martedì 18 ottobre 2011

S.C.A.T. Automobili fondata da G. Ceirano nel 1906 a Torino

S.C.A.T., la nuova fabbrica di automobili fondata da Giovanni Ceirano il 26 luglio 1906, la S.C.A.T. (Società Ceirano Automobili Torino) aveva avuto un inizio promettente.
Lo stabilimento sorto in via Madama Cristina angolo Corso Raffaello  a Torino dava lavoro a 150 operai e la produzione di vetture superava le cento unità annue.

La crisi del 1907 non intaccò la solidità della S.C.A.T. e nel novembre dello stesso anno, il capitale sociale iniziale di lire 700.000 di cui 600.000 versato, fu interamente versato e la vecchia sede si dimostrò insufficiente al continuo aumento della produzione. La nuova sede in Barriera di Francia copriva un'area di 40.000 metri quadrati, occupava una mano d'opera di 600 operai e venne inaugurata il 1° gennaio 1914. Il fondatore della S.C.A.T. rimase solo tre anni nel nuovo stabilimento; Giovanni Ceirano già scosso per la morte nel 1912 del fratello Giovanni Battista, nel 1917 fu nuovamente colpito da un grave lutto con la perdita della madre.

Cedette quindi la società ad un gruppo finanziario controllato dalla Hispano-Suiza, il quale utilizzò lo stabilimento per la costruzione di motori d'aviazione. Finita la guerra mondiale la S.C.A.T. subì la stessa sorte dell'Itala; infatti tra il tentativo di riconversione da industria di guerra in industria di pace e quello di fronteggiare i continui scioperi delle maestranze, la S.C.A.T. andò progressivamente sull'orlo del fallimento. Nel 1923 il suo capitale era ridotto a lire 14.000.

Giovanni Ceirano, che nel frattempo era riuscito ad acquistare la maggioranza delle azioni della "S.C.A.T.", il 25 agosto 1923 integrò il capitale della società portandolo a lire 700.000 e contemporaneamente effettuò la fusione delle due aziende. Verso la fine dello stesso anno poneva in liquidazione la "Ceirano S.A." ed aumentava il capitale sociale della "S.C.A.T." a lire 2.800.000.

Il 30 marzo 1925, l'assemblea degli azionisti della S.C.A.T. approvava l'adozione della marca "Ceirano" sulle vetture di sua produzione ed aumentava ulteriormente il capitale a lire 7.000.000.

Ad un anno dalla fusione delle due società veniva lanciata sul mercato automobilistico il modello Tipo 150, la cosiddetta "Ceiranina", che ricalcava un poco la linea estetica della Lancia Lambda. Fu questo modello ad avere il miglior successo di tutta la gamma delle vetture Ceirano e venne costruito nella versione normale con motore da 1.500 cmc. a valvole laterali, mentre nella versione sport le valvole erano in testa. Gli ultimi esemplari della Ceiranina apparvero sul mercato con le ruote anteriori indipendenti su brevetto Parisi.

Nel 1926 la società costruì anche un modello più grande denominato tipo 250 sul quale venne montato un motore a quattro cilindri con valvole in testa e cilindrata totale di 2.296 cmc., ma la base della produzione rimase sempre, in successive serie migliorate, la simpatica e brillante "Ceiranina".

Per alcuni anni gli affari della SCAT prosperarono e videro altri ampliamenti della società; ma il crollo delle esportazioni del 1928 la mise in gravi difficoltà. Fu così che nella primavera del 1929, SCAT entrò a far parte del "Consortium Fiat" creato dalla FIAT  stessa per la produzione di veicoli industriali, rinunciando in tal modo a costruire vetture da turismo, limitandosi a finire la serie in corso di produzione ed a vendere i propri modelli fino ad esaurimento. La Fiat divenne la maggiore azionista e Giovanni Ceirano fu nominato Amministratore Delegato, carica che lasciò nel marzo 1931. Un anno dopo, scaduto il termine previsto dallo Statuto, la Fiat poneva in liquidazione SCAT che veniva assorbita dalla società SPA. Nel 1935 gli stabilimenti furono requisiti dall'esercito italiano e questo provocò anche la fine della "Società Fonderia Gaja", la quale venne posta in liquidazione verso la fine del 1940.

 

     Mirò

Fonte: Storia e Cultura dell’Industria

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