venerdì 4 febbraio 2011

Torino Magica: Il Miracolo di Torino del 6 giugno 1453

Il Miracolo di Torino del 6 giugno 1453, si mette tra la credenza religiosa, la Torino magica o semplicemente una storia metropolitana dell’epoca. Ognuno farà la sua riflessione.

Nella navata della cappella del SS. Sacramento del duomo di Pinerolo, sulla parete di destra, un grande dipinto delineato, come gli altri qui presenti, dal pittore Rollini ed eseguito dal prof. Marchisio nel 1888 (da: Cattedrale di San Donato, Pinerolo; a cura del can. A:Boiero), raffigura il momento culminante di quell'evento storico-miracolistico (storico perché riportato in documenti ufficiali del periodo e miracolistico per il suo "contenuto" religioso) passato alla Storia come il Miracolo di Torino ed avvenuto appunto in questa città il 6 giugno del 1453.

Da allora il ricordo della vicenda è stato sempre molto vivo nella memoria collettiva popolare, fino a diventare una delle rappresentazioni mentali meglio definite del concetto di miracolo e, forse, anche per questa ragione, essa è continuata ad essere testimoniata iconograficamente in molte chiese piemontesi almeno fino al secolo scorso.

Il Miracolo di Torino

L'intera storia era però incominciata ad Exilles in Val di Susa, quando, durante il saccheggio del paese da parte delle truppe di Ludovico di Savoia a seguito della sua riconquista, veniva trafugata dal tabernacolo della chiesa parrocchiale una pisside d'oro che, con altra refurtiva, venne poi caricata su di un mulo (o di un asino) e quindi trasportata a Torino.

Qui, l'animale si sarebbe fermato improvvisamente e, nonostante le bastonate e le urla dei suoi conducenti per farlo proseguire, si sarebbe inginocchiato, facendo cadere a terra tutta la preziosa refurtiva tra cui la pisside, dalla quale si liberò l'Ostia che si innalzò subito verso il cielo, rimanendo poi sospesa nell'aria.

'incredibile episodio richiamò in un attimo sul posto una moltitudine di persone e fu solo con l'arrivo del vescovo di Torino, Ludovico Romagnani, che l'Ostia, tra la gente attonita, ridiscese e venne accolta nel calice del presule.

Mentre di solito è questo finale sorprendente ad essere giustamente più raffigurato, nella navata di sinistra della chiesa di Exilles, un tabernacolo in legno dorato, rimasto vuoto dal momento del furto sacrilego, ed un quadro raffigurante, al centro in basso, un individuo che sta bastonando un mulo inginocchiato, ricordano invece la parte più "terrena" della vicenda, privilegiata dal racconto popolare, comunque rispettoso in questo caso dell'essenzialità dei fatti.

Due annotazioni conclusive: il vescovo Romagnani era nato a Vigone, dove sul frontespizio della casa natale - riportava il Corriere Alpino una - quarantina d'anni fa - era stata collocata un'epigrafe proprio in ricordo dell'episodio miracoloso, mentre sopra il portone dell'abitazione, il pittore locale Baretta riprodusse ex novo, su di un precedente affresco ormai cancellato dal tempo, l'episodio raccontato.

Sul luogo dove il mulo si sarebbe fermato, la tradizione vuole che fosse in seguito sorta la chiesa del Corpus Domini, destinata a diventare uno dei luoghi religiosi più cari ai fedeli di Torino.

         Mirò

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