Piccola Storia della “Letteratura Piemontese” dalle origini ai giorni nostri
Secolo XVIII
1. SECOLO XVIII
Con la vittoria di Torino del 7 settembre 1706 il Piemonte vede allontanarsi una delle minacce più grandi della sua indipendenza: la vittoria è consacrata con il Trattato di Utrecht (1713) e il Piemonte può finalmente dedicarsi a opere di pace. Il ‘700 è il primo secolo d’oro della letteratura e della poesia piemontese. E’ anche il secolo in cui la canzone popolare, probabilmente dopo un lavorio a noi sconosciuto di adattamenti, attraverso la trasmissione orale di generazione in generazione, trova la sua sistemazione definitiva in quelle forme poetiche e musicali che conosciamo e apprezziamo grazie alle ricerche di Costantino Nigra, Leone Sinigaglia, Alfredino Nicola e altri studiosi e musicisti appassionati del nostro patrimonio musicale popolare.
LA CANZONE POPOLARE
Costantino Nigra (1828-1907), canavesano, diplomatico, segretario del D’azeglio, compagno di Cavour ai congressi di Parigi e Plombières, poeta romantico. Tra il 1854 e il ‘58 si dedica, con l’aiuto di fedeli collaboratori, allo studio e alla raccolta di canzoni popolari piemontesi. Nel 1888 è pubblicato il volume “Canti popolari del Piemonte”, raccolta di 150 canzoni distinte in due serie: quelle storiche e quelle romanzesche. Per ognuna annotò tutte le varianti delle varie province e nei diversi dialetti, le loro affinità e le imitazioni rintracciate nella poesia popolare straniera. Aggiunse la traduzione in italiano dei testi e li corredò di note per valorizzare vocaboli e pronunce diverse. Una sola lacuna: l’esiguità di partiture musicali contenute nel suo volume. L’opera è stata ristampato da Einaudi nel 1957 in commemorazione del 50° anniversario della sua morte.
Leone Sinigaglia (1868-1944), compositore torinese di fama internazionale dedica gran parte della propria esistenza, come altri musicisti del suo tempo (Bartok, Dvorak, Brahms), alla ricerca delle vecchie canzoni popolari. Nei primi anni del novecento raccoglie sulla sola collina di Cavoretto più di 500 canzoni recuperando parole e musica; sono state pubblicate:
· “36 Vecchie Canzoni Popolari del Piemonte” Edizione Breitkoph & Hartel - Lipsia 1914
· “24 Vecchie Canzoni del Piemonte” Edizione Ricordi 1956.
Presso la Biblioteca del Conservatorio G. Verdi di Torino sono depositati alcuni “Quaderni” manoscritti che contengono il frutto della sua ricerca e che, grazie al lavoro del musicologo e etnologo Roberto Leydi, sono stati pubblicati recentemente dalla Regione Piemonte.
Di Alfredo Nicola si parlerà più avanti (vedi: § 9 XX SECOLO - Poeti e prosatori di oggi: La prima generazione de Ij Brandé).
L’ARPA DISCORDATA
Poemetto di 1812 versi senza eccessive preoccupazioni metriche (discordata) che racconta, senza mai elevarsi all’altezza epica della storia, la cronaca dell’Assedio 1706. Autore è l’abate Francesco Antonio Tarizzo (autore anche del “Ragguaglio storico dell’assedio” in lingua italiana). Racconto bonario, talvolta scherzoso dei fatti, documento interessantissimo di vita vissuta, cronaca giorno per giorno dell’assedio. E’ usato frequentemente il passato remoto, oggi abbandonato.
E’ stato ristampato nel 1969 a cura del Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis di Torino.
PADRE IGNAZIO ISLER
Padre Ignazio Isler, nato forse nel 1702 e morto a Torino il 7 agosto 1788, era un monaco del convento della Crocetta. Studiò lettere e musica. Suonava con gran maestria cembalo e organo; compose egli stesso la musica di alcune sue canzoni o le adattò ad arie popolari allora correnti. Le sue canzoni, capolavori della poesia popolare comica piemontese, sono una rappresentazione divertente, maliziosa e colorita della vita torinese dell’epoca. La sua produzione, molto abbondante, è stata pubblicata dall’editore A. Viglongo di Torino e da A. Nicola (vedi oltre il capitolo A. Nicola) nella Colan-a Musical dij Brandé scartare n. 41 A l’ansegna dij Brandé, Turin, 1960.
IL CAVALIER BORRELLI
Il cavalier Vittorio Amedeo Borrelli, nato a Valenza il 18 giugno 1723 e vivo ancora all’inizio del secolo successivo, fu un soldato e un poeta. Purtroppo poco c’è rimasto della sua produzione. Un tòni e tre sonetti sono sicuramente suoi. Poco come quantità, ma quanto basta a caratterizzarne la figura e a darci la misura del suo valore.
SILVIO BALBIS
Silvio Balbis nacque a Caraglio il 29 ottobre 1737 e morì a Saluzzo il 23 luglio 1796. Poeta Arcade, sacerdote onorato, dottore in teologia e predicatore di fama portò la poesia piemontese negli ambienti più colti e raffinati, sollevando il dialetto dalle facili improvvisazioni popolari e satiriche, come in fondo erano le canzoni dell’Isler, a forme d’arte più riflesse e studiate. E’ stato il primo a trattare il piemontese con dignità, serietà e rispetto. Tre sonetti e due monologhi si leggono nella raccolta del Pipino del 1783 (vedi oltre il capitolo M. Pipino); altri suoi sonetti sono pubblicati nel volume CXI della Biblioteca della Società Storica Subalpina in uno studio a lui dedicato.
VENTURA CARTIERMETRE
Il suo vero nome era Giuseppe Ignazio Antonio Avventura (Torino 15 giugno 1733-21 luglio 1777).
Nel 1758 era cartiametre, cioè ufficiale di amministrazione del Reggimento Dragoni di Piemonte.
A differenza dell’Isler, in cui la satira ha un carattere modestamente moralistico e colpisce in genere vizi e difetti generici delle persone, senza che l’autore esca dal suo atteggiamento impersonale, la satira del Ventura, invece è diretta, soggettiva, e colpisce istituzioni e caste, impegnando la responsabilità dell’autore, che parla sempre in prima persona, ed esprime i sentimenti e i risentimenti del suo tempo, preludendo in certi momenti alla satira rivoluzionaria del Calvo (vedi oltre il capitolo I. Calvo).
I suoi componimenti sono i tòni permeati di polemiche antinobiliari e anticlericali e di concetti sull’ingiustizia sociale.
MAURIZIO PIPINO
Una delle figure più interessanti di studioso, generoso ed appassionato, del nostro dialetto e della nostra poesia fu certamente quella del medico cuneese Maurizio Pipino. Con preparazione seria di linguista e buon gusto d’artista, studiò per primo il nostro linguaggio, pubblicandone nel 1783, una grammatica, un vocabolario e una sua antologia di poesie. Il Pipino impostò per primo uno studio sistematico che, anche se non sorretto da preparazione glottologica e filologica, ebbe il merito di suscitare interessi e problemi e di proporre delle soluzioni.
EDOARDO IGNAZIO CALVO
Edoardo Ignazio Calvo nasce a Torino il 10 ottobre 1773 e qui muore di tifo il 9 maggio 1804 mentre curava i suoi ammalati: era medico dell’ospedale S. Giovanni. Con il Calvo si manifesta la più alta voce della poesia piemontese fino allora sentita. Vissuto negli anni in cui le idee rivoluzionarie francesi suscitano in lui illusioni e speranze che l’occupazione francese farà ben presto cadere in una serie di tristi esperienze. La sua poesia, una delle voci più belle finora viste, è espressione di sentimenti vissuti e sofferti da uno spirito retto che si ribella alle prepotenze ed alle ingiustizie siano questi di ceti privilegiati (vecchio regime) o degli oppressori forti delle loro armi.
Le sue opere più importanti sono:
· “Folìe religiose”: gruppo di componimenti che risente del clima giacobino del 1789 francese.
· “Favole morali”: denuncia contro il malgoverno francese, satira sferzante, sarcasmo feroce che nella pacatezza raggiungono espressioni di rara potenza.
· “An sla vita ‘d campagna” bellissima ode che rappresenta una parentesi di serenità agreste nell’agitata e combattiva vita del cittadino.
In occasione del bicentenario nella nascita tutta l’opera del Calvo è stata riproposta in un unico volume dal Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis di Torino. I testi in piemontese sono accompagnati dalla versione italiana.
VITTORIO ALFIERI
Del grande scrittore di tragedie astigiano sono noti due sonetti in piemontese datati “Roma 23 aprile e giugno 1783”; ne avrà forse scritti anche degli altri andati persi? O ancora da scoprire?
Tutti i link
dal secolo XII al Secolo XV
dal secolo XVI al secolo XVII
secolo XVIII
secolo XIX
secolo XX
Mirò
Tratto da: Piccola storia della letteratura Piemontese dalle origini ai giorni nostri
Autore: Michele Ponte
BIBLIOGRAFIA
· Camillo Brero e Renzo Gandolfo, profilo storico di P. Pacòt,
La letteratura in piemontese dalle origini al Risorgimento, Casanova, Torino, 1967
· Renzo Gandolfo, La letteratura in piemontese dal Risorgimento ai giorni nostri
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1972
· Censin Pich, La leteratura piemontèisa dal prinsipi al di d’ancheuj (sec. XII – XX)
estratti dal “Corriere di Chieri”, 1973
· Nino Costa, Poesie piemontesi (raccolta in sei volumi di tutte le poesie)
A. Viglongo, Torino, 1987
· Pinin Pacòt, Poesìe e pàgine ‘d pròsa
A l’ansëgna dij Brandé, Torino, 1967
· Francesco Antonio Tarizzo (a cura di Renzo Gandolfo), L’arpa discordata
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1969
· Carlo Casalis (a cura di Renzo Gandolfo), La Festa dla Pignata, ossia amor e conveniense
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1970
· Edoardo Ignazio Calvo (a cura di G. P. Clivio), Poesie piemontesi e scritti italiani e francesi
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1973
· Arrigo Frusta, Fassin-e ‘d sabia
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1969
· Camillo Brero, Breviari dl’anima
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1969
· Alfredo Nicola, Stòrie dle valade ‘d Lans
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1970
· Censin Pich (Soagnà da), Sernia ‘d pròse piemontèise dla fin dl’eutsent
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1972
· Armando Mottura, Vita, stòria bela
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1973
· AA.VV., Musicalbrandé, Arvista piemontèisa
Companìa dij Brandé, Turin, annate diverse
· AA.VV., La slòira, Arvista piemontèisa
Arvista dl’Associassion Coltural “La Slòira”, Ivreja, annate diverse
· Franco Lucà e Maurizio Martinotti, Musica popolare in Piemonte
Regione Piemonte, Stargrafica, Torino
· Massimo Scaglione Storia del teatro piemontese da Giovanni Toselli ai giorni nostri
Piemonte in Bancarella, Editrice Il Punto, Torino, 1998
Fonte: gli amici dell “Associazione Piemontesi nel Mondo” sez. S. Paolo (Brasile)
Nessun commento:
Posta un commento