – già ideatore del Museo del Cinema – è stato incaricato di curare il nuovo allestimento. L’obiettivo dell’operazione è trasformare il Museo dell’automobile di Torino da luogo per soli specialisti a meta attrattiva per un pubblico il più ampio possibile.
L’intervento aumenterà innanzitutto la superficie dell’esposizione e dei servizi, dagli attuali 11.000 a 19.000 metri quadrati. Il nuovo allestimento racconterà, attraverso l’evoluzione dell’auto (trasformata da mezzo di trasporto a oggetto di culto), i passaggi epocali della società italiana, attraverso scenografie ed effetti speciali che “metteranno in scena” le auto in rapporto ai grandi avvenimenti di ogni periodo.
Il Museo dell’automobile di Torino integrerà alla funzione espositiva altre funzioni di relax, intrattenimento e approfondimento culturale: una nuova biblioteca e un bookshop, uno spazio incontri realizzato in una corte vetrata, un ristorante con terrazza collegato direttamente all’auditorium, completamente ristrutturato, in modo tale che il pubblico potrà accedere a questi servizi senza dover attraversare le sale espositive.
La Storia del Museo Dell’Automobile di Torino
Il Museo dell’Automobile di Torino nasce nel 1932 da un’idea di due pionieri del motorismo nazionale, Cesare Goria Gatti e Roberto Biscaretti di Ruffia (primo Presidente dell’Automobile Club di Torino e tra i fondatori della Fiat), e figura tra i più antichi Musei dell’Automobile del mondo.
Nel 1933 Giuseppe Acutis, presidente dell'Associazione dei Costruttori di Autoveicoli, invitò Carlo Biscaretti di Ruffia e Giuseppe di Miceli, allora direttore dell'Automobile Club di Torino, ad organizzare una Mostra Retrospettiva nell'ambito del Salone di Milano, per sondare l'interesse degli appassionati in vista di eventuali sviluppi.
Carlo Biscaretti era stato fin da giovanissimo a fianco del padre Roberto, dedicando alla passione per i motori tutta la sua attività di artista, tecnico e giornalista. Riuscì così ad ottenere in prestito una trentina di vetture che furono presentate al Salone, dove ottennero molto successo.
Il 19 luglio 1933 la Città di Torino deliberò di fondare il museo, nominando un apposito comitato promotore. Pochi giorni dopo, la Città affidò a Carlo Biscaretti l'incarico di "ordinatore provvisorio", che sarebbe durato vent'anni.
Il problema principale era trovare una sede adatta. Le acquisizioni vennero concentrate inizialmente in un magazzino di via Andorno, nella ex Fabbrica Aquila Italiana (la collezione avrebbe poi cambiato indirizzo altre quattro volte prima di approdare a quello definitivo di corso Unità d'Italia) finché nel 1938 si giunse al trasferimento del materiale esistente, costituito ormai da un centinaio di vetture e telai, una biblioteca e un archivio, nei locali ricavati sotto le gradinate dello Stadio Comunale, aperti ufficialmente al pubblico nel maggio 1939. La sistemazione non era però molto funzionale. Gli ambienti erano inadatti, con sbalzi di temperatura che scoraggiavano l'affluenza dei visitatori e danneggiavano i materiali. Durante la seconda guerra mondiale la collezione rimase pressoché intatta sia durante i bombardamenti sia durante la successiva presenza delle truppe alleate, ma la biblioteca e l'archivio andarono in parte distrutti o dispersi.
Un'Aquila Italiana e una Temperino custodite dal Museo
Dopo il conflitto, si ritornò a parlare di una nuova sistemazione e di una strutturazione definitiva dell'Ente. L'Associazione dei Costruttori cominciò ad interessarsi del Museo e nel luglio 1955 decise di promuovere la costruzione una nuova sede. Il terreno fu trovato in corso Unità d'Italia, di proprietà del Comune di Torino; i finanziamenti furono assicurati dalle fabbriche di automobili e dalla famiglia Agnelli, alle quali si aggiunsero presto le case di pneumatici, le compagnie petrolifere, le banche cittadine ed altri enti.
Mentre cominciavano i lavori per la costruzione, l'Ente "Museo dell'Automobile" nacque ufficialmente il 22 febbraio 1957 con rogito notarile, e fu riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica l'8 ottobre dello stesso anno. Carlo Biscaretti di Ruffia fu nominato presidente del consiglio di amministrazione. Alla sua morte, avvenuta nel settembre 1959, il consiglio deliberò all'unanimità che l'istituzione portasse il suo nome, a ricordo del suo impegno per la costruzione del museo. Il museo fu solennemente aperto al pubblico il 3 novembre 1960.
Nel corso della sua storia, il museo si è arricchito di nuove sezioni: il Centro di Documentazione e la Biblioteca. Nel 1975 la biblioteca ed il centro si sono notevolmente arricchiti di libri, documenti originali e fotografie, grazie al lascito Canestrini.
Negli ultimi anni sono diventati sempre più evidenti i limiti dell'edificio, soprattutto per la mancanza di spazi espositivi, ormai saturi. Dal 10 aprile 2007, il Museo Nazionale dell’Automobile “Carlo Biscaretti di Ruffia” è chiuso per ristrutturazione, infatti sta affrontando una trasformazione che ne segnerà profondamente la vita e l’immagine e condurrà ad una vera e propria rifondazione dell’Ente. In accordo con la Città di Torino, proprietaria dell’immobile, e con il concorso di altre importanti istituzioni, il Museo ha deciso di procedere ad una radicale ristrutturazione dell’edificio esistente e ad un completo rivolgimento dell’allestimento interno e del percorso espositivo. In sintonia con molti esempi europei contemporanei, le funzioni propriamente espositive saranno integrate da una serie di attività complementari che faranno vivere il Museo dell’Automobile a tutte le ore del giorno e della sera; diventando un elemento trainante del rinnovo urbano del quadrante sud della città.
La collezione
Il percorso espositivo tra i pezzi più pregiati comprende la « vettura a vapore Bordino del 1854; il primo modello Benz del 1893 con il cambio di velocità a cinghie; il primo modello Peugeot del 1894; la Bernardi del1896; la prima automobile Fiat del 1899, priva ancora di retromarcia; il primo modello Oldsmobile del 1904; la Fiat del 1907 che vinse il Gran Premio dell'ACF; l'Itala 35/45 HP che nel 1907 vinse il Raid Pechino-Parigi; l'Itala "Palombella" del 1909 appartenuta alla regina Margherita; la Rolls-Royce Silver Ghost del 1914; (...) l'Alfa Romeo P2 del 1930; la Ferrari 500 F2 con cui Alberto Ascari vinse il titolo mondiale nel1952; la Ferrari 126 C2 con cui Gilles Villeneuve corse nel 1982.
Il museo comprende attualmente più di 200 vetture e telai e una ventina di motori, di circa ottanta marche diverse, per la maggior parte ormai scomparse, in rappresentanza di otto paesi (Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Spagna Stati Uniti, Polonia). Tra i molti ed importanti pezzi storici, come si è detto, anche la prima vettura circolante in Italia: una Peugeot Type 3 del 1893, appartenuta alla famiglia Rossi.
Mirò
Fonte Wikipedia
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