venerdì 11 febbraio 2011

Pernigotti, torrone e cioccolato a Novi Ligure dal 1860

Nella seconda metà dell'Ottocento Novi Ligure (Al) si avvia a diventare un moderno centro industriale basato soprattutto sull'industria della seta e sulle filande.
In questo scenario Stefano Pernigotti crea nella Piazza del Mercato una piccola drogheria, rinomata già dal 1860 per la rivendita di "droghe e coloniali" e per la produzione di un pregiato torrone. È così che inizia la storia della Pernigotti.

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Con lo scopo di ampliare il proprio commercio e di unirvi un'attività industriale in campo dolciario, Stefano Pernigotti decide di costituire una società insieme al figlio Francesco di 25 anni: il 1° giugno 1868 nasce ufficialmente la "Stefano Pernigotti & Figlio".

La prima specialità della ditta è il torrone, rinomato in Italia e nel mondo al punto da far diventare la Pernigotti fornitore del Re. Nel 1882 la Pernigotti può fregiarsi dello stemma reale grazie ad una concessione di Re Umberto I.

Dal carteggio tra il Ministero dell’agricoltura, industria e commercio e la Sottoprefettura di Novi a proposito della concessione dello Stemma Reale, si evince che la ditta produce rosolio, acquavite, mostarda e, naturalmente, il torrone. Ben presto, però, si affiancano altre specialità e la ditta cresce.

Già nel 1907 lo stabilimento della Pernigotti è dotato di 7 caldaie a gas, di un macchinario specializzato per mondare le mandorle e per tagliare il torrone ed è fornito di modernissimi ascensori e vasti magazzini per la spedizione dei prodotti.
Nel 1910 un grave incendio rischia di distruggere la fabbrica, proprio poco prima delle dure restrizioni imposte dalla guerra: per la fabbrica inizia un periodo drammatico, segnato anche dalla scomparsa di Stefano, figlio di Francesco.

Nonostante tutto la Pernigotti riesce a resistere alla crisi dell'industria dolciaria nazionale degli anni Venti. Il divieto imposto dal governo nel 1914 di utilizzare lo zucchero per i prodotti dolciari viene superato con un'intuizione di Francesco: aumentare la quantità di miele.
È con Paolo Pernigotti, "u sùru Paulo", subentrato al padre Francesco nel 1919, che la produzione alla Pernigotti si amplia e l'azienda diventa un'industria competitiva e di rilievo del comparto dolciario.

Nel 1927 la Pernigotti aggiunge alla produzione del torrone quella del cioccolato. Ispirandosi all'esperienza dei pasticcieri piemontesi lancia un prodotto tipico della regione: il gianduiotto.

altIl Diploma di Gran Premio, conseguito nel 1928 in occasione dell'Esposizione Nazionale ed Internazionale di Torino , costituisce il miglior riconoscimento al prodotto.Sempre per volontà di Paolo Pernigotti, nel 1936 viene avviata una nuova produzione: quella dei preparati per gelateria, che nel tempo diventerà uno dei punti di forza dell'azienda.

L'8 Luglio 1944 gli edifici della Pernigotti vengono coinvolti nel terribile bombardamento aereo, da parte degli americani, di un'ampia zona del centro storico. La fabbrica è ridotta in macerie.
Ancora una volta la volontà e lo spirito di Paolo Pernigotti permettono la ricostruzione: lasciata la sede di via Mazzini, la fabbrica si trasferisce in Viale della Rimembranza, nei locali degli ex magazzini militari, dove ancora oggi ha sede.

Nel nuovo stabilimento produttivo la Pernigotti, che già nel 1935 aveva acquisito la Sperlari (una piccola azienda specializzata nella produzione di torroni), continua a differenziare ed accrescere la propria gamma di prodotti e nel 1950 inizia anche la produzione di caramelle. Negli anni Sessanta subentra alla guida dell'azienda il figlio di Paolo, Stefano Pernigotti.

Nel 1971 la Pernigotti acquista anche la Streglio, un'azienda specializzata nella lavorazione del cacao, che diventa leader nel mercato anche con nuovi prodotti, come le gelatine incartate.

Furgone storico  Pernigotti

Negli anni Ottanta l'azienda affronta un periodo di crisi e, prima la Sperlari (1981) poi la Streglio (2000), vengono cedute.

Alla fine del 1994 Stefano, rimasto senza eredi, prende la decisione di cedere lo storico marchio novese al Gruppo Averna. I primi anni della nuova gestione non sono facili, ma si giunge, nel 1999, al risanamento dell'azienda.
Nell'ultimo decennio inizia anche un intenso lavoro di internazionalizzazione che vede un crescente sviluppo sui mercati esteri.

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Fonte: Storia e Cultura dell’industria

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