mercoledì 6 aprile 2011

Piccola Storia del Piemonte 13/58 - La situazione piemontese nell'impero carolingio

Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 13,  La situazione piemontese nell'impero carolingio

Nella sua espansione in Italia, il Piemonte è la prima terra occupata da Carlo Magno, nel 773. Il Piemonte, secondo quanto visto sopra, venne suddiviso in varie contee, alcune fondate direttamente da Carlo Magno, altre, probabilmente, dai suoi successori. Non si conoscono con precisione tutte queste contee e la loro estensione.

Tra quelle note vi sono Aosta, Ivrea, Novara, Torino , Alba , Asti, Vercelli, Acqui, Tortona e varie altre. La contea di Torino si estende fino al Monginevro. Successivamente, quando il Piemonte verrà considerato una zona strategicamente importante, per via dei suoi passi alpini di confine, le Contee piemontesi saranno riunite in una sola Marca e costituiranno la Marca di Ivrea, come vedremo.

Sacra S. MicheleSi verifica ancora una situazione analoga a quella dell'occupazione longobarda, in cui i Conti sono quasi tutti franchi, e si trasferiscono nei loro comitati (contee) con la famiglia ed uno stuolo di Vassalli, di guardie, di funzionari che costituiscono l'apparato statale locale. Non si tratta, ancora una volta, di moltissime persone, ma sempre di una minoranza, che però occupa i posti chiave dell'amministrazione e rappresenta l'Imperatore e le sue leggi. Il regno longobardo, in realtà, non viene del tutto soppresso ma, con il nome che comincia ad essere usato di regno d'Italia, mantiene una certa autonomia amministrativa. La lontananza del potere centrale poi, dà di fatto ai Conti una larghissima indipendenza nell'amministrazione.

Dal punto di vista economico e sociale, si tratta inizialmente di un periodo piuttosto brutto, e la situazione per un pò continua a regredire. Si instaura quel sistema di vassallaggio che abbiamo visto prima e che porta alla formazione dei feudi, sistema che durerà per secoli. Vantaggi e privilegi nobiliari, dazi e tasse, lo stato misero delle vie di comunicazione ostacolano moltissimo lo sviluppo. Il degrado delle città permane e si aggrava, e questo capita dalla fine dell'Impero Romano d'Occidente. Sul territorio piemontese vengono costituite vaste aree demaniali, dette curtes, a volte composte da foresta, a volte da terreno coltivato da servi della gleba ed affittuari che formano un unica grande azienda agricola.

Vi sono poi le aree destinate a riserva di caccia. Si formano aggregati abitativi associati a queste curtes che danno origine a molti di quelli che ora sono comuni piemontesi. Anche le donazioni ai monasteri producono un fenomeno analogo. Fra gli abitati che nascono in questo modo vi sono, ad esempio, Romagnano, Trecate, Mathi, Revello, Cortemilia, Gavi, etc.

Qualcosa però comincia a muoversi, e col tempo nascono notabili che si trasformano in imprenditori agricoli, affittando terreno da far lavorare dai dipendenti e far rendere, il commercio inizia a riprendersi quando Vescovi e Conti cominciano ad organizzare ed avere a servizio dei mercanti. Qualche iniziativa per l'istruzione viene presa. Non si tratta certo di istruzione popolare, ma di preparazione ecclesiastica e per i funzionari, sempre in ambito ecclesiastico, ove c'è l'esclusiva dell'istruzione.

Anche la Chiesa articola la sua organizzazione, ed all'interno delle diocesi vengono istituite le pievi, chiese locali che ancora hanno giurisdizione su un largo territorio, ma che in qualche modo preludono al sistema delle parrocchie e ad un livello di clero più vicino alla gente. La pieve ha comunque una sua dotazione che produce reddito.

L'impero carolingio, durante il quale vi è finalmente pace, non dura a lungo e viene presto lacerato da lotte per la successione, ed i contendenti, nel tentativo di cercare appoggio dai signori locali, continuano ad elargire loro diritti a scapito della popolazione.
L'ultimo discendente di Carlo Magno, Carlo il Grosso, viene deposto nell'anno 887. Il Piemonte, entra in una fase di interminabili lotte che porteranno, secoli dopo, alla sua affermazione come nazione indipendente, sotto la dinastia dei Savoia.

Dagli eventi di questo periodo, questa casa di origine oltre le Alpi unirà le sue sorti a quelle del Piemonte e quindi, più tardi, a quelle dell'Italia, tramontando poi con le tristi vicende del fascismo e della seconda guerra mondiale.

Con la deposizione di Carlo il Grosso l'Impero viene suddiviso inizialmente in cinque regni: Francia, Germania, Italia, Provenza, Borgogna. Sono i Signori locali ad eleggere il Re (o meglio, a ratificare l'occupazione del posto da parte del più forte o astuto) . In particolare per quanto riguarda l'Italia, si tratta di Re senza una vera legittimazione, e questo è motivo di altre guerre, come vedremo. Prima di trattare delle vicende dei signori in Piemonte, vediamo ancora separatamente le incursioni, che avvengono nella regione, di predatori Saraceni ed Ungari, e che caratterizzano questo periodo.


     Mirò


Tutti i link ai Capitoli si trovano nel post di introduzione alla Piccola Storia del Piemonte

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