mercoledì 11 maggio 2011

Piccola Storia del Piemonte (17/58) - La Sacra di San Michele

Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 17,  La Sacra di San Michele

Diamo un breve cenno delle vicende di questa abbazia, che ancora oggi domina dalla vetta del Pirchirano, l'ingresso in valle di Susa. Abbiamo visto come Arduino Glabrione sia marchese di Torino a partire da un anno fra il 942 ed il 945.

Costui collabora fattivamente all'eliminazione dei Saraceni dalla Valle di Susa. In questa operazione, il marchese va ad impossessarsi di molte terre che sono anche rivendicate dalla abbazia della Novalesa, secondo vecchi decreti, sebbene l'abbazia non sia comunque in grado di gestire queste risorse, che in effetti sono abbandonate. Ma, benché con alterne vicende, l'abbazia sta perdendo definitivamente la sua potenza.

Sacra S. MicheleLiberata la valle dai Saraceni, rimangono pochi eremiti che cercano di animare il risveglio religioso della Valle. Tra questi due restano famosi, Leone e Giovanni Vincenzo. Non si hanno molte notizie certe di loro, ma si attribuisce al secondo, se non la fondazione della Sacra, almeno la volontà e l'impegno di portare sul monte Pirchirano, i monaci che vivevano sul monte Caprasio da eremiti, in grotte naturali.

Una notizia che giunge da una antica cronaca dell'abbazia, ne pone la fondazione nell'anno 966. Ma come già a proposito della Cronaca di Novalesa, queste fonti spesso riportano vistosi errori temporali. La data è dunque poco probabile, anche perchè in quel periodo i Saraceni costituiscono ancora una seria minaccia. La fondazione può essere collocata durante il papato di Silvestro III, il vescovato di Aminzone, e l'impero di Ottone III, e dunque tra il 999 ed il 1002. I terreni su cui sorge sono probabilmente donati da uno degli Arduinici. La fondazione effettiva e la costruzione iniziale sono probabilmente dovute a Ugo di Montbossier, d'oltralpe, che affida la guida del primo nucleo di monaci ad Averto, già abate di un monastero della diocesi di Tolosa, e legato alla comunità monastica di Cluny. Gli elementi d'oltralpe sono quindi preponderanti agli inizi di questa abbazia.

Nel volgere di pochi decenni la Sacra diventa celebre. Il suo compito è principalmente quello di Ospizio e Ricovero. L'abate viene eletto dai monaci, e non vive nel monastero, ma in una residenza in Sant'Ambrogio, borgo ai piedi del Pirchirano nella valle di Susa.
L'abate è in pratica, un feudatario, e l'organizzazione del monastero ricorda una specie di "Monarchia monastica". Vi è una rigida gerarchia, che dall'abate arriva fino ai servi. La regola è sempre quella benedettina di preghiera e lavoro.

Nel tempo le mansioni si definiscono meglio, nasce la biblioteca del convento, mentre le terre circostanti sono dissodate e messe a coltura. Non viene trascurata la difesa, ed il monastero, dotato di torri e bastioni, si trasforma in una poderosa fortezza. Il monastero viene arricchito di opere d'arte. Il potere sul territorio circostante continua a consolidarsi, e l'influenza del monastero si estende all'Italia ed alla Francia meridionale. 

Molte infatti sono le donazioni a suo favore effettuate da signori e da pellegrini di ogni estrazione sociale. Il monastero è feudatario in valle dei borghi di Sant'Ambrogio, Chiusa, Vaie, Sant'Antonino, Celle, Caprie, Novaretto, Valgioie, Giaveno, Coazze. Fino a quando i diritti sulle terre sono effettivi, finché vi è disponibilità di manodopera servile contadina, la floridezza del monastero è assicurata. Quando poi, a causa di guerre e a causa di mutate condizioni sociali questi vengono meno, allora inizia la decadenza del monastero.


     Mirò


Tutti i link ai capitoli li trovate nel post di introduzione alla Piccola Storia del Piemonte.

Nessun commento:

Posta un commento