Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 23, I Valdesi in Piemonte
Pietro Valdo inizia la sua predicazione a Lione nel 1173. Inizialmente la sua predicazione è una esortazione alla povertà ed alla essenzialità, a volte irruenta. Rapidamente viene in contrasto con il locale Vescovo, che nel 1176 lo caccia dalla città con i suoi seguaci. Pietro Valdo si rivolge al Papa, il quale condiziona la sua possibilità di predicare alle decisioni del Vescovo locale, che naturalmente sono contrarie.
Fino a questo punto la situazione è analoga a quelle che si verificano in vari posti, Piemonte compreso, di critica decisa nei confronti della moratità e coerenza dei Vescovi. Ma intanto Valdo elabora le sue teorie teologiche che su alcuni punti sono inconciliabili con quelle cattoliche (come, ad esempio, le teorie sulla Confessione e sull'ordinazione sacerdotale) ed è questo che provoca la rottura.
Queste teorie vengono dichiarate eretiche dal concilio di Verona (tenuto dal Papa Lucio III) nel 1183 e la cosa sarà ribadita dal Papa Innocenzo III nel 1215. I valdesi vengono dunque messi al bando, si rifugiano in Provenza, e già pochi anni dopo alcuni di essi sono nelle valli del pinerolese.
Presto la Provenza è sconvolta dalla crociata contro gli albigesi, altro gruppo di eretici, ed anche i valdesi ne rimangono coinvolti. Questi cercano rifugio in modo più massiccio, al di qua delle Alpi, nelle valli del Pellice e del Chisone. All'inizio i valdesi sono probabilmente accolti con un certo favore dai signori locali, non certo per affinità religiose ma perchè si tratta di gente forte, disposta a lavorare sodo e mettere a coltura terre di montagna per lo più selvagge. Già a partire dal 1220 inizia però la reazione dei Signori contro il loro espandersi e, naturalmente, l'opposizione da parte della Chiesa.
Mirò
Tutti i link ai capitoli li trovate nel post introduttivo alla Piccola Storia del Piemonte
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