Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 9°, i Barbari.
I problemi per l'impero romano iniziano nell'anno 376, nel quale i Goti, pressati a est da altri popoli, vengono autorizzati a passare il Danubio ed entrare nei confini dell'impero. I Goti sono oggetto di soprusi da parte di comandanti locali, e questo provoca la loro ribellione.
Intanto, alla fine del quarto secolo, carestie e pestilenze provocano disastri anche in Piemonte dove iniziano scorrerie di eserciti ribelli all'imperatore. Nell'anno 402 arriva in Piemonte da est l'esercito dei Visigoti di Alarico, che assedia Asti ed è poi battuto a Pollenzo. Il comandante delle truppe imperiali è un barbaro romanizzato: Stilicone. La battaglia si svolge in località Colle della Vittoria, poi chiamato dalla tradizione Santa Vittoria d'Alba.
Un nuovo esercito barbaro, quello di Radagaiso, nel 405 passa il Monginevro ed attraversa il Piemonte saccheggiandolo. Ancora Stilicone batterà questo esercito, ma in Toscana. Negli anni successivi eserciti romani contrapposti, prima quello di un generale di Stilicone e poi quello dell'usurpatore Costantino III, attraversano il Piemonte. Sono composti da mercenari barbari che sempre saccheggiano i posti attraversati.
Una nuova carestia si verifica nel 411. I Visigoti, saccheggiata Roma risalgono la penisola e riattraversano il Piemonte distruggendo e saccheggiando. Ancora vi è qualche scorribanda di Burgundi, Svevi, Alamanni fermata dagli imperiali nel 435, ma sostanzialmente una certa tranquillità si ha fino al 450, quando scoppia una terribile carestia in tutta l'Italia, aggravando condizioni di vita già critiche.
Non si sa se gli Unni di Attila si siano spinti fino al territorio piemontese, di certo in Piemonte transitano ancora un esercito di Burgundi ed uno di Ostrogoti. Nel 476 gli Eruli di Odoacre, che formano il grosso dell'esercito imperiale in Italia, si ribellano e depongono l'ultimo imperatore in occidente, Romolo Augustolo.
La parte sud orientale del Piemonte è coinvolta nei saccheggi che ne conseguono. Odoacre è padrone dell'Italia, ma l'imperatore d'oriente si accorda con Teodorico, re degli Ostrogoti, per eliminare Odoacre. Un esercito di Visigoti passa per il Piemonte verso il 490, in appoggio di Teodorico. L'anno successivo calano in Piemonte dalle Alpi occidentali orde di Burgundi che saccheggiano distruggono e portano via migliaia di persone, di cui qualche anno dopo verrà ottenuta la liberazione dietro pagamento. Intanto, nel 496, si verifica ancora una terribile carestia, a conclusione di un secolo disastroso per il Piemonte.
Il regno di Teodorico porta un periodo di tranquillità al Piemonte disastrato, con città spopolate in cui rimangono il Vescovo e qualche notabile, le campagne con contadini scarsi e ridotti ad uno stato di servitù, con pochi latifondisti insediati nelle loro ville, le strade disastrate, i terreni coltivati ridotti. In Piemonte è difficile rintracciare dei reperti del periodo, e da quelli che si hanno emerge una certa influenza della cultura germanica. Il latino permane la lingua ufficiale, con sicuri imbarbarimenti, ma è solo la lingua delle classi alte.
Difficile dire quale sia la lingua del popolo, ora che la presenza d'oltralpe e germanica è notevole. Si può supporre che le vallate alpine, in particolare quelle secondarie, mantengano più che non le città e le pianure, antiche culture e tradizioni, nonché antichi linguaggi.
Alla morte di Teodorico nascono nuovamente contrasti, questa volta di carattere ereditario, e l'imperatore d'oriente Giustiniano tenta di riconquistare l'Italia. Il suo generale Belisario ha successo e risale la penisola. I Goti del Piemonte accorrono a tentare di fermare Belisario, ma le Alpi restano senza un presidio sufficiente, e questo fa riprendere le scorribande di Burgundi e Franchi.
Siamo negli anni attorno al 550. Il goto Sisige, che governa Susa, constatato che non è in grado di fermare le scorribande d'oltralpe, trova il modo di accordarsi con i Bizantini. Mantiene il suo potere, che di fatto estende fino a Torino, cambia nome e titolo e diventa Sisinno e per un buon periodo riesce a proteggere i goti e guardare le spalle ai Bizantini. Per tutto il secolo sesto vi è in Italia un tentativo di riproporre l'antica organizzazione romana.
In Piemonte si trovano ora guarnigioni greche. Nella povertà culturale della regione, in quel periodo è difficile dire se e quali elementi della cultura dei popoli che sono passati e si sono fermati in Piemonte siano rimasti nella cultura e nella lingua piemontesi.
Sicuramente il lessico si è arricchito di nuovi vocaboli, modi di dire ecc. e sicuramente si è verificato qualche scambio nella cultura in genere, ma certo non appariscente. Anche dal punto di vista etnico la popolazione del Piemonte ha assorbito molti elementi esterni. È presumibile che i Goti abbiano dato l'apporto più significativo.
Mirò
I link a tutti i Capitoli li trovate nel post introduttivo alla Piccola Storia del Piemonte.
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