Mario Pavesi nasce nel 1909 a Cilavegna, un piccolo paese in provincia di Pavia. Fin da giovane comincia a lavorare nella panetteria del padre e poi come piccolo grossista di dolci. A Novara arriva nel 1934 con i fratelli Piero e Ambrogina, e nel 1937 decide di aprire un forno, con l'aiuto di tre operai, dove produce i Biscottini di Novara.
Fin dai primi anni della sua attività, Mario Pavesi dimostra subito di avere la stoffa dell'imprenditore: nel 1939 gli operai sono dieci e nel 1940 lo stabilimento occupa quasi tremila metri quadrati e dà lavoro a diciannove operai. Nel frattempo sposa nel 1943 Mariuccia Lodigiani e con lei condivide una profonda cultura della dedizione al lavoro.
Mariuccia sarà di fatto, e per molto tempo, l'amministratrice dell'azienda: "la nostra commercialista", come la definisce il figlio Pier Luigi.Lo scoppio della guerra ferma solo in parte la crescita dell’azienda, Pavesi fronteggia il razionamento delle materie prime e riesce a rifornire con i suoi prodotti caserme, ospedali e civili. Impressionato dalla quantità di dolci che i soldati americani assumono, il giovane imprenditore si prepara alla ripresa post-bellica ideando nuovi e più moderni metodi di fabbricazione, costruendo il macchinario e brevettandolo.
La necessità di innovare e differenziare i propri prodotti rispetto ai concorrenti è un pensiero costante nella sua azione: dai Biscottini di Novara fa nascere i Pavesini, un viaggio negli Stati Uniti gli dà spunto per i Crackers, i Ringo e i posti di ristoro sulle autostrade.
Anche con l'inizio della produzione industriale vera e propria, nel nuovo stabilimento di Largo Leonardi, costruito nel 1945, Pavesi si occupa personalmente di tutto: segue produzione, vendita, azioni promozionali e comunicazione pubblicitaria, di cui è un antesignano.
Quando la produzione si arricchisce di altre varietà di prodotti, fa distribuire nei punti vendita degli scaffaletti in filo metallico, per esporre in modo ben evidenziato l'intera gamma Pavesi; nel 1952 fa allestire alla Fiera di Milano uno stand Pavesi con uno spettacolo di burattini; decide di partecipare al Giro d'Italia con un automezzo che segue la carovana e a ogni tappa proietta cartoni animati e spot pubblicitari. È attento anche ai servizi al consumatore, riservando una grande importanza al controllo qualitativo sia di prodotto che di processo e chiedendo, per la messa a punto delle ricette dei prodotti, la collaborazione di illustri nutrizionisti e fisiologi. Sovente visita l'azienda per verificare lo svolgimento delle operazioni e il comportamento di consumo dei clienti.
Di modesta istruzione, Pavesi si costruisce da sé una base culturale, e coltiva l'amicizia di scrittori, giornalisti e artisti. Presso il ristorante Savini di Milano, nel 1959 riunisce intorno a sé per un incontro all'insegna dei Pavesini i più noti esponenti del mondo artistico-culturale italiano: Mario Soldati, Achille Campanile, Erberto Carboni, Orio Vergani, Enrico Emanuelli, Dino Buzzati.
Nel 1954 viene inaugurato il nuovo stabilimento di Corso Vercelli, tutt'ora in funzione. Si circonda di collaboratori di in tutte le aree chiave: esperti di tecnologie, vendite, acquisti, amministrazione e finanza. Le dimensioni della Pavesi sono ormai quelle di una grande industria, che produce 60 quintali all'ora di biscotti. Lo stile di gestione evolve da un modello "famigliare" verso assetti organizzativi di tipo industriale avanzato. Nel 1969 la struttura organizzativa giunge al livello di massima espansione, con 1800 dipendenti, 80 filiali su tutto il territorio italiano e oltre 300 venditori.
La complessità dell'impresa non consente più a Mario Pavesi un contatto diretto con gli operai, e l'azienda viene coinvolta negli "autunni caldi". La vita di Pavesi continua ad essere una continua "tensione" verso le attività dell'impresa. I suoi ultimi dieci anni sono segnati dalla malattia. Decide di non affidare ai figli, ancora giovani, la successione e nel 1972 cede l'azienda alla Montedison, dove rimane prima come Presidente e poi come consulente della Società, fino al 1974. Nonostante le difficoltà, si dà da fare e crea altre attività: nasce così il Rabarbaro Zucca, altra istituzione italiana, che affiderà nel 1980 ai figli. Muore nel febbraio 1990, a 81 anni.
Fonte: Storia e cultura dell’industria
Mirò
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