Il Federalismo Fiscale è realtà. Il gran giorno, atteso da decenni, è finalmente arrivato. Ieri mattina.
Ad annunciarlo, al termine della seduta del Consiglio dei ministri che ha approvato definitivamente il quinto decreto legislativo attuativo della riforma,il decreto sul Federalismo di Regioni e Province - il decreto forse più importante e impegnativo,che la settimana scorsa aveva ricevuto il parere favorevole delle competenti commissioni parlamentari – è stato direttamente il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, l’uomo che, insieme ad Umberto Bossi, dall’estate del 2008 a ieri si è consumato gli occhi a leggere e studiare emendamenti, proposte e osservazioni, a limare, a correggere, a scrivere parola per parola, pagina dopo pagina, una riforma destinata a rivoluzione il Paese.
Nel senso letterale del termine. «Questa è una riforma storica ed epocale, perché – spiega un Calderoli soddisfatto e comprensibilmente orgoglioso - trasforma un Paese centralista in uno federalista.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana, perché da oggi il cittadino finalmente saprà perché paga un tributo, a chi lo versa, dove vanno a finire i suoi soldi e per quale servizio vengono utilizzati e pertanto potrà giudicare con la massima trasparenza, secondo la regola: “Si paga per quel che fai, per quel che dai e non per quel che spendi”. Il Governo,grazie alla spinta propulsiva della Lega, si è dimostrato il Governo del fare!».
Vediamo il cammino fatto e quello che rimane da fare per completare il Federalismo Fiscale:
- FEDERALISMO DEMANIALE
Già approvato: valorizza il patrimonio pubblico, attribuendo i beni ai territori dove questi si trovano: un’opportunità per recuperare risorse. - FABBISOGNI STANDARD
Già approvato. I “fabbisogni standard” sono il costo efficiente di un servizio.
Sostituiscono la “spesa storica”, che finanziava anche l’inefficienza. - ROMA CAPITALE
Già approvato: configura l’ordinamento provvisorio di Roma Capitale, in attesa dell’attuazione della disciplina delle città metropolitane. - FISCO MUNICIPALE
Già approvato: si passa dalla finanza derivata a quella autonoma, sostituendo oltre 11miliardi di trasferimenti statali annui ai Comuni con tributi propri. - AUTONOMIA FISCALE
Approvato IL 01/04/11: anche per Regioni e Province viene scritta la parola “fine” sui ripiani statali del passato, a spese ovviamente di tutti i contribuenti. - INFRASTRUTTURE
È partita la discussione in Commissione bicamerale: il decreto è diretto a rimuovere gli squilibri economici e sociali all’interno delle aree del Paese - COSA RIMANE DA FARE
In itinere sono altri decreti “accessori”, non fondamentali per la riforma complessiva:
ad esempio quello sull’armonizzazione dei bilanci.
Nel giorno in cui il decreto attuativo sul fisco regionale viene definitivamente approvato dal Consiglio dei ministri, muove i primi passi in Bicameralina il sesto decreto sul federalismo fiscale, quello che prevede interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici e sociali.
Una partenza un po' in salita e non certo per il clima politico che non sembra affatto risentire delle polemiche che si sono consumate nell’Aula di Montecitorio ma per il fatto che per qualcuno questo decreto potrebbe essere l'occasione per chiedere ancora soldi e dunque assistenzialismo per il Sud .
“L’approvazione del decreto sul Federalismo Regionale è una grande e fondamentale riforma: come Presidente di Regione adesso potrò varare delle misure ancora più incisive a sostegno delle imprese piemontesi”.
Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Piemonte , Roberto Cota , in riferimento all’approvazione da parte del Consiglio de Ministri del decreto legislativo recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province.
Mirò
Fonte: La Padania
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