Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 12, Contesto alla nascita dell'impero carolingio
Come visto, nell'anno 773 Carlo Magno entra in Piemonte, sottomette i territori longobardi, e riorganizza il governo dei territori occupati. La sua occupazione si estende a tutta Europa, e nell'anno 800 viene fondato il Sacro Romano Impero, che dà un nuovo assetto all'Europa.
Il vastissimo impero è tale da non poter essere governato in dettaglio dal centro, e dunque, in particolare nei territori periferici, viene suddiviso in Contee, che vengono affidate a persone di fiducia dell'Imperatore, capaci e fedeli.
L'investitura imperiale costituisce titolo di nobiltà. Accanto a Conti di origine franca, vi sono anche conti di origine longobarda. Nelle aree di importanza strategica queste Contee sono raggruppate in "Marche", ed uno dei Conti riceve potere, di carattere essenzialmente militare, sugli altri ed è costituito "Marchese" su un territorio piuttosto vasto.
Si stabilisce così una struttura gerarchica di potere, al culmine della quale si trova l'Imperatore, che ha dei Vassalli che dovrebbero rispondere a lui. A loro volta i Vassalli hanno dei loro Vassalli, o Valvassori, ed infine si crea ancora un terzo livello, quello dei Valvassini. Il potere su di un territorio comporta il disporne dei beni, ma anche delle persone che producono questi beni. Tutti dovrebbero governare in nome dell'Imperatore, al quale sono legati da giuramento di fedeltà, ma vi sono alcuni signori sono titolari anche di diritti dei quali non sono tenuti a rispondere a nessuno.
Si parte dal principio che tutto il territorio è demaniale e sottoposto all'Imperatore. Vi sono due modi di investire qualcuno della conduzione di un territorio, di cui il primo è l'infeudazione, nella quale il territorio resta demaniale, è governato dal Conte, e concorre con le sue rendite ai beni dell'Impero, il secondo è l'allodio, nel quale il territorio diventa di proprietà privata di chi ne è investito. Succederà che spesso i Conti tratteranno i beni demaniali come beni privati.
La massima autorità riconosciuta come autorità, non solo morale, è quella del Papa, il quale conferma il potere dell'Imperatore, incoronandolo, quasi a sancire che il suo potere è secondo il volere di Dio. Se l'Imperatore venisse scomunicato, i suoi sudditi sarebbero sciolti dal dovere morale di obbedirgli.
Tutte queste investiture, diritti, privilegi, sono in teoria revocabili, ma in pratica si dimostra che una revoca non è possibile. In realtà i comitati non sono ereditari ed il Conte è un funzionario dell'Imperatore. Alla morte del Conte, o in caso di revoca, l'Imperatore può confermare il comitato al discendente o scegliere un altro Conte. In pratica i Comitati tendono presto a diventare ereditari e non revocabili, ed in effetti lo diventano, secondo la cosiddetta "Legge Salica", che dovrebbe invece riferirsi ai soli regnanti. Capiterà che, ognuno interpretando questa legge a suo vantaggio, più signori vantino diritti sullo stesso territorio.
Anche la Chiesa ha una struttura gerarchica con il Papa a capo ed i Vescovi che guidano le varie diocesi. I Vescovi hanno già fatto funzioni di supplenza del potere civile quando questo non era in grado di sviluppare le necessarie competenze, e presto ottengono diritti su territori, come veri feudatari. Alcuni Vescovi, oltre alla giurisdizione su quanto la diocesi ha ricevuto in dono, otterranno veri e propri titoli comitali. Inoltre anche le Abbazie, fondate da nobili, ricevono giurisdizione su terreni, ed altri diritti, donazioni, e così via. Si forma un intreccio di poteri che porta rapidamente a scontri tra Chiesa ed Impero, tra Papa ed Imperatore.
Non esistono norme generali scritte che regolino questi rapporti di potere, che finiscono per essere basati sulla forza, sull'inganno e l'astuzia. Nessuno ha potere sufficiente a far rispettare le gerarchie, e le lotte tra Vassalli sono continue, con alleanze che si formano, si disfano e vengono tradite con molta facilità, e matrimoni fatti per ottenere diritti o per sancire alleanze, in un intreccio sempre più complesso.
Tra la popolazione vi sono (poche) persone libere che però devono essere proprietari terrieri. Altri, che lavorano, hanno uno stato di libertà parziale, con molte restrizioni. Vi sono poi servi e contadini non proprietari che si trovano in stato simile a schiavitù, legati alla terra che lavorano. La sola possibilità di affrancarsi è quella di entrare in un ordine monastico.
Mirò
Tutti i link ai Capitoli li trovate nel post di introduzione alla Piccola Storia del Piemonte
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