mercoledì 23 novembre 2011

Piccola Storia del Piemonte 53/58 - Rinnovamento nel regno di Carlo Alberto

Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 53, Rinnovamento nel regno di Carlo Alberto

Nel 1835 nel Regno di Sardegna scoppia una epidemia di vaiolo che fa molte vittime. In questa occasione si ha un impulso nelle attività di beneficenza ed assistenza da parte dello stato e della nobiltà. Non si può ancora parlare di politica sociale, ma nascono istituzioni di assistenza come quelle della Marchesa Giulia Falletti di Barolo, e la Piccola Casa della Divina Provvidenza, del canonico Giuseppe Cottolengo. Nei quartieri di periferia, a Valdocco, comincia ad operare Don Bosco, che punta non solo all'istruzione religiosa dei giovani dei quartieri bassi, ma anche alla loro promozione sociale.

Carlo Alberto comincia a mettere in atto una politica economica meno protezionistica e più orientata al libero scambio, riducendo le tariffe di dazi e dogane. Vengono soppresse le corporazioni relative ai vari mestieri e si liberalizza la mobilità della manodopera. Le associazioni dei lavoratori possono operare con finalità religiose ed assistenziali, e così nascono le Società di Mutuo Soccorso.

Sacra S. MicheleNel periodo lo sviluppo economico in tutti i settori è notevole. Si riprende l'industria della seta, che aveva subito una contrazione durante l'occupazione francese, mentre l'asse portante rimane l'agricoltura, sempre più orientata al commercio. Rimane comunque viva e diffusa la piccola proprietà agricola, più che in altre zone d'Italia e d'Europa, e si cominciano ad introdurre le macchine agricole, i fertilizzanti e gli insetticidi, mentre si migliora il sistema di irrigazione, produzione di foraggio ed allevamento.

Vengono introdotte la Corte d'Appello e la Corte di Cassazione, i dibattimenti processuali sono resi pubblici. La censura viene via via ridotta e prendono forma due partiti politici, una destra moderata ed una sinistra moderata. Viene istituito il Ministero della Pubblica Istruzione, la facoltà universitaria di Lettere e Filosofia e quella di Scienze Fisiche e Matematiche. La scuola statale provoca la reazione dei Gesuiti, che vedono minacciate le scuole cattoliche di cui sono i depositari, e del Vescovo Fransoni.

Con la promulgazione dello statuto Valdesi ed Ebrei vengono finalmente emancipati ed ottengono pari diritti. In territorio valdese, a Torre Pellice, forse unico esempio nella storia, viene eretto un monumento "dono del Re alla popolazione" (si trova davanti alla chiesa di San Martino). Tutto ciò provoca la reazione violenta del Vescovo di Torino Fransoni, che è molto reazionario. Il primo parlamento eletto (si è elettori in base al censo, ed anche la partecipazione dei pochi aventi diritto non è alta) è costituito da 208 deputati, di cui solo 32 nobili.

La città di Torino si espande rapidamente e si arriva, nel 1848, a 137'000 persone. Ma non ostante la crescita, ad arricchirsi non sono certo gli operai, il cui salario serve appena a sopravvivere. Già prima il Re precedente aveva osservato come scandaloso che gli imprenditori accumulassero enormi ricchezze mentre gli operai avevano salari da fame.

Questo è osservato anche dal Cavour da giovane, nel 1834. In quell'anno, comunque, si ha la prima lotta operaia contro una prevista riduzione di salario, che rientra per la pressione e le minacce operaie. In quella occasione si vede che lo stato non è al momento interessato a sopprimere queste agitazioni. La polizia si assicura che non vi siano motivi politici e libera i fermati.


    Mirò


Tutti i link ai capitoli si trovano nel post di introduzione alla Piccola Storia del Piemonte

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