martedì 8 marzo 2011

Lancia, storia di una storica casa automobilistica Torinese

Lancia, Torino storia e mito di una casa automobilistica.

La società in nome collettivo Lancia e C.viene costituita a Torino il 29 ottobre 1906 da Vincenzo Lancia, fino ad allora pilota e collaudatore Fiat, e da Claudio Fogolin. Il capitale iniziale di 100 mila lire viene suddiviso in parti uguali tra i due soci. L'attività inizia in uno stabile di via Ormea, precedentemente occupato dall'Itala, con trenta operai.
Nel febbraio 1907 un incendio danneggia la fabbrica. Viene così compromessa l'uscita del primo modello, una vettura a 24 CV., mai più immessa sul mercato.

Nello stesso anno viene realizzata la prima vettura Lancia destinata al pubblico: la 12 Hp, meglio nota come Alfa. A questo iniziale successo, tra il 1908 e il 1910, seguono: la Dialfa, la Beta, dotata di motore monoblocco, e la Gamma, la più veloce tra le prime Lancia.
Sono vetture leggere ma compatte, rifinite ma funzionali, rivolte ad una clientela di intenditori di
fascia medio-alta pur mantenendo un prezzo ragionevole (dalle 10 alle 14 mila lire per l'Alfa).

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Il 14 gennaio 1911 la Lancia si trasferisce in via Monginevro. I due soci si dividono i ruoli: Fogolin assume la carica di direttore commerciale, Vincenzo quella di direttore generale. Questi attua un programma di consolidamento e sviluppo; viene infatti realizzata una carrozzeria da affiancare all'officina generale e gli operai diventano 390.
Negli anni successivi si realizzano diversi modelli: la Delta, con la versione sportiva
Didelta, la Epsilon (1912), la Eta (1913), e la Zeta. Sempre nel 1913 escono il primo autocarro Lancia, l'1Z, e la Theta, prima vettura europea con impianto di illuminazione elettrica.

Molte delle vetture sinora prodotte riscuotono successi nel mondo delle gare automobilistiche, italiane ed estere, cui Lancia decide di partecipare a partire dal 1908.
Durante la Prima guerra mondiale la Lancia conta 600 addetti e diventa stabilimento ausiliario: pur avendo aperto un reparto aeroplani, limitato solo al piano progettuale, è la produzione di autoveicoli ad assorbire la maggior parte delle risorse aziendali. Hanno particolare successo gli autocarri e i
camion, vengono realizzati i nuovi Jota e Diota. Nonostante prevalga la produzione di grossi veicoli, l’impresa continua ad essere pubblicizzata quale simbolo di lusso ed eleganza.

Nel 1918 Fogolin si ritira dalla società e il patrimonio aziendale, in costante crescita, passa nelle mani di Vincenzo Lancia.
L'immediato dopoguerra crea problemi di riconversione. Nonostante le difficoltà e il bilancio in perdita, nel 1919 viene presentata la
Kappa, auto di grande potenza e lusso. Seguono la Dikappa del 1921, la Trikappa del 1922 e i due autocarri Triota e Tetraiota. Nel 1922 esce anche la Lambda, un vero successo di mercato con i suoi 13 mila esemplari prodotti fino al 1930.

Nel corso degli anni Venti la Lancia riesce a confermare il suo carattere di impresa di nicchia e a superare il periodo di crisi che porta diverse case medio-piccole (comeItala, Scat e OM) ad uscire dal mercato o ad essere riassorbite nell'orbita Fiat.
A partire dal 1930, quando diventa Spa, la Lancia subisce un calo di vendite ed esportazioni a causa della crisi del mercato. Le perdite sono parzialmente compensate dal successo dell'ultima serie Lambda e dall'elegante
Di lambda (1928).

Negli anni successivi l'azienda attua una politica di differenziazione produttiva. Nascono le vetture Artena ed Astura e i veicoli industriali per il trasporto passeggeri quali RO, Esajota e Omicron. L'aumento delle vendite si registra però nel 1933 con una piccola vettura a prezzo relativamente contenuto: l'Augusta.

imageNel 1935 viene decisa la costruzione di uno stabilimento a Bolzano, operativo dal 1943, e poco dopo viene prodotta l'Aprilia. I successi e gli utili registrati non riescono però a celare i primi segni di una saturazione produttiva.

L'improvvisa morte di Vincenzo Lancia il 15 febbraio 1937 priva l'azienda di una guida carismatica. La moglie, Adele Miglietti, subentra come presidente ed amministratore unico della società. Nel 1938 arriva in Lancia Vittorio Jano che riveste il ruolo di progettista leader della casa.
Gli anni della seconda guerra mondiale sono particolarmente difficili: la
produzione di auto diminuisce per lasciare spazio ai camion della serie RO adibiti a usi militari.
Le limitazioni statali, i
bombardamenti e la crisi di materie prime fanno registrare anni di perdita fino al 1945.

Nell'ottobre 1948 la direzione generale passa a Gianni Lancia, figlio di Vincenzo. I problemi societari sono gravi: caduta della produttività, sovraoccupazione, mancata divisione dei compiti tra Torino e Bolzano. Per contrastarli nel 1950 viene proposta l'Aurelia.
Tra il
1951 e il 1953 una serie di commesse pubbliche, per lo più militari, consente alla Lancia di assumere nuovamente un ruolo rilevante nella produzione di mezzi pesanti. Nel 1953 viene presentata l'Appia, che però ha scarso successo subendo la concorrenza della Giulietta Sprint.

In questi anni la Lancia si dedica molto all'attività sportiva. Gianni Lancia, appassionato di gare come il padre, crea una Squadra Corse. Grazie al modello Tipo D del 1953 e l'esordio in Formula 1 con Ascari e Villoresi (1954), la Lancia consegue risultati di rilievo, cui però non corrispondono successi sul piano produttivo.
Il sogno di Gianni svanisce presto; nel
1955, dopo un insuccesso al Gran premio d'Europa e la morte, di lì a poco, di Ascari, l'azienda rinuncia alle corse e cede il parco macchine alla Ferrari.

Nel 1955 Gianni Lancia lascia l'azienda e parte per il Sud America. Nello stesso anno Carlo Pesenti, proprietario della Italcementi, inizia le trattative per il rilevamento della maggioranza azionaria Lancia.
Nel 1958 si registra il totale passaggio della Lancia a Pesenti che assume la carica di vicepresidente ma ne delega il comando a Eraldo Fidanza. La crisi aziendale continua: il nuovo modello, la
Flaminia, non ha particolare successo e anche i veicoli industriali non riscuoto più molti consensi.

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Fidanza rileva le carenze delle precedenti gestioni e attua un programma di risanamento. Propone una migliore divisione della produzione tra Torino e Bolzano (destinata ora a produrre solo automezzi e bus), la costruzione di un nuovo stabilimento a Chivasso, il rinnovamento dei macchinari e il miglioramento della rete commerciale.
Altre azioni intraprese da Fidanza sono i numerosi licenziamenti e l'annullamento di 500 mila azioni, possedute per lo più dai Lancia che escono così definitivamente dall'azienda (1959).

Le misure adottate determinano un aumento della produzione e un incremento delle vendite anche all’estero. Tuttavia, nel 1960 Fidanza rassegna le proprie dimissioni in seguito a divergenze con il progettista Antonio Fessia. Viene nominato nuovo presidente Massimo Spada, mentre la direzione generale è affidata a Guido Calbiani.
Nel 1960, inoltre, viene prodotta la
Flavia e tre anni dopo segue la Fulvia, che riscuote grande successo.

Nel 1964, anno nero per il mercato automobilistico, la Lancia vede crollare produzione e fatturato. La crisi è frutto di errate scelte imprenditoriali che vanificano gli sforzi intrapresi a partire dal 1958. Gli impianti sono infatti usati solo al 66%, sono ancora scarsi i collegamenti tra gli stabilimenti di Torino e Chivasso e l'organizzazione commerciale è carente.
Gli investimenti effettuati tra il 1965 e il 1969 non mirano a creare nuovi reparti ma a ultimare quelli già presenti, con grande dispendio di mezzi e risorse economiche.

Nel 1968 muore Antonio Fessia e un nuovo tracollo fa scendere la Lancia al 2,4% della produzione nazionale, ormai superata da Alfa Romeo e Autobianchi. Pesenti, dopo aver avviato contatti con le maggiori case tedesche per la cessione dello stabilimento di Bolzano, è costretto, tra l’ottobre e il novembre 1969, a cedere il pacchetto azionario della società alla Fiat.
Lancia decide allora di puntare sul
Reparto Corse, che, pur con mezzi ridotti, riscuote successi nei rally con la Fulvia Coupé, versione sportiva della precedente Fulvia.

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Vengono così prodotti i primi modelli sotto il controllo Fiat: la Beta, la Gamma(1976), e soprattutto la Stratos. Questa, presentata come prototipo nel 1970 e prodotta dal 1972, riscuote enorme successo e vince i campionati del mondo di rally dal 1974 al 1976. Nel 1979 viene presentata la Delta, destinata a vincere sei titoli mondiali rally consecutivi dal 1987 al 1992.
I modelli lanciati negli anni Ottanta sono la
Prisma(1982), poi sostituita dalla Dedra dal 1989, la Thema e la utilitaria Y10.

Gli anni '90 vedono il lancio della K (1994) e della Lancia Y, presentata nel 1995. All'inizio del Duemila la Lancia risente della crisi finanziaria che investe il gruppo Fiat che, comunque, vede nel marchio una possibile risposta al mercato dell'auto di lusso. A questo scopo vengono lanciate la Thesis (2002), la Lybra, la più piccola Ypsilon (2003) e le monovolume Musa e Phedra.

     Mirò

Fonte: Storia e Cultura dell’industria

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