Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 48,
La situazione del Piemonte nella seconda metà del '700
A partire dalla vittoria di Torino del 1706, ottenuta non solo dall'esercito ma anche dall'impegno e dal coraggio della popolazione, rinasce in Piemonte la "voglia di nazione piemontese", con una maggior forza rispetto a quanto era successo con Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I. La vittoria dell'Assietta e la conseguente fine della guerra porta al Piemonte, se non grandi territori, almeno la coscienza dei Piemontesi di essere davvero una nazione di cui andare orgogliosi.
Con le imprese dell'Assietta, ma anche di Asti, Alessandria e Cuneo, l'esercito piemontese si conferma, non solo agli occhi dei Piemontesi, un esercito di prim'ordine, in grado di sostenere con le armi la politica del Re.Ma vi è tutto da ricostruire.
Carlo Emanuele III inizia a prendere dei provvedimenti a favore dell'industria. Industria mineraria e metallurgica destano particolare interesse, anche per la produzione di armi. L'industria della seta è fortemente tutelata dalle leggi e nulla della tecnologia utilizzata può essere esportato. La seta piemontese mantiene il primato della qualità in Europa. L'industria laniera si sviluppa bene, sebbene il prodotto non sia eccellente e comincia a concentrarsi nella zona di Biella. Anche lino e canapa sono diffusi in particolare come piccole lavorazioni domestiche nelle campagne, che servono ad integrare i proventi del lavoro agricolo. A Chieri si riprende l'industria del cotone.
Il commercio non si sviluppa molto a causa delle vie di comunicazione in cattivo stato e di molti dazi e diritti da pagare. Quella che continua ad essere in difficoltà è l'agricoltura. Questa si sta lentamente trasformando, ma in modo disomogeneo. Vi sono zone in cui l'agricoltura è di sussistenza e di autoconsumo, come succede nei territori alpini, altre dove vi è una grande produzione organizzata in senso capitalistico per l'esportazione.Il 1734 porta una spaventosa carestia, a causa della siccità (per oltre dodici mesi sul Piemonte non cade una goccia d'acqua). La resa dei terreni è scarsa e la vita in campagna è difficile, tanto che molti contadini devono emigrare.
Ancora verso la fine del '700 esistono forme di servitù della gleba contro le quali vengono promulgate varie leggi, ma il problema continua a sussistere. Le tecniche agricole sono antiquate ed il sistema di irrigazione è inadeguato. Si ha una migrazione anche verso le città, dove però non sempre si trova lavoro, e si forma una classe di emarginati, relegata nei quartieri degradati di periferia.
In questo secolo comincia, in Piemonte, a formarsi una classe operaia, che desta qualche preoccupazione in quelle aree dove la percentuale di operai comincia ad essere alta.
In ogni caso la società dimostra una vitalità notevole, e si sta imboccando la via della ripresa. L'esercito continua ad essere ingrandito e perfezionato per un pò dopo la guerra.
Già a partire dal '600, ma in particolare nel '700, Torino si ingrandisce e si abbellisce di monumenti, palazzi e chiese. Vi lavorano architetti di grande fama, quali il Guarini e lo Juvarra, (che vittorio Amedeo II si è portato dalla Sicilia) e poi Benedetto Alfieri. Nascono i teatri Teatro Regio, Carignano ed altri. Mentre non vi è grande interesse per la letteratura, la classe nobile e borghese di Torino ama molto la musica ed il teatro. Le idee illuministiche sono bandite e tenute lontano da una severa censura. L'illuminismo piemontese é quasi soltanto presente in campo scientifico, ove però si ottengono brillanti risultati. A fine secolo la città si avvia verso i 100.000 abitanti.
Nel '700 a Torino nascono alcuni circoli letterari, ma senza una grande vitalità, data la censura sempre presente verso le nuove idee e l'Illuminismo. Alcuni dissidenti preferiscono emigrare mentre chi rimane è piuttosto perseguitato. Vittorio Alfieri preferisce migrare a Firenze. In campo scientifico, invece, vi è molta vivacità. Si studia Matematica, Fisica, Chimica con grandi successi, nonché Arte Militare e le discipline ingenieristiche connesse. Un nome per tutti : Lagrange. Si fonda nel 1757 una società filosofica e matematica di cui fanno parte Lagrange, Cigna, etc. che nel 1780 viene riconosciuta da Vittorio Amedeo III come " Societé Royale des Sciences de Turin", e che nel 1783 diventa la Reale Accademia delle Scienze.
Mirò
Tutti i link ai capitoli si trovano nel post di introduzione alla Piccola Storia del Piemonte
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