Piccola Storia del Piemonte, Capitolo 58,
E la lingua?
Una prima nota: dicono gli storici che il Piemontese fosse l'unica lingua che Vittorio Emanuele II conoscesse bene, sebbene le lingue di corte ufficiali fossero il francese e l'italiano. Con l'italiano non se la cavava benissimo: scricchiolava tanto come grammatica che come sintassi, ed il suo lessico italiano era molto limitato.
Per tutto l'800 prosegue la produzione letteraria in Piemontese, accompagnata da studi sulla lingua e da attività vocabolaristica. Vengono fondate alcune riviste letterarie in piemontese. Appaiono nuove grammatiche. L'800 è anche la grande stagione del teatro piemontese. Si vede che in questo periodo il Piemontese giunge là dove l'italiano stenta ad arrivare, esprimendo ciò che, in italiano, la maggioranza dei piemontesi non sa esprimere o capire.
Il teatro in Piemontese è in grado di rappresentare il dibattito politico in corso, oltre che tutta l'altra gamma di soggetti teatrali, ed ottiene un grande successo (diventa un vero e proprio mezzo di comunicazione di massa). All'inizio del '900 si consolida anche l'attuale grafia piemontese, che viene unificata e riportata a quella della prima grammatica, che è poi anche la più usata dagli autori.
A tutt'oggi oltre 2,500,000 di persone continuano a parlare piemontese come loro lingua principale, ed il piemontese è parlato, o almeno conosciuto e compreso, da circa 3.500.000 di persone (molte delle quali non di origine piemontese). La letteratura, anche contemporanea, è vivace, e molte scuole piemontesi hanno la lingua piemontese come materia facoltativa.
Per chi non lo sapesse, il piemontese è anche la lingua dei nomadi Sinti Piemontesi, che la insegnano anche ai loro figli. (I Sinti Piemontesi sono con noi da 500 anni e sono tra i più piemontesi abitanti del Piemonte). La lingua piemontese, che nulla ha a vedere con i dialetti italiani (appartiene ad un altro ceppo linguistico) e che è indipendente tanto dal francese come dall'occitano e dal franco-provenzale, è stata riconosciuta dalla comunità europea come lingua minoritaria da tutelare, la regione Piemonte la riconosce (per ora) come sua lingua regionale, l'Italia no (la democrazia ha sempre qualche acciacco).
Sembra quasi che il Piemontese (o la cultura che supporta) faccia ancora paura a qualcuno, o che qualcuno non abbia ancora perdonato ai Piemontesi d'aver fatto l'Italia.
p.s. se volete sostenere la lingua Piemontese perchè divenga ufficiale visitate e sostenete l’associazione culturale Gioventura Piemontèisa che da anni si batte per questo.
Mirò
Tutti i link ai capitoli si trovano nel post di presentazione della Piccola Storia del Piemonte
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