lunedì 2 maggio 2011

Raduno Nazionale Cavalleria a Torino dal 20 al 22 maggio 2011

Raduno Nazionale Associazione Nazionale Arma di Cavalleria a Torino dal 20  al 22 maggio 2011

Il 20 maggio 2011 è stato organizzato a Torino il Raduno Nazionale dell'Arma di Cavalleria con il seguente programma per la prima giornata:

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- ore 13:00 Piazza Castello (Palazzo della Regione Piemonte).
Attivazione del Posto Tappa per i Radunisti in afflusso, che potranno ritirare il materiale predisposto per l’occasione ed i tagliandi relativi alle varie attività prenotate (pranzo di corpo …). Rimarrà attivo fino a sabato sera.

- ore 14:00 / 18:00 Piazza d’Armi.
Concorso Ippico Nazionale – 1^ giornata.

- ore 15.30 / 16.00 Piazza Castello – Monumento al Cavaliere.
Arrivo dei Medaglieri dell’ANAC e dell’ANCI – Onori – Alzabandiera – Deposizione di una Corona ai Caduti.
Partecipanti:
ANAC: Presidente Nazionale, Presidenza Nazionale, Consiglieri Nazionali, Sezioni (quelle già affluite in Torino);
Autorità Civili e Militari.

- 16.00 / 16.30 Piazza Castello.
Inaugurazione del Villaggio della Cavalleria da parte del Presidente Nazionale ANAC e del Sindaco di Torino.
Partecipanti: gli stessi della precedente attività.

- 17.00 / 21.00 Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Conferenza/dibattito su argomenti di carattere storico-culturale attinenti alla ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità ed alla Cavalleria.

Vediamo un po’ di storia di quest’arma:

La Cavalleria Italiana compie in questo scorcio di inizio secolo e millennio quasi trecentoventi anni di vita, al servizio della collettività nazionale concorrendo a formare prima e a difendere poi l'unità e l'indipendenza della Patria e correlando, quindi, strettamente le sue vicende con la creazione dello Stato Italiano.

Rievocare la storia della cavalleria nell'era nucleare e spaziale non è anacronistico e superato, come a prima vista può sembrare, per la validità del patrimonio spirituale e di virtù, non solo militari.

Il primo nucleo della moderna cavalleria italiana sorge nell'antico ducato sabaudo alla fine del Seicento, all'epoca lo stato preunitario politicamente più attivo. Se si fotografa la situazione della nostra penisola si vede subito che è suddivisa in numerosi staterelli in gran parte sotto dominio straniero.

Francia del re Sole e impero asburgico si scontrano soprattutto in Italia per il predominio in Europa, perché il Bel paese accomuna alle bellezze della natura e del clima una posizione geostrategica centrale che costituisce ponte tra nord e sud, tra est ed ovest. Diviene perciò preda ambita da molti, posta com'è, al centro del Mediterraneo, fulcro delle principali civiltà. Ma dalla caduta dell'impero romano tanti stranieri sono passati per il cosiddetto "giardino di Europa", i cui abitanti sembrano aver perso il coraggio di battersi per le proprie idealità e per i propri interessi.

imageNon avendo la forza e la volontà di portare le proprie armi sono costretti a subire quelle altrui. Discorso incomprensibile per tanti pacifisti di ogni epoca. In questo sfacelo solamente il ducato sabaudo tenta di opporsi (vaso di coccio tra vasi di ferro) allo straniero attraverso una duplice azione: italianizzare la cultura favorendo l'uso della lingua italiana in contrapposizione alla diffusa usanza del francese e potenziare l'esercito attraverso la costituzione dei reggimenti.

Si formano per primi i reggimenti di dragoni, tra il 1683 e il 1690, per capitolazione, attraverso cioè una convenzione che il duca Vittorio Amedeo II stipula con personalità militari di rango ed esperienza, nominate colonnelli, che vengono incaricati di "levare" e comandare un reggimento. In tal modo il colonnello si assume la responsabilità del reclutamento, addestramento ed amministrazione delle varie compagnie, tratte da quelle già esistenti di archibugieri a cavallo, ne nomina gli ufficiali e acquista i quadrupedi.

L'amministrazione ducale si occupa del soldo mensile alla truppa, della fornitura delle armi e del periodico controllo dell'entità numerica del reggimento. Nel 1692 si costituiscono, con un diverso sistema di reclutamento, i primi reggimenti di cavalleria vera e propria.

Gli ufficiali provengono dalle disciolte compagnie di genti d'arme o sono nominati ex novo. La truppa viene reclutata secondo modalità che già rivelano una notevole modernità: i comuni debbono fornire, secondo una quantità prestabilita, uomini celibi, d'età compresa tra i 20 e i 45 anni, con determinate caratteristiche fisiche, appartenenti a famiglie numerose, di cui non devono essere capifamiglia. Il servizio ha obbligatoriamente la durata di due anni.

In questo periodo la cavalleria non ha una uniforme vera e propria, tranne le armature. Non è rimasta una documentazione attendibile della sua tradizione uniformologica, caratterizzata, peraltro, da un copricapo a forma di bicorno, nonché da una sciarpa azzurra, ancora oggi indossata dagli ufficiali italiani.

Seguendo questo link troverete tutti i raduni che si svolgeranno in occasione di Torino 150°.

 

     Mirò

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