mercoledì 21 settembre 2011

Piccola Storia del Piemonte (38/58) - Il '600, la questione del Monferrato. Madama Cristina, l'ingerenza francese

Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 38, Il '600, la questione del Monferrato. Madama Cristina, l'ingerenza francese

Carlo Emanuele di tenta di approfittare di una situazione ereditaria confusa per avanzare pretese sul Monferrato. Il gioco diplomatico non gli dà frutti e dunque Carlo Emanuele I riprende la guerra. Conta su di un appoggio francese che si rivela non effettivo, e dopo alterne vicende, gravi danni e moltissimi soldi spesi, il tutto si conclude con nulla di fatto, salvo la fama ottenuta dal Duca, di aver tenuto testa agli Spagnoli.

Inizia la guerra dei trent'anni. Il Duca Carlo Emanuele nutre progetti ambiziosi, ed entra in una lega con Francia e Venezia nel 1623, mentre in Francia, il Cardinale Richelieu diventa l'ispirstore politico del Rè (in effetti ha lui il potere). Lo scopo del Duca è quello di espandersi a spese di Genova.

Sacra S. MicheleQualche successo, che invoglia il Duca a pensare ad una espansione in Lombardia, poi i Francesi lasciano l'impresa (a loro serviva solo un diversivo). Carlo Emanuele I ritorna allora ai progetti sul Monferrato, e si accorda quindi con gli Spagnoli per una sua spartizione, ed inizia la guerra nel 1628. Gli Spagnoli dovrebbero occupare Casale, e Carlo Emanuele occupa rapidamente Alba, Trino, ed altri territori mentre gli Spagnoli assediano Casale.

I Francesi tentano di impedire la caduta di Casale, i Piemontesi si oppongono al passaggio delle truppe francesi, mentre segretamente mettono in atto quanto possibile a che Casale non cada in mano spagnola. Si ha uno scontro con la Francia (chi dice poco più che simulato) ove appare una Francia vittoriosa. Si giunge ad un successivo trattato (Susa) nel quale si evita la caduta di Casale e Carlo Emanuele ottiene un piccolo incremento territoriale a spese del Monferrato (1629), frutto del doppio gioco messo in atto (almeno così pare).

Il contrasto franco-spagnolo si riaccende e Carlo Emanuele, dapprima neutrale, passa con gli Spagnoli, mentre i Francesi ritornano in Piemonte. Si arriva al 1630, quando il problema, per la gente, diventa la peste. Nello stesso anno il Piemonte rimane in balia dei Francesi e Carlo Emanuele I muore.

La peste devasta il Piemonte. Prima della malattia vi erano stati anni di carestia ed alluvioni. Si fermano gli scambi e cresce un sottofondo di delinquenza, di persone che speculano sulla situazione. Si distinguono anche persone valide e caparbie che lottano contro le avversità per la loro comunità. Il sindaco di Torino, Francesco Bellezia, è uno di questi. Le possibilità sanitarie dell'epoca non possono evitare che interi paesi vengano spopolati dalla morìa. In Torino si giunge al livello di 150 morti al giorno (su una popolazione rimasta in città di 10 o 12 mila abitanti, essendo gli altri andati fuori città).

A Carlo Emanuele succede il figlio Vittorio Amedeo I, sposato con Cristina, strettamente legata alla Francia, essendo la sorella del Rè Luigi XIII.. Il Duca cerca un riavvicinamento alla Francia, che è dinuovo presente in Piemonte, spinto dalla moglie, mentre i suoi fratelli il Principe Tommaso di Carignano ed il cardinale Maurizio sono contrari a questa politica. La politica di Vittorio Amedeo I diviene asservita alla Francia .Il Duca ottiene di essere riconosciuto rè di Cipro, titolo già posseduto "in teoria", e la moglie diventa Sua Altezza Reale o Madama Reale (titolo senza stato, che in Europa sucita qualche ironia). Passa alla storia con il nome di Madama Cristina.

Vittorio Amedeo si trova nei giochi del Cardinale Richelieu, che ha mire sul Ducato di Savoia, la sua politica filofrancese, condizionata spesso dalla moglie, pone le basi della successiva guerra civile. Il Duca, incoraggiato dalla Francia, spinge le sue mire verso Milano, ma l'appoggio francese non è determinante, in quanto per la Francia questo è solo un diversivo nella sua azione contro la Germania. Sfumata la possibilità di vittoria in Lombardia, il Duca tenta l'espansione verso Genova, ma muore nel 1636.

Alla morte di Vittorio Amedeo I, il figlio Francesco Giacinto è di pochi anni. La reggenza spetta a Madama Cristina. Il primogenito morirà ragazzo e la successione passerà a Carlo Emanuele II, il secondogenito. La reggenza dunque diventa un periodo lungo. Si formano due fazioni in guerra: i madamisti (madama Cristina - Francesi) ed i principisti (principe Tommaso - Spagnoli). Il principe Tommaso, appoggiato dagli Spagnoli, arriva ad assediare ed occupare Torino, ma deve ritirarsi perchè l'appoggio spagnolo viene meno. I principi Tommaso e Maurizio ottengono comunque dall'Imperatore la loro nomina a tutori del giovane Carlo Emanuele II e la reggenza.

Ora la guerra civile è ufficializzata. Cristina si firma "Cristina di Francia", il cardinale Richelieu medita di annettere definitivamente il Piemonte alla Francia. Cristina cede alcune piazzeforti alla Francia e questo fà trovare ai principi Tommaso e Maurizio appoggi in molte città piemontesi, che passano dalla loro parte. Continua la guerra contro la Spagna, con una posizione ambigua della Francia, che in realtà non aiuta il Piemonte, che nei suoi piani non deve riprendere peso. Vercelli viene occupata dagli Spagnoli. La politica del Richelieu si fà sottilmente pericolosa, ma Cristina evita comunque, e non ostante tutto, le trappole principali.

Nel 1642 si giunge ad un accordo di pace che si dimostra inutile. Madama Cristina non gode di buona fama, ma nel periodo le calunnie si sprecano. Nel 1648 si giunge alla pace di Westfalia, con la quale rimane pesante la presenza francese in Piemonte (Pinerolo ed altre piazze). Ciò che resta del Monferrato passa ai Savoia, ma Casale rimane al Duca di Mantova.

Carlo Emanuele II sale al potere, sempre nella scia della madre e riottiene, occupandola, Vercelli nel 1660. Madama Cristina muore nel 1662. Un figlio del principe Tommaso, Eugenio di Savoia-Carignano passa al servizio degli Asburgo e riapparirà nella storia del Piemonte. Carlo Emanuele II tenta l'espansione territoriale ai danni di Genova, (1672) ma fallisce. Muore nel 1675, quando il figlio Vittorio Amedeo è ancora ragazzo.

Si ha una nuova reggenza della madre Maria Giovanna Battista di Savoia -Nemours. In questo periodo ancora una volta il Piemonte subisce una pesante ingerenza francese (Luigi XIV è il Rè di Francia in questo periodo), e si trasforma, in pratica, in Provincia della Francia, che ne controlla persino il bilancio.
Sono di questo periodo la resistenza armata alla tassa sul sale nella zona di Mondovì fra il 1680 ed il 1699, e la guerra contro i Valdesi, decisa per sudditanza alla Francia, e di cui diremo.

Vittorio Amedeo II assume il potere solo nel 1684. Il duca inizia subito a prendere le distanze dalla Francia e ristabilisce i rapporti con il principe Eugenio, suo cugino, che milita in campo avverso alla Francia, essendo al servizio dell'Austria.


     Mirò


Tutti i link ai capitoli si trovano nel post di introduzione alla Piccola Storia del Piemonte

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