Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 24, Carlo d'Angiò
Abbiamo visto che in Piemonte le guerre interne sono continue. Alcuni comuni aderiscono alla Lega Lombarda (la seconda), ma questa è battuta dall'Imperatore Federico II (27 novembre 1237). I Savoia riescono dapprima ad ottenere qualche feudo, ma subiscono una pesante sconfitta da parte di Asti, che si espande ai loro, e che nel 1258 occupa anche Alba .
La politica di Asti e la sua potenza cominciano seriamente a preoccupare. È il periodo nel quale è più accesa la lotta tra Papato ed Impero. Abbiamo visto che le forze in campo sono molto frammentate e divise in innumerevoli controversie, con alleanze molto facilmente mutevoli.
In questo contesto si affaccia in Piemonte Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, che ha sposato una figlia del Conte di Provenza. Carlo ha acquistato, nel 1258, la signoria di Tenda e di Briga dal Conte di Ventimiglia. A partire da Nizza, lungo la valle del Roya, attraverso il colle di Tenda e giù nelle valli del cuneese, l'ingresso degli Angioini in Piemonte è favorevolmente accolto dalla gente.
La possibilità di transitare liberamente sul colle di Tenda è importante per l'approvvigionamento del sale e per lo smercio dei prodotti verso la costa. Da parte loro i nizzardi vedono aprirsi uno sbocco commerciale non indifferente verso Piemonte e Lombardia. Inoltre, nel periodo comincia a diffondersi l'idea, nei comuni, che per garantirsi lo sviluppo, o anche solo la sopravvivenza, forse sia meglio rinunciare all'autonomia e cercare la protezione di qualche principe.
Questo, oltre ad un grande lavoro diplomatico con il quale i provenzali hanno successo nel presentarsi come amici, facilita l'azione di Carlo d'Angiò. In effetti la presenza degli angioini garantisce una più grande facilità e redditività dei commerci tra Piemonte e la costa, con benefici per tutti. Inoltre alcuni comuni possono ottenere protezione dalle le mire del Marchese di Monferrato e di Genova, ed infine Carlo d'Angiò pare essere l'unico in grado di tenere a bada le mire di Asti. In successione riconoscono la signoria di Carlo d'Angiò i comuni di Cuneo (1259), Alba, Cherasco, Savigliano, i Marchesi di Ceva, i Conti di Biandrate e le città di Bene e Mondovì.
Questo espandersi avviene ai danni dei marchesi di Saluzzo, di Monferrato e dei Savoia, ma questi non hanno la possibilità di ostacolare la penetrazione dei provenzali, che già nel 1260 riescono a sconfiggere gli Astigiani. Il marchese Guglielmo VII di Monferrato, che forse sarebbe in grado di contrastare Carlo d'Angiò, è impegnato a cercare di ottenere Alessandria, e preferisce una sorta di patto di reciproca tolleranza. I Savoia hanno problemi di successione (vi sono tre "eredi": Tommaso, Amedeo e Ludovico) e non sono in grado di intervenire.
Quando poi nel 1264 Papa Urbano IV invita Carlo D'Angiò a conquistare l'Italia meridionale contro gli Svevi, questi stabilisce un patto di non belligeranza con Saluzzo e Monferrato. In Italia meridionale gli Angioini conseguono una vittoria definitiva sugli Svevi. Sulla scia di questa vittoria ottengono una nuova espansione in Piemonte, ed alcune città tra cui Torino (1270), Alessandria e Vercelli (1271), passano sotto la signoria di Carlo d'Angiò.
La politica degli Angioini è molto accorta, essi non stravolgono gli ordinamenti delle città, ma lasciano comuni e Vescovi a continuare l'amministrazione secondo le tradizioni e gli statuti precedenti, limitando al massimo la loro interferenza. Si tratta della politica del reciproco vantaggio, per la quale quella angioina non può essere neppure considerata una occupazione.
La politica di Carlo d'Angiò preoccupa però il nuovo Pontefice Gregorio X, che ora si sente minacciato dalla presenza degli Angioini in Italia meridionale, ritenendoli più pericolosi degli Svevi, e che riesce ad organizzare una lega contro di loro, nel 1271. A questa lega partecipa anche il marchese di Monferrato.
La lega ha successo, dopo alterne vicende ed i soliti cambi d'alleanza, ed i Provenzali devono abbandonare il Piemonte (anni 1275 - 1278). Questa sarà ancora una buona occasione per le aspirazioni dei Savoia, ma intanto il marchese di Monferrato sta acquistando una notevole potenza, e la sua signoria si estende fino a Torino ed Ivrea, mentre Asti ritorna potente.
Mirò
Tutti i link ai capitoli si trovano nel post di introduzione alla Piccola Storia del Piemonte.
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