mercoledì 19 ottobre 2011

Piccola Storia del Piemonte 45/58 - Le riforme di Vittorio Amedeo II

Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 45, Le riforme di Vittorio Amedeo II

Il Duca (e poi il Rè) mette mano a riforme che non sono certo rivoluzionarie, ma che riorganizzano le varie materie e portano lo stato ad essere burocratizzato ma efficiente, forse il più efficente d'Europa. Il Rè afferma che nulla (se non Dio) può condizionare la sua volontà, e vengono eliminate tutte quelle funzioni che in qualche modo possono interferire con il suo potere.

Questo vale anche per la Chiesa e le istituzioni religiose. Rivendica il controllo dello stato sull'istruzione, ma pone severi limiti ad idee non ortodosse degli insegnanti laici. Dunque si tratta di un assolutismo a tutto campo.Il Rè pianifica ogni cosa e tutto viaggia secondo le sue direttive, compresa l'economia.

Sacra S. MicheleEliminata la figura del primo segretario di stato, il Rè crea tre segreterie che sono veri e proprii ministeri degli Interni, Esteri, Guerra, minuziosamente organizzati. Rimane una figura di Gran Cancelliere, ma senza molta rilevanza politica.

I problemi sono quelli di sempre, e primo fra tutti la povertà. Vi sono molti disoccupati, prima di tutto braccianti. Anche in questo caso è il Rè che interviene ad organizzare le Opere assistenziali. Vengono fondati Ospizi, per i quali spesso il clero assume un ruolo di direzione, e questo non piace al Rè. Anche gli ospedali vengono migliorati.

La cultura ha bisogno di crescere. Nobiltà e borghesia piemontesi sono in effetti piuttosto rozzi ("grotolù" in piemontese). Si lavora per migliorare scuole ed Università. Vittorio Amedeo II si impegna in una revisione dei sistemi fiscali e nella riduzione dei vantaggi feudali di nobiltà e clero, cosa che provoca non pochi contrasti tra Torino e Roma. Non si tratta ovviamente di problemi religiosi, che non sussistono al momento, ma di ottenere il controllo dell'intero stato, senza che in questo vi siano aree o feudi con particolari privilegi. La pressione fiscale comincia a ridursi, grazie alla progressiva eliminazione delle contribuzioni straordinarie, ed il carico fiscale viene ridistribuito in modo più efficiente e controllato.

Altra riforma attuata da Vittorio Amedeo II è, in campo legislativo, il riordino, ammodernamento ed unificazione dei codici, nei quali appare una maggior tutela dell'imputato, ma non vi è una mitigazione di pene o una loro gradualità in funzione della gravità del reato.

Particolare cura viene dedicata al potenziamento ed all'organizzazione dell'esercito. In questo periodo si crea l'idea che il Piemonte sia l'unico stato italiano con un esercito in grado di sostenere la sua politica, e che i Piemontesi abbiano una particolare vocazione militare. L'esercito in servizio, in tempo di pace, viene portato a 25'000 uomini. Le spese militari, anche in tempo di pace, diventano gravose. Ora l'esercito è in maggioranza fatto da sudditi e non da mercenari.


     Mirò


Tutti i link ai capitoli si trovano nel post di introduzione alla Piccola Storia del Piemonte

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