Il clima di opinione in Piemonte, ovvero come i residenti in Piemonte vedono la situazione odierna e futura.
In un clima di grande incertezza i Piemontesi sono lievemente meno pessimisti dell’anno precedente e più ottimisti degli italiani per l’immediato futuro dell’economia. Anche l’andamento recente e le prospettive immediate della propria situazione familiare confermano questa posizione di relativo minore pessimismo. Questi alcuni dei risultati emersi dal tradizionale sondaggio dell’Ires, condotto tra febbraio e marzo 2011 presso la popolazione, che consente di misurare il clima di opinione prevalente nella regione, e presentato il 9 maggio dal presidente Enzo Risso e dal ricercatore Maurizio Maggi.
Situazione economica. I piemontesi che valutano lievemente o nettamente peggiorata la situazione economica dell’Italia nell’ultimo anno sono l’assoluta maggioranza degli intervistati, il 65%. Parlano di miglioramento soprattutto coloro che rispetto alla media hanno un tenore di vita familiare più alto, mentre vedono un peggioramento soprattutto coloro che hanno un tenore di vita più basso. Analoghe a quelle dei piemontesi risultano anche le valutazioni degli stranieri residenti, tra i quali la situazione economica dell’Italia nell’ultimo anno è valutata lievemente o nettamente peggiorata nel 64% dei casi. Per le previsioni sul futuro economico dell’Italia il campione dei piemontesi si divide sostanzialmente in 3: un complessivo 34% ipotizza un miglioramento, un 28% un peggioramento e un ulteriore 31% immagina una stasi.
Condizioni particolari della famiglia. Il 60% valuta stazionaria la condizione economica della propria famiglia nell’ultimo anno, a fronte di un complessivo 5% che parla di miglioramento e un 34% che invece denuncia un peggioramento. Le disaggregazioni evidenziano che a parlare di miglioramento sono in misura superiore alla media imprenditori e dirigenti, mentre denunciano un peggioramento soprattutto lavoratori autonomi e casalinghe. Tra gli stranieri residenti l’assoluta maggioranza (53%) valuta stazionarie le condizioni economiche della propria famiglia nel corso dell’ultimo anno a fronte di un 7% che parla di miglioramento e un 40% di peggioramento, che in particolare è denunciato da asiatici e africani (rispettivamente il 66 e 47% degli intervistati). Riguardo al futuro economico della propria famiglia, l’assoluta maggioranza prevede nei prossimi 12 mesi che la situazione rimarrà statica (62%), a fronte di un 16% che immagina un miglioramento e un analogo 15% un peggioramento. Un maggiore ottimismo si riscontra ancora una volta tra imprenditori e dirigenti. Le valutazioni degli stranieri residenti in Piemonte riguardo al futuro economico della propria famiglia si rivelano del tutto analoghe a quelle dei piemontesi.
Situazione patrimoniale. A far quadrare il bilancio mensile è poco meno della metà degli intervistati (48%), a fronte di un complessivo 28% che riesce a risparmiare e un 18% che invece intacca le proprie riserve o deve fare debiti. Le disaggregazioni mostrano che a riuscirci è la maggioranza assoluta degli over 64 e di quanti hanno i titoli di studi più bassi (elementare o medio). A riuscire a risparmiare sono invece in misura più alta della media i giovani (18-34), mentre sono i 35-44enni ad avere in percentuale superiore alla media problemi a tenere il proprio bilancio in attivo. I dati che riguardano la situazione finanziaria degli stranieri residenti in Piemonte non si discostano da quelli rilevati tra gli italiani. Metà dei piemontesi intervistati ammette di aver avuto difficoltà economiche nel corso del 2010, in particolare per il pagamento di bollette (23% dei casi), generiche spese per la casa (19%) e spese mediche (13%). Solo il 30% degli stranieri dichiara di non aver avuto problemi economici nel corso dello scorso anno, mentre, tra quanti ammettono di aver avuto difficoltà, le maggiori hanno riguardato soprattutto le spese per la casa (43%) seguite dal pagamento delle bollette (36%) fino all’acquisto di generi alimentari (19%).
Percezione dei problemi. Opportunità di lavoro in generale e per i giovani in particolare sono i problemi che maggiormente preoccupano i piemontesi: in una scala da 1 a 10, si collocano rispettivamente a 7,8 e 7,9. Segue l’inquinamento a 7,3 e l’immigrazione a 7,1.
Fiducia nelle istituzioni. I rapporti con la famiglia e con gli amici si confermano i due punti fermi per i piemontesi anche rispetto alla fiducia di fronte alle difficoltà della propria vita. Seguono in affidabilità le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato, mentre è circa una metà degli intervistati a dichiarare fiducia nei servizi di assistenza pubblici, nella magistratura e nella chiesa. Si confermano più problematici i rapporti sui luoghi di lavoro verso i quali dichiara di aver fiducia il 46% degli intervistati.
Fonte: Regione Piemonte
Mirò
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