lunedì 26 settembre 2011

Piccola storia della “Letteratura Piemontese” secolo XX – (5/5)

Piccola storia della “Letteratura Piemontese” dalle origini ai giorni nostri
Secolo XX

9. SECOLO XX

NINO COSTA

Nino Costa  (1886-1945) è “la colonna sulla quale viene a posarsi l’arco del passato e dalla quale si slancia verso l’alto, l’arco dell’avvenire.” Così ne ha parlato Pinin Pacòt.

Il poeta seppe riassumere nel suo cuore la voce della nostra terra e della nostra gente che, fatta voce collettiva, esprime la gioia e le ansie comuni, e nella sua parola ognuno si ritrova, individuo e coro.

Nulla mutò la sua vita modesta, dedita al lavoro, alle amicizie, alla sua terra, sentendo nel creato il senso religioso degli uomini e della natura, in vibrazioni di una solidarietà misteriosa e solenne, finché la morte del figlio giovinetto, diciannovenne, caduto nel 1944 combattendo in montagna fra i partigiani, non gli piegò l’animo e il cuore. Gli ultimi canti sono di lacrime e di angoscia.

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La sua operosa produzione poetica comprende (oltre che a scritti in prosa, atti unici, due commedie “Testa ed fer” e “Tera monfrin-a”) le seguenti raccolte di poesie:

· 1922 Mamina raccolta di sonetti delicati degli affetti familiari.
· 1924 Sal e pèiver i temi si allargano: l’espressione è più personale e ferma.
· 1928 Brassabòsch raccolta dove tutte le corde della nostra poesia sono toccate.
· 1931 Fruta Madura il titolo confessa la coscienza di un punto d’arrivo.
· 1938 Ròba nòstra contiene alcune delle più note e significative composizioni.
· 1945 Tempesta opera postuma contiene le poesie della guerra.

Dell’editore A. Viglongo di Torino è la raccolta completa, in sei volumi, di tutte le poesie (1987).

PININ PACOT E IJ BRANDE’

Pinin Pacòt (Torino 1899 - Castello d’Annone 1964). Ragioniere funzionario del S.Paolo.

Fonda nel 1927, con Oreste Gallina e Alfredo Formica, la rivista Ij Brandè (gli alari), della quale allora uscirono solo 6 numeri (siamo nel periodo fascista), con un programma di rinnovamento della vita letteraria e della cultura locale di cui Costa era stato antesignano. Dal ’31 al ’38 pubblicano gli Armanach pièmontèis dove si trovano il meglio della produzione piemontese. Finita la guerra riprese la pubblicazione de Ij Brandè dal ’45 al ’57 (quindicinale): 268 numeri che formano un volume di oltre mille pagine. Dal’60 Pacòt cura una raccolta annuale di poesia e prosa piemontese
Ij Brandè, Armanach ëd poesìa piemontèisa. Nello stesso anno scrive un Profilo storico della letteratura in piemontese.

Al Pacòt infine si deva anche la grafia piemontese moderna detta anche grafia dij brandé che si rifà alla grafia storica, oggi accettata da tutti.

Attorno a lui nasce un sodalizio senza regole e senza costrizioni: La Companija dij Brandé operante per un impulso innovatore che raccolse tutte le migliori voci dei poeti piemontesi, con la sola esclusione della sciatteria rimaiola, in sola polemica con le manifestazioni di cattivo gusto o di malcostume letterario e morale. La rivista Ij Brandè fu al tempo stessa antologia, fonte di ricerche per studi filologici, dialettologia, storia letteraria e artistica; i problemi della lingua dei dialetti, della grafia e del vocabolario furono posti e esplorati estendendo la sua influenza anche fra i movimenti affini operanti nella Provenza e in Catalogna.

Sono stati pubblicati i seguenti volumi contenenti le sue opere:

· 1926 Arsivòli raccolta delle poesie giovanili.
· 1935 Crosiere
· 1946 Speransa
· 1952 Gioventù pòvra amia
· 1954 Poesìe - Famija Piemontèisa di Roma: raccolta di tutte le opere precedenti.
· 1964 Sèira - Famija Piemontèisa di Roma: opera della sua maturità poetica, espressione di poesia pura, difficilmente ripetibile, in cui raggiunge la pienezza della resa lirica.
· 1967 Poesìe e pagine ‘d pròsa - A l’ansëgna dij Brandè – Torino

raccolta di tutte le poesie e di una scelta delle pagine di prosa.


POETI E PROSATORI DI OGGI: “La prima generazione de IJ BRANDE’ ”

E’ costituito dal gruppo dei poeti coetanei di N. Costa; tra tanti ricordiamo Carlo Baretti, Giuseppe Casalegno, Renato Bertolotto, Giovanni Bono, Renzo Brero, Aldo Daverio, Michele Fusero (don Fusé), Oreste Gallina, Giovanni Gianotti, ma in particolare:

Arrigo Frusta (1875-1965) iniziò la sua carriera letteraria ai tempi del Birichin sul quale scrisse spesso in prosa e in versi. Nel 1898 pubblicò una raccolta di sonetti L’esposission dël 1898 cui fecero seguito nel 1901 Faravòsche e nel 1902 Ij sonett dl’Esposission d’Arte Decorativa Moderna. Versi piacevoli da leggere, ma ampiamente superati da due raccolte di prose Fassin-e ‘d sabia
(ristampato nel 1969 dal Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis di Torino) e Prédiche ai givo in cui, con arguzia, spirito e brio, manifesta la sua disapprovazione per la scomparsa del suo mondo e per il cambiare della vita. Indubbiamente tra i migliori esempi di prosa piemontese che esprimono una completa e oggi rara conoscenza della lingua subalpina.

Mario Albano (1880-1963) amico di Costa che ne incoraggiò i primi passi; sempre sereno, operoso e aperto al canto e alla speranza. Riunisce le sue poesie in un volume nel 1955 con il titolo Canto ‘d cò mi: frutto di cinquant’anni di presenza viva nel campo della poesia dialettale.

Nino Autelli (1903-1945) fu uno dei primi aderenti alla Companìa. Fu definito da Pacòt come
“… poeta che non scrive versi … un felice ritmo di poesia in prosa …”.

Scrive le storie popolari contadine raccolte nella campagna dell’Alessandrino e del Monferrato.

La sua prima raccolta Pan ‘d coa è del 1931; la raccolta Masnà è del 1937.

Armando Mottura (1905-1976) fu uno dei primi aderenti alla Companìa a cui portò un notevole contributo personale. Autore di una decina di commedie, molte delle quali più volte rappresentate con vivo successo. Poeta d’amore, in gioventù, degli affetti religiosi della famiglia e, in età più matura, dell’umanità che soffre e lavora e spera. La sua poesia ha conservato sempre una corale e fiduciosa apertura di speranza. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie:

Reuse rosse (1947); Paisagi ‘d Val Susa (1949); La patria cita (1959); E adess, pòvr òm (1969);

nel 1973 il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis riunisce una scelta di sue poesie in un volume con il titolo Vita, stòria bela.

Alfredo Nicola (1902-1995) in arte Alfredino. Figura notevole della cultura piemontese fu artista, poeta, musicista, pittore. Ha dato vita alla rivista trimestrale “Musicalbrandé” che dal 1959 al 1994, 144 scartari (quaderni), si occupa di musica e lettere con scritti parte in italiano e parte in piemontese. In campo musicale la Colan-a Musical da lui diretta ha pubblicato un quarantina di scartari tra cui: tre raccolte di antiche canzoni popolari, le canzoni dell’Isler e del Brofferio.

Poeta delicato e sensibile, di natura riservata ma a momenti ironica e maliziosa. Si esprime con ricchezza lessicale e perfetta conoscenza del linguaggio.

Vasta e tutta valida la sua vasta produzione poetica:

Buscaje (1920); Tamerici (1922); Penombre (1929); Primavere (1933); Nìvole (1951);
Spers (1969); nel 1970 il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis pubblica una raccolta di sue poesie del tutto inedite in un volume con il titolo Stòrie dle valade ‘d Lans; e poi ancora Arcordanse (1970); Samada (1982).


POETI E PROSATORI DI OGGI: “La seconda generazione de IJ BRANDE’ ”

E’ costituito dal gruppo di scrittori che si è formata prevalentemente nel clima ideale della “Companìa” accanto a Pacòt. Questo gruppo mantiene fedeltà alla memoria e all’esempio di Pacòt espressa nell’insegna da lui ereditata: La fiama ch’as destissa nen. Tra tanti nomi ricordiamo:

Domenico Badalin (1917-1980) monferrino, personalità ben caratterizzata sensibile alle voci della sua terra astigiana. Pubblica: Doe minute per ti; L’istòrie del varej; e registra alcune cassette.

Camillo Brero (1926) è stato uno dei giovani che hanno esordito nella scia di Pacòt di cui, alla morte, ne ha raccolto spiritualmente l’eredità. Cominciò a scrivere in piemontese nel 1944, incoraggiato da N. Costa. Dal 1946 in poi, conosciuto P. Pacòt, fece parte della Companija dij Brandé. Dal 1966 ha continuato la pubblicazione de Ij Brandé – Armanach ëd posìa piemontèisa raccolta annuale di poesia e prosa piemontese. E’ autore di grammatica e dizionario piemontesi.
In collaborazione con Renzo Gandolfo ha curato la pubblicazione dell’antologia:

La Letteratura in piemontese, dalle origini al Risorgimento Casanova-Torino-1968.

La sua produzione poetica rappresenta quanto di meglio offre la nostra letteratura moderna.

Le sue poesie sono raccolte nei seguenti volumi:

Spluve (1949); Stèile… steilìn-e (1957); Breviari dl’ànima (1962) ristampato nel1969 dal Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis di Torino; L’anima mia as anandia (1968).

Ha pubblicato inoltre alcuni libri di prosa, tra cui: La bela stagion ëd l’anvod dij Bré e Amor polid.

Gustavo Buratti (1926), battagliero difensore dei diritti delle minoranze etniche e linguistiche, ha curato le relazioni con le altre etnie europee (catalani, provenzali, baschi, bretoni, romanci, friulani, sardi, ecc.). Insieme a Brero è stato tra gli allievi preferiti da Pacòt. Polemista vivace e scrittore originale con un lessico ricco e colorito. Ha pubblicato una raccolta di versi in un volume dal titolo Prusse molinere (1960).

Gianrenzo P. Clivio (1942) è professore di linguistica romanza all’Università di Toronto. Studioso di chiara fama, autore di numerosi studi scientifici sui dialetti e sulla letteratura in piemontese. E’ anche scrittore e poeta assai originale e moderno, con una padronanza sicura dei suoi mezzi espressivi.

Giuseppe Gastaldi (1926). Scrive con genuina sensibilità e con una vena di schietta poesia. Ha raccolto i suoi componimenti in due volumetti: Sbòss (1971); Balada d’avril (1973).

Giuseppe Lazzarone (1903-1970) di Asti. Scrittore moderno, ricco di interessi umani, buon interprete della vita delle sue terre. Una delle migliori presenze nella letteratura piemontese moderna. Unica raccolta: An Ast , sonetti in lingua e in vernacolo (1957).

Barnaba Pecco (1905-1995), torinese. Scrittore chiaro, legato al mondo degli affetti famigliari, al godimento dei fatti naturali che offrono, a chi sa contemplarli con occhio e cuore pacato, lezioni di vita e di saggezza. Si esprime con sicura elegante padronanza del verso.

Censin Pich attuale animatore, insieme con C. Brero, della Companija dij Brandé. Scrive su giornali e riviste specializzate, organizza concorsi e manifestazioni, docente in vari corsi di lingua e letteratura piemontese; ha curato la raccolta di due volumi di prose:

· Sernia ‘d pròse piemontèise dla fin dl’eutsent Centro Studi Piemontesi - Ca dë Studi Piemontèis Torino - 1972

· Sapej Censin Pich - Dario Pasé, Colan-a ‘d leteratura piemontèisa “La Slòira”- Ivrea - 1996


Renzo Gandolfo (1900-1987), cuneese di nascita, laureato in filosofia, fu personaggio di grande merito per la lingua e cultura piemontese, poeta e prosatore egli stesso.

Trovandosi Roma, per motivi di lavoro, fonda nel 1944 la Famija Piemontèisa di cui furono presidenti L. Einaudi e G. Pella mentre R. Gandolfo si limita ad assumere la carica di vice-Presidente. Molte le iniziative culturali prese dalla Famija: dalla monumentale Storia del Piemonte nel centenario dell’Unità d’Italia, fino alla consacrazione di un poeta come P. Pacòt di cui sono stati pubblicati nel 1954 Poesìe e nel 1964 Sèira (vedi il capitolo dedicato a P. Pacòt).

Ritornato a Torino nel 1961 per coordinare i lavori del volume commemorativo di Italia ’61 viene chiamato alla Fiat dove resta come Consulente della Presidenza e della Direzione Generale.

Il frutto più cospicuo della sua conoscenza della civiltà letteraria regionale sono le due antologie:

· La letteratura in piemontese dalle origini fino al Risorgimento

(in collaborazione con C. Brero, profilo storico di P. Pacòt), Torino, Casanova, 1966

· La letteratura in piemontese dal Risorgimento ai giorni nostri

Torino, Centro Studi Piemontesi - Ca dë Studi Piemontèis, 1972.

A favore dei problemi della lingua e cultura piemontese dà vita, nel 1969, al Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis. L’associazione, ufficialmente costituita nel giugno del 1970 ed eretta in ente morale nel settembre del 1975, ha l’intento statutario di promuovere la cultura piemontese in ogni sua manifestazione, sia con l’azione diretta, sia appoggiando iniziative affini. Attualmente ha sede in via O. Revel 15 nell’abitazione che fu di R. Gandolfo lasciata al centro per sua espressa volontà testamentaria.

Il Centro, che finora ha promosso incontri e mostre, organizzato convegni nazionali e internazionali, cura anche un’attività editoriale di pregio con la pubblicazione di varie collane, di grandi opere tematiche, e della rivista semestrale interdisciplinare “Studi Piemontesi”.

VOCI DI DONNE

Per la prima volta nella storia della nostra letteratura troviamo, valide, le voci di alcune donne.

Cleo Balbo, scrittrice tenue, sensibile e delicata. Più volte premiata nei concorsi regionali.

Bianca Dorato, torinese, coltiva, con ricchezza di sensibilità e raffinatezza di stesura, un ambito profondo e peculiare della poesia piemontese, proponendo personalissime rimeditazioni sul destino dell’uomo e dell’ambiente. Il piemontese in cui si esprime è caratterizzato da assoluta proprietà linguistica, capace di evidenziare, pur nel rispetto rigoroso della tradizione, momenti appassionati di contemporanea, intensa, lirica espressività.

Anin Molin Pradel Rabino (1921-1999) poetessa con una grazia senza tempo, fresca e genuina; le sue poesie non sono segni di un epoca o di un modo di pensare ma sono vive e sempre nuove; espressione profonda dei sentimenti femminili, senso meraviglioso della natura. Ha pubblicato: Vers ël seren, Ca dë studi “P. Pacòt”, Ed. “Piemontèis ancheuj”-C.S.D. Minzoni-Torino 1995

Ines Poggetto, che in dialetto della valle di Lanzo ha cantato le Splùe dël cheur: il titolo della sua raccolta è indicativo dei temi e della sensibilità dell’autrice.

Concetta Prioli (=1990), torinese, scrittrice gentile di liriche tenui ma ben individuate e cantanti. Molto attiva e assidua collaboratrice di varie riviste, premiata in molti concorsi.

Carlottina Rocco, torinese, di ispirazione raffinata tesa a cogliere i moti dell’anima e le voci del dolore e della gioia per trasformarli in poesia. Ha pubblicato: An sla broa dël senté (1933).

PATOISANTS

Vogliamo infine ricordare alcuni scrittori che si sono anche espressi nel patois delle loro valli:
Sergio Arneodo (valle Grana); Barba Tòni (Antonio Bodrero, 1921-1999) e Ottavio Cosio della Val Varaita; Bep Ross (Giuseppe Rosso, 1935-1995) della Valle Stura.

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dal secolo XVI al secolo XVII
secolo XVIII
secolo XIX
secolo XX



     Mirò


Tratto da: Piccola storia della letteratura Piemontese dalle origini ai giorni nostri
Autore: Michele Ponte


BIBLIOGRAFIA

· Camillo Brero e Renzo Gandolfo, profilo storico di P. Pacòt,
La letteratura in piemontese dalle origini al Risorgimento, Casanova, Torino, 1967
· Renzo Gandolfo, La letteratura in piemontese dal Risorgimento ai giorni nostri
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1972
· Censin Pich, La leteratura piemontèisa dal prinsipi al di d’ancheuj (sec. XII – XX)
estratti dal “Corriere di Chieri”, 1973
· Nino Costa, Poesie piemontesi (raccolta in sei volumi di tutte le poesie)
A. Viglongo, Torino, 1987
· Pinin Pacòt, Poesìe e pàgine ‘d pròsa
A l’ansëgna dij Brandé, Torino, 1967
· Francesco Antonio Tarizzo (a cura di Renzo Gandolfo), L’arpa discordata
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1969
· Carlo Casalis (a cura di Renzo Gandolfo), La Festa dla Pignata, ossia amor e conveniense
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1970
· Edoardo Ignazio Calvo (a cura di G. P. Clivio), Poesie piemontesi e scritti italiani e francesi
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1973
· Arrigo Frusta, Fassin-e ‘d sabia
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1969
· Camillo Brero, Breviari dl’anima
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1969
· Alfredo Nicola, Stòrie dle valade ‘d Lans
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1970
· Censin Pich (Soagnà da), Sernia ‘d pròse piemontèise dla fin dl’eutsent
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1972
· Armando Mottura, Vita, stòria bela
Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino, 1973
· AA.VV., Musicalbrandé, Arvista piemontèisa
Companìa dij Brandé, Turin, annate diverse
· AA.VV., La slòira, Arvista piemontèisa
Arvista dl’Associassion Coltural “La Slòira”, Ivreja, annate diverse
· Franco Lucà e Maurizio Martinotti, Musica popolare in Piemonte
Regione Piemonte, Stargrafica, Torino
· Massimo Scaglione Storia del teatro piemontese da Giovanni Toselli ai giorni nostri
Piemonte in Bancarella, Editrice Il Punto, Torino, 1998

Fonte: gli amici di “Associazione Piemontesi nel Mondo” sez. S. Paolo (Brasile)

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