Il Popolo dei Walser
La parola Walser è una variazione di Walliser cioè abitante del Wallis, termine tedesco che indica la parte superiore della valle del Rodano, valle per eccellenza nella cultura alpina.
Dall'ottavo secolo gli Alemanni, che occupavano le valli inferiori del Reno e le prealpi svizzere, risalirono l'Oberland bernese e s'affacciarono all'altopiano de Goms. Incominciò così la colonizzazione tedesca dell'Alto Vallese che fu anche la più elevata delle colonizzazioni alpine. L'allevamento del bestiame richiese opere di disboscamento, di canalizzazione delle acque e di costruzione di sentieri e ponti. Questa trasformazione, in breve tempo, popolò talmente tanto la valle che quello che la valle offriva non era abbastanza per tutti. Molti lasciarono la conca del Goms e si trasferirono in altre valli, altrettanto alte (1200-1800 m.) dove nessuno aveva mai tentato di abitare. Si spostarono così gradualmente nelle valli laterali del vallese.
L'emigrazione verso le valli italiane avvenne in primo luogo verso l'attuale val Formazza, e la val Antigorio. Dal 1000 al 1200, si verificò un lento flusso migratorio proveniente dal Vallese che si stabilì nelle valli ai piedi del Monte Rosa. Attraverso il colle del Monte Moro ed il passo del Teodulo, i Walser raggiunsero tutte le testate del Rosa e cioè: Rimella, Rima, Alagna, la Val Vogna, etc. A quell'epoca gli alpeggi nelle zone del Monte Rosa appartenevano in gran parte ai monasteri che svolsero un ruolo importante nella bonifica della montagna.
I Walser subirono un grave contraccolpo dalla nuova situazione climatica: l'avanzare dei ghiacciai interruppe le comunicazioni attraverso i valichi più alti, distrusse pascoli e colture e, in alcuni casi, arrivò a compromettere le stesse abitazioni. L'abbassamento di un grado ogni venti anni fece sì che il ghiacciaio avanzò di circa 300-400 m. allungando il suo fronte e trasformando in ghiacciai i verdi pascoli. Questo fece sì che i walser furono obbligati ad emigrare verso vallate poste sempre più in basso. Fu così che ritornarono verso le città di lingua tedesca in Svizzera o in Germania, ove esercitarono quasi esclusivamente le attività di mercanti di stoffe.
La lingua Walser è una parlata alemanna non omogenea che possiede anche un certo numero di specialità proprie che la distinguono dalle altre parlate delle zone alpine. In particolare ad Alagna è detta titsch. Condividendo il tedesco, l'italiano ed il francese si è in presenza di una lingua chiamata quadrilinguismo. Purtroppo questa lingua, in alcuni luoghi, è minacciata o sta addirittura sparendo. Alcune persone si sono accorte di questo fenomeno e stanno facendo di tutto per conservare la lingua che è una parte preziosa dello stile di vita alpino. Con questo si spera di salvare, anche per il futuro, un pezzo di questa cultura.
In alcune località tra cui Gressoney, invece, questa lingua si è conservata particolarmente bene. Oggi, in quasi tutti i comuni dove sono stati presenti i Walser, presso le scuole sono stati istituiti corsi della lingua.
Il popolo Walser era un popolo molto religioso, tanto che spesso sfociava nella superstizione e che portava a mettere il demonio dietro a qualunque cosa di brutto capitasse. Molte leggende sono state tramandate di secolo in secolo, e in molte di esse si parla dei trapassati e di vita ultraterrena. In una parete delle proprie abitazioni esisteva sempre una piccola finestra che veniva aperta solo quando c'era un morto in casa, per permettere all'anima di uscire, e subito dopo richiusa affinché l'anima fosse impossibilitata a rientrarvi.
Le case Walser
La casa rurale dei Walser in Valsesia, ma in particolar modo ad Alagna, è del tipo che racchiude sotto un unico tetto l'abitazione, la stalla e il fienile. Altrove, invece, si trovano case dove si distinguono le parti ad uso rustico dai locali di abitazione, tutte le funzioni quindi sono accentrate nello stesso corpo e composte in un'unica architettura.
Di regola la casa è di tre piani. Sul piano inferiore seminterrato, in muratura di pietre, è posata la struttura lignea della casa e vi trova spazio la stalla con annesso l'angolo dedicato al soggiorno, la cucina ed altri accessori; al primo piano le camere da letto; all'ultimo piano il fienile e la cameretta per la conservazione dei viveri.
Il carattere architettonico delle case Walser è dato dall'ampio loggiato che la circonda e ne costituisce parte integrale. Il loggiato è anche un prodotto del clima locale. L'estate della verde Valsesia, si sa, è alquanto piovosa. Le correnti di aria calda e umida che salgono dalla valle padana, incontrando gli altissimi ghiacciai sul Monte Rosa precipitano in pioggia. Perciò i contadini non potevano lasciare seccare a lungo il fieno all'aperto, prima di riporlo nei fienili. Ed ecco che hanno ideato la casa tutta circondata da grigliati coperti i quali servono appunto per disporre fieno, segale e canapa a seccare senza che vengano bagnati dalla pioggia. Ballatoi con griglie per far seccare i prodotti agricoli si trovano in quasi tutte le località di montagna ma soltanto nelle zone di Alagna il grigliato ha superato il carattere rozzo e primitivo, per raggiungere un preciso risultato estetico.
L'orientamento delle case è generalmente con la fronte principale rivolta verso sud, l'ubicazione dei villaggi obbedisce ad un preciso calcolo di tutte le condizioni: ridurre al minimo il consumo di terreni coltivabili, non edificare dove possono cadere le grandi valanghe, esposizione al sole e disponibilità di acqua. Ogni parte si integra nell'armonia dell'insieme. Legno e pietra danno un senso di unità all'intero complesso e sono gli stessi materiali della natura che le circonda.
La perfetta geometria delle case instaura un ordine classico che si confronta con la natura. Umiltà ed uguaglianza di ciascuno nell'ordine e nel rispetto della comunità intera. Quindi testimonianza di un popolo estremamente e felicemente ordinato.
La struttura
Lo schema geometrico della casa Walser è un quadrato. Nel piano seminterrato le parti perimetrali sono in muratura di pietre, posate generalmente a secco e con lo spessore di circa 60 centimetri. Nei piani superiori la struttura è tutta di legno e circondata da ampi loggiati. Quando la casa si incastra in un ripido pendio il muro a monte rimane di pietra sino al tetto (Scarpia). Il valore estetico di queste case trova massima espressione e conferma nell'insieme di ogni frazione dove tutte le abitazioni si compongono in splendida armonia.
La stalla
La stalla è contenuta nel basamento in muratura ed è quindi riparata perfettamente dai venti e dal gelo. E' il luogo più caldo della casa tanto che, in un angolo, è ricavato lo spazio per il soggiorno della famiglia. Il calore della stalla, salendo in alto, trasmette tepore alle soprastanti camere da letto; sopra queste il fienile crea uno sbarramento termico totale. Generalmente la stalla veniva pavimentata con dei grossi lastroni di pietra e attraversata dal canaletto per lo scolo del letame. Molto spesso nella stalla veniva collocato anche il telaio per la tessitura in quanto l'ambiente caldo e umido era adatto per filare e per tessere. Il breve spazio riservato al soggiorno era areato, arredato con panche di legno e un tavolo ribaltabile e con un fornetto di pietra. Tra la stalla e il soggiorno non vi erano pareti ma solamente un parapetto di legno alto circa un metro.
Le camere da letto
Nel primo piano, sopra la stalla, sono le quattro camere da letto. L'arredamento comprende un armadio e il letto in alcova con il contorno elegantemente disegnato e lavorato ed una panca fissa sul davanti. Il letto in alcova misura, mediamente, 1,10 x 1,80 metri e questo fa pensare alla bassa statura degli antichi abitanti. Le quattro camere non hanno porte comunicanti tra loro.
Il fienile
L'ultimo piano, sotto il tetto, è dedicato al fienile. Le porte di accesso al fienile sono solitamente di dimensioni elevate per permettere il passaggio con gerli carichi di fieno. Il fienile utilizza tutto il volume fino alla possente travatura del tetto. Nel fienile solitamente veniva ricavata anche la cameretta per il magazzinaggio dei viveri.
Il tetto
Il tetto è quasi sempre a capanna con due falde e sporge ampiamente su tutti i lati della casa. La sporgenza frontale, in alcuni casi, supera anche i tre metri in modo da proteggere dalla caduta della neve la parte anteriore della casa.
Il loggiato
Salvo eccezioni, le case Walser non hanno scale all'interno. L'accesso ai piani superiori avviene con scale esterne di pietra. L'accesso alle porte che introducono nelle camere del primo piano avviene esclusivamente dal loggiato. Per le sue ampie dimensioni, di circa due metri di larghezza, il loggiato diviene anche luogo abitabile esterno alla casa, arredato con panche in legno, tavoli ribaltabili, cassepanche e banco da falegname.
Mirò
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